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Proclamate le startup vincitrici di Fineco Impact: si occupano di agricoltura (Elaisian), educazione (Futurely) e disabilità (Pedius).
90 startup candidate in circa 30 giorni, 79 selezionate, 17 arrivate in shortlist, 10 finaliste e 3 vincitrici. Questi i numeri del contest Fineco Impact che ha visto l’ecosistema di startup naturalmente sostenibili LifeGate Way a fianco di FinecoBank, una delle più importanti banche fintech in Europa. La challenge è promossa dal club Ambassador Fineco, composto dai private banker che hanno interpretato al meglio il modello di servizio, i valori e i principi su cui è fondato il gruppo. L’obiettivo è quello di entrare in contatto con startup che progettano un futuro sostenibile, caratterizzato da un impatto sociale e ambientale positivo e misurabile, usando la tecnologia come asset al servizio dell’essere umano. Ad aggiudicarsi la vittoria, e il premio totale di 105mila euro tra grant monetari e servizi, sono Elaisian, Futurely e Pedius.
La challenge stimolava i candidati a proporre soluzioni che coinvolgessero i territori e le comunità nelle quali operano, su cinque aree tematiche: formazione, inclusione sociale e culturale, digital divide, tutela dei territori e lotta contro i cambiamenti climatici. Nei trenta giorni utili, sono arrivate circa 90 iscrizioni. Per ciascuna di esse, LifeGate Way ha effettuato un assessment sulle verticali people, planet e profit e approfondito i dettagli di ogni progetto attraverso una call conoscitiva. Tra tutte le candidate, 79 sono risultate idonee.
Ogni progetto è stato esaminato alla luce di tre pilastri: la tecnologia, come principale abilitatore dell’innovazione sostenibile; il fattore umano che caratterizza imprenditori e imprenditrici impegnati a progettare un futuro migliore per tutti; infine, ovviamente, la sostenibilità. Tra i dieci progetti finalisti, tre si occupano di education, due di health care, due di tecnologie per l’agricoltura, uno di fintech, uno di trasformazione digitale e uno di lotta contro i cambiamenti climatici.
“Siamo entusiasti della partecipazione numerosa e appassionata delle startup che hanno scelto di confrontarsi in questa iniziativa, confermando la vitalità di un’imprenditoria giovanile che ha individuato nella sostenibilità una via di sviluppo per tutto il paese”, ha dichiarato Giampaolo Stivella, responsabile Private Banking Advisory di Fineco. “Da parte del club Ambassador vorrei rivolgere un ringraziamento e i migliori auguri per altre soddisfazioni non solo alle tre iniziative premiate ma a tutti i partecipanti, nella convinzione che tante idee presentate nel corso delle selezioni avranno la possibilità di svilupparsi in un prossimo futuro”.
Curiosi di sapere chi sono le tre startup vincitrici e in che modo intendono progettare un futuro più sostenibile avvalendosi della tecnologia? La prima, in rigoroso ordine alfabetico, è Elaisian, un’applicazione che punta a ridurre lo spreco di risorse in agricoltura avvalendosi dell’intelligenza artificiale per trattare, irrigare e fertilizzare i campi al momento giusto. Fondata a Roma nel 2016 da Damiano Angelici e Giovanni Di Mambro, questa startup è già stata scelta da più di 2mila aziende agricole in 16 paesi, con un risparmio annuale del 30 per cento sui trattamenti, la possibilità di migliorare la qualità del prodotto finale e di monitorare il proprio campo 24 ore su 24. È un progetto che nell’ambito dell’Agenda 2030 si riferisce a obiettivi attualissimi, come lotta alla fame, tutela del clima e della vita sulla terra, tutela del benessere e della salute, consumo e produzioni responsabili.
C’è poi Futurely, una piattaforma digitale chepunta a ridurre la dispersione scolastica e la disoccupazione giovanile fornendo a ragazzi e ragazze tra i 12 e i 20 anni indicazioni di orientamento scolastico totalmente personalizzate. Questa realtà, fondata da Elisa Piscitelli e Mariapaola Testa, collabora anche con diverse aziende, proponendo un servizio di supporto e orientamento scolastico alle famiglie dei dipendenti. Gli Obiettivi di sviluppo sostenibile a cui contribuisce sono l’istruzione di qualità e la riduzione delle disuguaglianze. Temi oggi particolarmente sentiti in Italia, dove la dispersione scolastica si assesta sul 12,7 per cento, una percentuale tra le più elevate in Europa e ancora lontanissima dall’obiettivo del 9 per cento stabilito dall’Unione per il 2030 (i dati sono di Save the Chidren e si riferiscono alla fine del 2022).
Infine c’è Pedius, un servizio rivolto ai non udenti per favorirne l’inclusione sociale, scolastica e sul posto di lavoro. Fondato da Lorenzo Di Ciaccio, Stefano La Cesa e Alessandro Gaeta, permette ai non udenti di effettuare telefonate in autonomia attraverso il live captioning, cioè una tecnologia che trasforma la voce in testi e viceversa. Sviluppa inoltre servizi rivolti ad aziende e pubbliche amministrazioni, per rendere accessibili i call center e favorire l’inclusione al lavoro; e alle università, per sottotitolare le lezioni in tempo reale. In ambito Esg, contribuisce all’inclusione sociale e della parità dell’accesso alle informazioni. Un compito essenziale se si considera che, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, entro il 2050 una persona su quattro sarà interessata da perdite uditive.
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