A novembre, con il Forest Month di Deesup scopri il design e aiuti l’Amazzonia

In casa Deesup, novembre è il mese della foresta. La startup, che ha creato una piattaforma online dove è possibile vendere e acquistare oggetti di design usati per favorirne il riuso e la valorizzazione, ha lanciato la campagna Forest Month per tutelare 100mila metri quadri di foresta nell’Amazzonia brasiliana. Per ogni persona che si registrerà

In casa Deesup, novembre è il mese della foresta. La startup, che ha creato una piattaforma online dove è possibile vendere e acquistare oggetti di design usati per favorirne il riuso e la valorizzazione, ha lanciato la campagna Forest Month per tutelare 100mila metri quadri di foresta nell’Amazzonia brasiliana. Per ogni persona che si registrerà alla sua community, Deesup si impegnerà a proteggere 50 metri quadrati di foresta attraverso il progetto Foreste in Piedi di LifeGate. L’obiettivo non è solo la specifica azione di tutela oltreoceano, ma la creazione di una comunità consapevole, informata e attiva che sappia cogliere il valore ambientale di cosa significa comprare un bene usato, in un’ottica di economia circolare.

Che cos’è Foreste in Piedi

Dal 2012 LifeGate con il progetto Foreste in Piedi tutela e preserva 560 ettari di foresta amazzonica, un’area verde che il Brasile ha dato in concessione d’uso alle 27 famiglie della comunità di San Pedro, una zona isolata a circa 340 km da Manaus, la capitale dello stato di Amazonas. Grazie ai contributi del progetto, il lavoro di protezione ambientale viene riconosciuto e nobilitato e le persone possono uscire da una condizione di sussistenza spesso basata su attività estrattive, coltivazione o pesca. Le persone riescono quindi a dedicarsi effettivamente ed attivamente ad attività di tutela come la mappatura delle specie esistenti e il monitoraggio della foresta volte a prevenire e contrastare reati ambientali come deforestazione, incendi dolosi o caccia illegale.

Foreste in Piedi tutela una porzione di foresta amazzonica brasiliana in una zona a più di 300 km da Manaus, la capitale di Amazonas © LifeGate

Il progetto mira altresì a offrire educazione ambientale non solo alle famiglie direttamente interessate, che contano circa 150 persone tra donne, uomini e bambini, ma anche alle comunità limitrofe, ad esempio sull’utilizzo consapevole di risorse da poco entrate nella loro quotidianità, come elettricità e imballaggi di plastica. I risultati sono davanti agli occhi. “Ci tremano i polsi ogni anno quando ci sono gli incendi ma devo dire con grande orgoglio che la nostra foresta non ha mai vissuto grandi sconvolgimenti”, commenta Lajal Andreoletti, responsabile dei progetti ambientali di LifeGate. “Sono sempre state segnalate solo piccole infrazioni che comunque nel tempo vanno diminuendo”.

Foreste in Piedi incontra Deesup 

“Trovo interessante la chiamata alle armi che fa Deesup, invitando nuovi alleati, amanti del design, a diventare sostenitori di qualcosa di più grande che è la difesa della biodiversità e del nostro pianeta”, commenta Andreoletti che è tra gli ideatori del progetto Foreste in Piedi.

“Oltre a rendere un servizio pratico che punta all’economia circolare, con la propria piattaforma di resale Deesup ricorda a tutti che dietro ad ogni azione c’è un impatto sull’ambiente e questo vale anche per la foresta amazzonica, il polmone verde del pianeta che ci riguarda tutti anche se si trova fisicamente lontano da noi”, continua.

Arredamento di design: comprarlo usato aiuta l’ambiente © Unsplash

“Dietro a questa visione c’è un pensiero glocal: dipendiamo da qualcosa che ci lega tutti. Ed è anche il concetto del design, soprattutto quello di alta gamma, apparentemente inavvicinabile per molti, e che in realtà Deesup riesce a fare diventare un po’ più democratico, applicando questo concetto del valore del riuso, del rispetto delle materie prime e dell’abbattimento dell’impatto ambientale legato a nuove produzioni”, precisa Andreoletti.

Due chiacchiere con i fondatori di Deesup

I fondatori di Deesup, Valentina Cerolini e Daniele Ena, hanno dato vita a un progetto di promozione del design ma anche di sostenibilità, un nuovo modello di consumo che punta ad allungare il ciclo di vita di pezzi iconici di design e si inserisce in una visione forte di economia circolare. Grazie alla potenzialità di educare le persone e ridurre l’impatto sull’ambiente del settore dell’arredamento, Deesup è entrata a far parte dell’ecosistema di startup innovative e sostenibili di LifeGate Way.

Com’è nato questo progetto?

Forest Month è l’emanazione del nostro manifesto, un modo per celebrare e ufficializzare la sua pubblicazione e per raccontare i nostri valori che sono quelli della sostenibilità, del riuso e dell’economia circolare. Crediamo che un oggetto possa vivere in più ambiti e ambienti e quindi passare di mano in mano tra diverse persone perché è un oggetto fatto per durare a lungo. Vogliamo sensibilizzare gli utenti su questo tema, soprattutto in un settore come quello dell’arredamento e del design, in cui la maggior parte dei prodotti è fatta di legno. La tutela delle foreste deve essere una spinta forte affinché la nostra community capisca che il pianeta ha risorse limitate. Valorizzando la rivendita e l’acquisto del design usato limitiamo lo smaltimento e la produzione del nuovo. Non tutti sanno per esempio che produrre un divano ha un impatto di 250 kg di CO2. Quindi, attraverso un nuovo modello di consumo, vogliamo fare in modo che le persone capiscano queste problematiche. Il nostro scopo è educare l’utente al valore del design, del made in Italy e del riuso. È una visione che si inserisce perfettamente in un’ottica di economia circolare e sostenibilità, per questo ci è venuto naturale avvicinarci a una realtà come LifeGate.

La foresta amazzonica è il polmone verde del mondo e deve essere protetta © LifeGate

Qual è il vostro obiettivo, che numeri vi siete proposti?

L’obiettivo è sfidante, proteggere 100mila metri quadri di foresta (dieci ettari) e le persone che ci vivono. Raggiungere questi numeri significa avere un incremento del 10 per cento della nostra community, che al momento conta 25mila utenti registrati. L’investimento è impegnativo ma ci teniamo molto a questo progetto e vogliamo dare un segnale forte. Nel periodo del lockdown le persone hanno iniziato a prendersi più cura della propria casa e si sono rivolte a noi per trovare pezzi di design: questa dinamica continua ancora e sull’onda di tale forte crescita ci siamo posti l’obiettivo di avvicinare nuovi amanti del design, di ingrandire la nostra community e allo stesso tempo renderla più consapevole.

Comprare e vendere oggetti di design usati riduce il consumo di materie prime © Joseph Ashraf Unsplash

Come mai la scelta è caduta sul mese di novembre? 

C’è stata una convergenza di diversi fattori che ci ha portato a realizzare questo Forest Month a novembre. Intanto questo è il periodo in cui si è concluso un lavoro lungo di assessment e di ricerca realizzato con LifeGate e abbiamo finalmente lanciato il nostro manifesto di sostenibilità. Inoltre, se il 2020 è stato un anno importante di scoperta e di crescita per noi, che ci ha permesso di dare una bella spinta alla community, adesso vorremmo raggiungere anche altri risultati e dare un segnale forte a chiusura di quest’anno. Un avvertimento che diventa ancora più rilevante se lo mettiamo in contrasto con il black friday che avviene proprio nello stesso periodo. Deesup si vuole porre come l’anti-black friday e contrastare il consumismo estremo su cui si fonda un’iniziativa di quel tipo.

Come potete essere d’aiuto a chi possiede un oggetto di design? 

Abbiamo fatto un’indagine nella nostra community e abbiamo scoperto che c’è una casistica interessante. Per la maggior parte le persone accumulano in cantina o in una stanza i mobili o gli oggetti di design a cui non sono interessati, senza utilizzarli. In altri casi, rendendosi conto di avere a che fare con oggetti di valore, preferiscono darli a qualcuno piuttosto che tenerli in magazzino inutilizzati. Purtroppo c’è anche chi non si rende conto di quello che ha, di quanto vale, quindi magari lo getta via. In tutti questi casi non viene valorizzato il pezzo di design, nemmeno dal punto di vista ambientale delle risorse utilizzate. Chi invece volesse davvero fare resale può rivolgersi a noi, che siamo diventati una realtà europea e raggiungiamo una platea molto più ampia di quanto possa fare un piccolo mercatino locale, considerando anche che oltre il 60 per cento del nostro fatturato è realizzato all’estero.

Il vaso Primates Mandrillus di Bosa, una icona di design © Deesup

Raccontateci ancora qualcosa del manifesto di Deesup…

La campagna Forest Month sposa perfettamente il manifesto, in particolare il punto che si prefigge di educare e sensibilizzare alla sostenibilità attraverso molteplici canali, inclusa la newsletter e il magazine sul sito. Per sostenere la rivoluzione green entro il 2023 vogliamo far crescere la nostra community di design lovers di dieci volte rispetto a oggi.

Ma dal manifesto emerge anche un forte impegno sociale e di inclusione, per esempio Deesup si propone di aumentare l’accessibilità della piattaforma a persone con disturbi visivi, cognitivi o di apprendimento, per questo stiamo migliorando l’interfaccia grafica e la user experience del sito. L’obiettivo è anche quello di migliorare il benessere del nostro team, che in questi anni è cresciuto fino a 14 persone: facciamo attività di team building, di raccolta plastica e cerchiamo anche di ottimizzare la nostra struttura e le attività in modo coerente con i valori che ci appartengono, ad esempio favorendo lo smart working. Il manifesto ci guida anche verso una sempre maggiore integrazione, e non solo il nostro team è composto per la maggior parte da donne, ma include anche diverse culture. Abbiamo infine iniziato un percorso di valutazione per capire a che punto siamo in questa fase, cosa possiamo fare in più e cosa possiamo fare meglio. Guardando al futuro abbiamo l’obiettivo di diventare società benefit nel 2023, è lì che vogliamo arrivare.

 

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