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Si tratta di una tecnica naturale ed ecocompatibile che permette di depurare le acque reflue con l’impiego di alghe e piante superiori.
Per creare le condizioni adatte alla fitodepurazione o lagunaggio
vengono ricostituiti artificialmente degli habitat naturali in modo
che si possano sviluppare le piante adatte e necessarie. Usando
questa tecnica si ricreano processi chimici simili a quelli che
avvengono naturalmente nei laghi, stagni, fiumi e mari. Il sistema
della fitodepurazione è perciò una tecnica che si
ispira alla normale capacità rinnovativa che ha la
natura.
La capacità depurativa è dovuta a un insieme di
fattori quali: la presenza di ossigeno nel terreno, il potere
depurativo della biomassa collegata con le radici delle piante e
l’assimilazione di sostanze organiche e nutrienti da parte della
pianta stessa. E’ comunque principalmente la buona cooperazione tra
le piante e i microorganismi che vivono su di loro o vicino a loro
che attiva la rimozione degli inquinanti.Per diminuire i tempi e
migliorare il grado di depurazione si occorre di solito a
pre-trattamenti tramite un sedimentatore primario (grigliatura,
degrassatore o deoliatore). Una caratteristica della
fitodepurazione è la possibilità di abattere i
nitrati e fosfati con metodi naturali e poco costosi che inoltre
non producono fanghi. Per questo essa è consigliata anche
come post-trattamento di qualsiasi depurazione biologica.
Il sistema dei lagunaggi si è diffuso un po’ dovunque in
Europa e negli USA a partire della fine del diciannovesimo secolo.
In Europa sono attualmente la Francia (con 1800 impianti) e la
Germania (2000 impianti) i paesi che hanno dato sviluppo maggiore a
questa tecnica. In Italia è ancora poco presente ma qualcosa
si sta muovendo. Ci sono per esempio gli impianti pilota finanziati
dalla CEE con fondi LIFE a Pontremoli (MS) e Filattiera (MS), altri
impianti di fitodepurazione si trovano a Baiso (RE), Anguillara
Veneta, Montalto di Castro, Inveruno (MI) e Mezzacorona (TN).
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