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Valorizzazione e tutela del territorio, agricoltura biologica e lotta al consumo di suolo sono alcuni dei temi dei festival di Legambiente che arricchiranno l’autunno della nostra penisola.
La terra è un bene comune che dispensa benessere alla collettività, produce cibo e lavoro, mantiene identità, assicura biodiversità per ogni forma di vita. È questo il filo conduttore che lega i tanti festival di Legambiente in autunno, lungo tutta la penisola. Saranno organizzati incontri d’autore e musicali, laboratori didattici e dibattiti sulla forza dei territori, sulla lotta al consumo di suolo e l’amore per la terra, la cultura e il cibo, sul rapporto con il mar Mediterraneo e l’importanza di una nuova agricoltura, sempre più sostenibile e di qualità. Siamo convinti che un’agricoltura di questo tipo, accompagnata da una tutela, valorizzazione e gestione sostenibile del territorio, possa avere un ruolo chiave nella lotta al consumo di suolo, nella mitigazione delle conseguenze del riscaldamento globale e nel rilancio dell’economia e dell’occupazione.
Un pensiero condiviso anche da molti territori italiani dai quali arrivano tante storie ed esperienze di chi crede in un futuro sostenibile, fatto di amore e rispetto per la terra. Nonostante la grave crisi economica degli ultimi anni che ha colpito il Paese ampliando le differenze e le diseguaglianze territoriali e sociali, c’è da dire che c’è un’altra Italia capace di andare oltre la crisi, di riscoprirsi, più sensibile ai temi ambientali, che scommette su nuovi stili di vita e di consumo e ha voglia di guardare e tornare anche alla terra. Ci sono comuni e comunità virtuose che hanno “bloccato” il consumo di suolo, valorizzato un’area protetta, avviato esperienze di rigenerazione umana o di custodia del territorio, dichiarato ogm free i loro territori, valorizzato le reti e le produzioni agroalimentari di qualità, favorito pratiche sociali e ambientali. Ci sono poi imprese che hanno investito nell’innovazione e aperto strade ambientalmente e socialmente sostenibili.
È questo il Paese che ci piace, capace, quando vuole, di rispettare, valorizzare e tutelare il proprio territorio. Perché parlare di territorio significa parlare di gestione sostenibile, di agricoltura di qualità che rispetti i processi naturali e la biodiversità, di alimentazione, di progetti che valorizzino il recupero di terreni incolti o abbandonati (come ad esempio quello della banca della terra, che in Toscana ha portato ottimi risultati). Come al Festival della Terra che si tiene a San Lazzaro di Savena, in provincia di Bologna, il 16 e il 17 settembre e che si apre con un forum nazionale sul consumo di suolo, anche in vista del lancio della grande petizione popolare europea People4Soil. Una campagna che vede impegnate, insieme a Legambiente, tante altre associazioni per chiedere regole efficaci contro il consumo di suolo, condivise dall’Europa. Siamo convinti che per frenare il consumo di suolo servano norme e regole efficaci, azioni e strategie concrete non più rimandabili e che mettano al centro la rigenerazione urbana e il suolo inteso come bene comune e preziosa risorsa da tutelare.
Di terra, alimentazione e rigenerazione urbana si parla anche a Festambiente Mediterraneo 2016 in programma ai Cantieri culturali alla Zisa a Palermo dal 16 al 18 settembre, per riflettere anche sulla condivisione di un modello che leghi le agricolture del mediterraneo. E ancora appuntamento con Festambiente Terra Felix al Casale Teverolaccio, a Succivo, in provincia di Caserta, dal 22 al 25 settembre.
Sempre in Campania a metà novembre (la data è in fase di definizione) ci sarà Festambiente agricoltura, il festival dedicato alla Piana del Sele: una festa itinerante tra Battipaglia, Eboli e Pontecagnano, organizzata dai rispettivi circoli di Legambiente e dedicata sempre alla terra, al cibo e a un’agricoltura sostenibile e di qualità. Ma c’è anche spazio per parlare di agromafia e caporalato, oltre alle tante esperienze positive di Terra Felix. Proprio dalla Campania, per troppi anni sfregiata dalle ecomafie e dal traffico illecito dei rifiuti, arriva una bella lezione di riscatto e di legalità grazie anche all’esperienza e al successo degli orti urbani. Proprio a Pontecagnano ed Eboli, in provincia di Salerno, e Succivo, in provincia di Caserta, in dieci anni Legambiente ha già sperimentato e attivato oltre 100 orti che hanno permesso di riconvertire alla coltivazione bio di frutta e verdura aree prima dismesse o abbandonate.
È questa la strada del cambiamento in cui crediamo e che racconteremo in giro per l’Italia con i festival di Legambiente. Un cambiamento fatto di rispetto per il territorio, agricoltura di qualità, rigenerazione urbana e spazi urbani in chiave sostenibile, in grado di fermare l’inarrestabile consumo di suolo.
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