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Tutto è cominciato con la nascita di suo figlio, nel 2012: in quell’occasione toccante e profonda, Ivan Aloisio ha guardato al futuro e al mondo in cui il piccolo Jacopo avrebbe dovuto vivere. Ivan, una tradizione familiare di filatori di lana alle spalle, cresciuto in un maglificio in un piccolissimo paese in provincia di Potenza
Tutto è cominciato con la nascita di suo figlio, nel 2012: in quell’occasione toccante e profonda, Ivan Aloisio ha guardato al futuro e al mondo in cui il piccolo Jacopo avrebbe dovuto vivere. Ivan, una tradizione familiare di filatori di lana alle spalle, cresciuto in un maglificio in un piccolissimo paese in provincia di Potenza poi trasferitosi in Puglia, ha visto crescere l’azienda e con essa anche la propria consapevolezza dell’inquinamento che l’industria tessile produce. Da qui la convinzione di dover creare una maglieria differente, che rispetti la natura e l’ambiente e si impegni a tutelare la salute dei lavoratori e dei consumatori.
Da quella prima intuizione il progetto è cresciuto e nel 2018 grazie a una campagna crowdfunding di successo, è nato ufficialmente Fortunale, maglificio che utilizza lana bio e naturale, con un’attenzione speciale alla circolarità e alla sostenibilità. Nel 2021 Fortunale diventa società benefit e perseguendo obiettivi di sostenibilità a trecentosessanta gradi entra nell’ecosistema di LifeGate Way, la controllata LifeGate dedicata alle startup naturalmente sostenibili.
La scelta del nome Fortunale, perturbazione atmosferica di eccezionale intensità, è significativa riguardo all’approccio della startup, che vuole essere un vento di cambiamento che con dirompenza riesce a cambiare lo stato delle cose e rinnovare l’industria della moda attraverso un approccio naturale, bio e circolare. Per fare questo occorre proiettarsi nel futuro senza perdere identità e tradizione.
Si inizia dalle pecore, allevate in modo rispettoso, su prati che non utilizzano sostanze chimiche e senza antiparassitari. Fortunale infatti acquista filato di alta qualità, di pura lana vergine certificato biologico e proveniente da allevamenti cruelty-free, che viene poi tinto con colori naturali utilizzando più di duecento ingredienti tra radici, piante e fiori, e senza impiegare sostanze chimiche. Si utilizzano la reseda, la robbia, l’indaco come nelle ricette vecchie di secoli, con metodi tradizionali di lavorazione adattati al processo industriale che danno vita a colori tenui e piacevolmente imperfetti. I capi, naturali ed anallergici, sono realizzati da artigiani locali e vengono rifiniti e controllati a mano individualmente prima della spedizione. Incarnano l’espressione del made in Italy originale, di alta qualità.
Il rispetto dell’economia circolare si concretizza in molti modi. Innanzi tutto Fortunale assicura che ogni maglia verrà riciclata fino all’80 per cento. Per incentivare questo circolo virtuoso garantisce uno sconto del 30 per cento sull’acquisto successivo di maglieria ad ogni cliente che restituisca il proprio capo a fine vita.
Anche il packaging della maglieria, rigorosamente senza plastica, è pensato per essere riusato in ogni sua parte e avere una nuova vita: dall’etichetta delle maglie intorno a cui si possono avvolgere gli auricolari, alla scatola di cartone, con un design che invoglia a riutilizzarla. Inoltre, ogni capo all’interno della confezione è avvolto in una velina con un’opera d’arte realizzata da Francesco Ferrulli, un artista di Gravina di Puglia, in provincia di Bari, che può essere incorniciata e diventare un quadro. I tratti decisi e i colori vivaci dei suoi disegni comunicano l’energia dirompente del fortunale. In questo modo Fortunale, realtà fortemente radicata nel territorio, ha pensato di promuovere l’arte e la cultura locale, così come ha partecipato a un’iniziativa di valorizzazione delle lane autoctone pugliesi, il Progetto Plauto, insieme all’università di Bari.
Fortunale ha deciso di investire parte dei propri profitti in progetti di salvaguardia ambientale: per ogni capo acquistato pianta un albero di melograno in un terreno confiscato alla mafia in provincia di Bari, avvalendosi della collaborazione della cooperativa sociale agricola Semi di vita che si occupa del reinserimento di giovani in difficoltà. La scelta è ricaduta sul melograno per il suo valore simbolico di fertilità e prosperità e perché avrebbe permesso alla onlus di avere dei frutti da impiegare per le proprie attività. L’idea è quella di restituire qualcosa alla comunità locale e aggiungere un valore sociale al progetto.
Il codice corrispondente all’albero piantato è ricamato su ogni capo Fortunale. In questo modo si rafforza il legame tra chi ha scelto di sostenere la startup, sposandone la filosofia, e il risultato concreto che questa produce. Ad oggi sono stati superati i 900 alberi, di cui 600 sono già stati piantumati, mentre si attende la primavera prossima per piantare gli altri. Anche la scelta di utilizzare un terreno confiscato è segno di circolarità a livello più ampio: ciò che prima veniva utilizzato per fini illegali ora viene restituito alla legalità e alla natura in un processo virtuoso che crea valore, innanzi tutto per la comunità.
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