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Entro il 2030 viaggeremo a batteria, lasceremo che le vetture si gestiscano autonomamente e saremo perennemente connessi. Ecco la visione del futuro secondo il colosso tedesco Bosch, in prima linea nella riduzione degli incidenti e delle emissioni inquinanti.
Quando azioniamo l’acceleratore di una vettura elettrica, oppure affondiamo con decisione il pedale del freno, chiamando in causa l’impianto antibloccaggio delle ruote (Abs), oppure, ancora, programmiamo la ricarica delle batterie, maturiamo un debito di gratitudine nei confronti di un nutrito gruppo di aziende che da anni studiano, sviluppano e prototipano i sistemi elettronici che ci assistono. Aziende tra le quali, nella stragrande maggioranza dei casi, spicca la tedesca Bosch, da sempre impegnata nella massimizzazione delle performance e della sicurezza al volante.
Elettrico, autonomo e connesso. Ecco come sarà il futuro della mobilità secondo Bosch. Il colosso tedesco, in grado di spaziare dalla produzione degli elettrodomestici e degli utensili da lavoro alla realizzazione dei componenti di primo equipaggiamento per le vetture – attività che vede il brand teutonico al top per la fornitura di componenti alle case costruttrici – è da sempre in prima linea negli ambiti della ricerca e sviluppo. Il citato Abs, ad esempio, oggi indispensabile e di serie per tutti i modelli di nuova concezione, deve i propri natali proprio al Gruppo di Stoccarda che, a partire dal 1978, ha reso tale tecnologia disponibile in grande serie. Identico discorso per soluzioni hi-tech quali il controllo della trazione e della stabilità, lo sviluppo degli accumulatori al litio e i fari allo Xeno. Per questo, oggi, l’orientamento di Bosch verso la mobilità elettrica e autonoma suona come una vera e propria profezia.
La mobilità del futuro sarà elettrica. Punto. Senza se e senza ma. Spazierà, più precisamente, dai modelli ibridi plug-in a quelli alimentati esclusivamente a batteria, pur perdurando la necessità di sviluppare ulteriormente i powertrain a ridotte emissioni e le soluzioni per lo stoccaggio dell’energia – dalle celle automotive agli accumulatori domestici per la ricarica privata – passando per le soluzioni votate a un “rifornimento” pulito sino ad arrivare alla mobilità non solo su grande scala, ma anche per coprire il cosiddetto “ultimo miglio”, vale a dire gli spostamenti verso i centri urbani. Là dove le auto non possono arrivare. Una proiezione verso la sostenibilità che, secondo Bosch, potrà essere più rapida grazie alla diffusione del proprio sistema eAxle. Un powertrain elettrico compatto e flessibile, adattabile a svariati modelli così da accelerare l’elettrificazione delle gamme di molteplici costruttori. Adattabile tanto ai Suv quanto alle berline, alle ibride o alle auto alimentate esclusivamente a batteria, eAxle è in grado di erogare potenze comprese tra 70 e 400 cv.
La guida autonoma, croce e delizia dei costruttori d’auto, sarà protagonista della mobilità del futuro. Dal 2030 vedremo circolare i primi veicoli di Livello 5, vale a dire in grado di gestirsi nel traffico in totale assenza del conducente, laddove il mercato ad oggi non si spinge oltre il Livello 3, appannaggio della rinnovata ammiraglia Audi A8. Una soglia di automazione in base alla quale la vettura è in grado sì di guidare senza l’intervento umano, ma con la costante presenza e attenzione del conducente, chiamato a riprendere il controllo in caso di necessità o emergenza. Una soglia per il cui superamento Bosch è impegnata in prima linea con il duplice obiettivo di rendere più sicura la circolazione stradale, scongiurando gli incidenti, e snellire il traffico, a tutto vantaggio della sostenibilità. Entro vent’anni, infatti, la diffusione delle vetture senza guidatore porterà alla riduzione dell’80 per cento del congestionamento urbano e alla disponibilità, per ogni individuo, di 56 minuti di vita in più, oggi “sprecati” stringendo tra le mani un volante.
La sostenibilità, secondo Bosch, non può essere sviluppata a livello puramente individuale. Deve, anzi, essere un obiettivo collettivo, perseguito mediante il terzo pilastro dell’edificio strategico sul quale poggia il futuro del colosso tedesco: la connettività. Le vetture non solo dialogheranno con i device portatili degli utenti, apprendendone gusti, desideri e necessità – e scongiurando la piaga dell’utilizzo degli smartphone al volante – ma “parleranno” tra di loro, secondo la cosiddetta strategia “car-to-car” che permette di condividere informazioni da veicolo a veicolo, e con le infrastrutture, secondo la logica car-to-X. Un orizzonte nel quale le informazioni saranno disponibili mediante cloud, quindi dando per scontato che internet diventi una dotazione standard a bordo di tutte le auto, trasformate in grandi hotspot. Un’evoluzione decisamente hi-tech.
Elettrificazione, automazione e connettività non sono il fine ultimo dell’attività dei principali player del mondo automotive, Bosch inclusa. I veri obiettivi hanno un respiro decisamente più ampio e consistono nella riduzione delle emissioni inquinanti, dello stress e dell’incidenza dei sinistri. In estrema sintesi, il miglioramento della qualità della vita.
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