
Migliaia di persone sono scese in strada in Kenya per protestare contro il governo e la brutalità della polizia. Che ha aperto il fuoco, uccidendo 16 manifestanti.
Il governo israeliano ha rigettato l’ipotesi di un’inchiesta indipendente sugli scontri nella striscia di Gaza che hanno portato all’uccisione di 17 palestinesi.
Si tratta di “richieste ipocrite” e per questo “non ci sarà alcuna commissione d’inchiesta” su quanto accaduto nella striscia di Gaza venerdì 30 marzo. Ad affermarlo è il ministro della Difesa israeliano Avigdor Lieberman, che ha risposto così a chi chiedeva di fare luce sull’accaduto.
Una grande manifestazione organizzata dai palestinesi al confine con Israele è sfociata infatti in violenti scontri con l’esercito della nazione ebraica. Quest’ultimo ha aperto il fuoco sulla folla uccidendo diciassette persone e ferendone circa 1.400. “Mi congratulo con i nostri soldati”, ha aggiunto il primo ministro Benjamin Netanyahu, spiegando che il suo è “l’esercito più etico del mondo. Pertanto non accettiamo di ricevere lezioni da chi bombarda civili da anni senza pietà”.
Il riferimento è al presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan, che nel corso di una trasmissione televisiva ha commentato i fatti di Gaza rivolgendosi direttamente al capo del governo di Tel Aviv: “Sei un terrorista che occupa quelle terre. Ciò che stai facendo ai palestinesi rimarrà nella storia e noi non lo dimenticheremo mai”.
Al di là delle parole provenienti da Ankara, però, è una buona parte della comunità internazionale e delle organizzazioni di difesa dei diritti dell’uomo che ha puntato il dito contro l’esercito israeliano, soprattutto per via dell’uso di proiettili veri e non di gomma. Lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, e l’Alta rappresentante dell’Unione europea per gli Affari esteri, Federica Mogherini, hanno domandato un’inchiesta indipendente. Da parte loro, gli Stati Uniti hanno bloccato, sabato sera, un progetto di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu con il quale – oltre a chiedere l’indagine sull’accaduto – di chiedeva “a tutte le parti in causa di adoperarsi per prevenire nuove escalation”.
Israel rejects UN call for inquiry into Gaza killings https://t.co/2EO37X1usF pic.twitter.com/wWh53Ak739
— euronews (@euronews) April 2, 2018
Israele, intanto, mantiene la propria posizione: i suoi soldati hanno sparato perché alcuni manifestanti palestinesi si erano avvicinati troppo alla zona di frontiera. A tale ricostruzione ha risposto la ong Amnesty International: “È difficile credere – ha affermato l’associazione – che il lancio di pietre e altri oggetti verso la barriera da parte di alcuni palestinesi possa aver rappresentato una minaccia per la vita di militari ben equipaggiati, protetti da tiratori scelti, carri armati d’assalto e droni”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Migliaia di persone sono scese in strada in Kenya per protestare contro il governo e la brutalità della polizia. Che ha aperto il fuoco, uccidendo 16 manifestanti.
L’unico paese dell’Asia centrale con una volontà democratica sembra essere il Kirghizistan. Ma ora sta compiendo passi falsi sulla libertà di stampa, ossigeno per la democrazia.
L’ultimo attacco, nel sud della Striscia di Gaza, ha causato oltre 50 morti e centinaia di feriti. Israele continua a usare la fame come arma contro i palestinesi.
Benché non si tratti di caldo record, il servizio meteorologico americano ha deciso di diramare un’allerta in Alaska: “Una presa di coscienza”.
Centinaia di aerei militari israeliani hanno bombardato siti militari e nucleari dell’Iran. Netanyahu ha detto che l’operazione sarà lunga e ora si attende la risposta dell’Iran.
Una serie di operazioni anti-immigrazione hanno causato proteste a Los Angeles. Donald Trump ha risposto con l’invio dell’esercito, alzando la tensione.
A bordo della Madleen, gestita dalla Freedom Flotilla Coalition, c’erano pacchi di aiuti umanitari e l’attivista Greta Thunberg. L’equipaggio è in stato di fermo in Israele.
La misura è stata annunciata il 4 giugno dal presidente Trump. Per l’Onu è un provvedimento discriminatorio e che suscita preoccupazioni.
La Sierra Leone è uno degli stati africani più esposti al rischio di carestie e calamità naturali. Anche a causa della deforestazione, fenomeno che l’Occidente sembra voler ignorare.