La Francia ha introdotto un reato ad hoc per punire i tentativi di “guarigione” di persone lgbtqia+.
Il testo è stato approvato all’unanimità.
Per il presidente Macron si tratta di una carta da giocare in vista delle prossime elezioni.
Chi è omosessuale o lesbica o transessuale non ha nulla da cui dover “guarire”. A stabilirlo – o, meglio, a riaffermarlo, poiché la pratica era già di fatto punita – è stato il parlamento francese, che martedì ha approvato una norma contro le cosiddette “terapie di conversione”. Ovvero quelle che puntano a far “redimere” una persona lgbtqia+, spingendola a diventare eterosessuale.
Nessuno potrà più dire di voler “guarire” una persona lgbt
La nuova disciplina introduce nell’ordinamento transalpino una fattispecie di reato passibile di due anni di reclusione e fino a 45mila euro di multa. Il testo è stato adottato all’unanimità (erano 142 i deputati presenti). “Nessuno più potrà dire di voler guarire una persona lesbica, omosessuale, bisessuale o transessuale”, ha commentato Laurence Vanceunebrock, parlamentare del gruppo La République en marche, relatrice della proposta di legge.
La loi interdisant les thérapies de conversion est adoptée à l'unanimité ! Soyons-en fiers, ces pratiques indignes n'ont pas leur place en République. Parce qu’être soi n’est pas un crime, parce qu’il n’y a rien à guérir.
Le ha fatto eco il presidente Emmanuel Macron, che ha definito le terapie di conversione “indegne”. Come detto, tali pratiche erano già di fatto vietate, poiché rientravano in altre fattispecie di reato, a partire dalla violenza privata, fino all’esercizio illecito della professione medica. Non si tratta dunque di un cambiamento “ideologico” per la Francia, quanto piuttosto di un modo per rendere più “evidente” l’illegalità dei tentativi di modificare gli orientamenti sessuali delle persone lgbtqia+.
Le terapie di conversione: dagli esorcismi agli elettroshock
D’altra parte, per ottenere i risultati sperati, in termini concreti i metodi utilizzati si qualificavano già da soli: dagli esorcismi fino agli elettroshock. A danno spesso di persone giovani. Come riferito dal quotidiano Le Monde, tuttavia, “ad oggi in Francia non esiste una fotografia chiara delle dimissioni del fenomeno. I parlamentari nel 2019 hanno parlato di un centinaio di casi recenti”. Ma, appunto, nessuno ha fornito dati o statistiche attendibili.
Adopté par les 142 députés présents, le texte porté par la députée LREM Laurence Vanceunebrock crée un nouveau délit dans le Code pénal punissant ces pratiques d'au moins deux ans d'emprisonnement et 30.000 euros d'amende #AFPpic.twitter.com/1L0OZlrUNS
Il giornale transalpino sottolinea anche come, per Macron, si tratti di un punto a favore in vista delle prossime elezioni presidenziali: “Questo voto permette alla maggioranza, in questa fase finale della legislatura, di aggiungere una questione sociale al proprio bilancio. E di inviare così, a meno di tre mesi dallo scrutinio, un messaggio all’elettorato di centrosinistra”. L’idea del presidente attuale è infatti di andare al ballottaggio con Marine Le Pen, come accaduto cinque anni fa. E di batterla contando sui voti dell’elettorato progressista, che accetterebbe di riconfermare Macron pur di scongiurare la vittoria della candidata di estrema destra.
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