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L’undicesima edizione di Slow Fish si terrà a Genova dall’1 al 4 giugno e avrà come tema il “coast to coast”, inteso come interconnessione tra mari e vita terrestre.
Per l’11esimo anno di fila, Slow Fish sbarca a Genova per il consueto weekend ricco di incontri, convegni e attività educative per famiglie e bambini. Dall’1 al 4 giugno, l’appuntamento organizzato da Slow Food e regione Liguria, in collaborazione con il Comune di Genova, animerà il Porto Antico del capoluogo ligure.
Coast to coast è il tema dell’edizione 2023 (qui il programma), un modo per sottolineare che mari, oceani e tutte le acque interne sono sistemi interconnessi non solo tra di loro ma anche con la vita terrestre. Basti pensare al ruolo che mari e oceani esercitano sul clima, o al fatto che ogni nostro comportamento sulla terraferma, singolo o collettivo, genera ricadute profonde sulla salubrità delle acque. Al centro delle conferenze di Slow Fish, oltre al rapporto tra il mare e la terra, sono altri tre i temi che riguardano da vicino gli ecosistemi acquatici come la crisi climatica e siccità, la problematica dei rifiuti in mare, a partire dalla plastica, e le esperienze di chi li studia e li raccoglie, e il ruolo di primo piano che svolgono le città costiere, in quanto luoghi di scambio per eccellenza fra popolazioni, culture e merci.
C’è una Slow Fish Arena, dove gli approfondimenti vedono protagonisti biologi marini, studiosi, scrittori, climatologi e rappresentanti delle istituzioni, ma anche i pescatori e i mitilicoltori, la cui testimonianza spesso si fa denuncia di problematiche ambientali, economiche, sociali.
“Ogni due respiri che facciamo, uno lo dobbiamo al mare” ricorda la scienziata, divulgatrice e attivista Mariasole Bianco, ospite di Slow Fish insieme ad altri nomi del settore tra cui il biologo e “planctologo” Pierre Mollo, il divulgatore scientifico dell’European research institute onlus Franco Borgogno, l’oceanografo dell’università di Genova Marco Capello, il sindaco di Pollica Stefano Pisani, il paese dove Angelo Vassallo è stato ucciso dalla camorra. Pisani parlerà al pubblico dell’importanza della posidonia dal punto di vista ecologico: la posidonia, infatti, è una pianta acquatica ingiustamente considerata da molti come una forma d’inquinamento. Non piace ai bagnanti che se la ritrovano in acqua, eppure è importantissima per l’ecosistema costiero, perché non solo preserva l’erosione costiera delle spiagge, ma è anche un incubatore di biodiversità. “Alla fine del suo ciclo vitale arriva sulle spiagge, ed è in questa fase che a Pollica la recuperiamo per il suo smaltimento. Su un sentiero naturalistico collocheremo un impianto di smaltimento di piccola taglia, dove la posidonia e i rifiuti organici saranno smaltiti e trasformati in energia, un’energia utile a coprire il fabbisogno di 5mila famiglie”, ha raccontato Pisani.
Gli altri temi trattati sono quelli impellenti per la salute dei nostri mari e non nuovi per Slow Fish: gli effetti dei cambiamenti climatici, l’inquinamento da plastica ma naturalmente ampio spazio viene lasciato alla voce dei pescatori. Ci sono le cooperative dei pescatori liguri, gli artigiani dell’isola del Giglio, quelli di Portonovo minacciati dalla pesca selvaggia e poi le voci dal sud, in particolare dal Cilento e dal golfo di Catania.
Come ogni anno si parlerà anche di cibo e come quello di mare può diventare più sostenibile. C’è una specie di cui si parlerà molto a Slow Fish ed è il gambero di fiume: si tratta di un crostaceo che vive nei corsi d’acqua dell’Italia. Un tempo era molto comune, ma da diversi anni è in serio pericolo e va aiutato. Altre specie di gambero, tutte provenienti da luoghi lontani, si stanno diffondendo dove vive il gambero di fiume italiano: il gambero della Louisiana, quello della California, e il gambero americano, oltre a essere grossi, forti e resistenti, sono portatori sani di una malattia molto pericolosa che uccide i nostri gamberi. Ma non è finita qui: l’inquinamento dei corsi d’acqua, la pesca illegale e l’aumento delle temperature sono altri pericoli a cui il gambero di fiume italiano deve cercare di sopravvivere.
I cuochi sono protagonisti, fianco a fianco con i pescatori, nella tutela e valorizzazione della pesca sostenibile in diverse occasioni organizzate per esplorare il concetto di ecosistemi costieri in una molteplicità di preparazioni e nelle lezioni di cucina con Slow Food. Così come molteplici sono le scelte del mercato di Slow Fish: pesci, conserve, sali, spezie e oli extravergini e poi ancora erbe officinali e aromatiche, frutta e ortaggi. Nei giorni di Slow Fish, il Porto Antico si trasforma in una piazza di bancarelle ricche di prodotti regionali e di presìdi Slow Food, che tutelano la ricchezza di biodiversità dell’ecosistema costiero, dai prodotti ittici e le tecniche di pesca al patrimonio viticolo e olivicolo. Naturalmente, ci saranno anche prodotti internazionali: dai mari caraibici alle coste bretoni, fino ai mari dell’estremo nord e al golfo di Taranto, dove è stato inaugurato il presidio ittico più recente, la cozza nera di Taranto.
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