Francia nucleare, incidente a Marcoule

Solo Il Giorno ha scelto di aprire con l’incidente accaduto alle 11:45 del 12 settembre nell’impianto di riciclaggio per fondere rifiuti di Marcoule

In prima pagina

Tra i grandi giornali italiani, solo Il Giorno ha scelto di aprire con l’incidente accaduto alle 11:45 del 12 settembre nell’impianto di riciclaggio utilizzato per fondere rifiuti radioattivi metallici. In quel momento il forno conteneva quattro tonnellate di metalli  la cui radioattività era di 67mila becquerel.

Francia sola in Europa

Italia, Germania e Svizzera escono dal nucleare, Svezia e Gran Bretagna frenano, in Finlandia l’unica centrale atomica in costruzione dopo Chernobyl sta triplicando costi e tempi, il Giappone è sotto shock. L’ultima roccaforte dell’energia nucleare in Europa, e forse nel mondo occidentale, è la Francia. E’ in assoluto il secondo paese al mondo per numero di reattori, 58 funzionanti, la cui età media è 24 anni.

Atomo: una storia d’amore lunga 50 anni

In seguito alla crisi energetica degli anni 1970, la Francia decide di puntare fortemente sulla produzione di energia nucleare. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta vengono costruiti ben 32 reattori Classe 900. La seconda fase dell’espansione dell’atomo avviene intorno al 1990 quando vengono costruiti altri 20 reattori, ma Classe 1300. Dopo una pausa di alcuni anni, nel 1999 il Parlamento francese ribadisce la necessità di investire sull’atomo per evitare l’importazione di elettricità da paesi terzi e per limitare le emissioni di CO2. Vengono costruiti anche gli ultimi 4 reattori. Nel 2004 il consiglio della compagnia Électricité de France (EDF) decide di costruire la prima unità EPR Areva della centrale di Flamanviille, ma i lavori procedono a rilento. Ancora oggi non è chiaro quando l’impianto entrerà in funzione.

A questa storia tra le mura domestiche, ne va aggiunta anche una più esotica. Tra il 1966 e il 1996, l’atollo corallino di Mururoa, nella Polinesia francese, viene utilizzato da diversi presidenti per effettuare test nucleari. Per la precisione 179. Il momento più critico è quello sotto la presidenza di Jacques Chirac. Dopo una moratoria voluta da François Mitterrand nel 1992, Chirac decide di ripartire con le esplosioni provocando proteste in tutto il mondo. Oggi la Francia è membro del Trattato internazionale che vieta i test nucleari.

Quanto gli stati europei dipendono dall’atomo:

  • Francia: 74.12%
  • Slovacchia: 51,8%
  • Belgio: 51,16%
  • Ucraina: 45,11%
  • Ungheria: 42,1%
  • Svezia: 38,13%
  • Svizzera: 38,01%
  • Slovenia: 37,3%
  • Rep. Ceca: 33,27%
  • Bulgaria: 33,13%
  • Finlandia: 28,43%
  • Germania: 22,5%
  • Spagna: 20,09%
  • Romania: 19,48%
  • Russia: 17,09%
  • Gran Bretagna: 15,66%
  • Islanda: 0%

– Fonte: Corriere della Sera

 

Marcoule

Il sito nucleare dove è avvenuto l’incidente in cui un uomo è morto carbonizzato e quattro sono feriti è alle porte della Provenza, tra i comuni di Chusclan e Codolet, vicino ad Avignone. Qui furono realizzati i primi reattori per la costruzione della bomba atomica francese, qui è nata la prima filiera di una tecnica oggi obsoleta (grafite-gas) per la produzione di energia elettrica, e nel 1970 è stato impiantato il primo reattore sperimentale Phénix, operativo fino al 2009. La costruzione dei tre reattori Ungg da 79 MW totali è cominciata nel 1955, l’inizio della produzione di elettricità data 1959.

Dal 1995 è sede dell’industria Melox per la produzione del Mox, mix uranio-plutonio per riciclare il plutonio da combustibile nucleare proveniente da La Hague. Si pensa che tra il 2015 e il 2020 ospiterà il reattore sperimentale Astrid (Advanced Sodium Technical Reactor for Industrial Demonstration). L’incidente è avvenuto in una centrale di riprocessamento di scorie a bassa radioattività gestita da Areva e dal Cea, il Commissariat à l’énergie atomique et aux énergies alternatives.

Due punti

“Non è Fukushima, e meno male. Rispetto a Chernobyl è una increspatura d’acqua. Ma quello che è successo nell’impianto di riprocessamento francese Centraco di Marcoule è un qualcosa che dovrebbe lo stesso preoccupare perché mostra come la normale gestione degli impianti atomici sia strutturalmente sull’orlo del precipizio. Mette sotto gli occhi di tutti, come scrisse il 6 aprile 2011 in un profetico documento l’autorità di sicurezza nucleare francese ‘le costanti lacune di sicurezza dell’impianto di Marcoule’. Indica cioè la intrinseca insicurezza di una filiera nucleare che nella sola Francia mediamente produce, come normale e sottaciuto sottoprodotto, un centinaio di piccoli incidenti l’anno”

– Alessandro Farruggia, Il Giorno, 13/9/2011

“Il volto faustiano dell’industria nucleare alla fine si è palesato anche in Europa, addirittura nella Francia cartesiana delle 58 centrali atomiche che ha in dono tanta energia ma comincia a sospettare di avere compromesso la tranquillità dell’anima. Non è chiaro quali saranno le conseguenze politiche, a Parigi e in Europa”

– Danilo Taino, Corriere della Sera, 13/9/2011

 

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