
Una missione scientifica in un atollo della Polinesia francese ha permesso di scoprire l’esistenza di coralli che sopravvivono in acque molto calde.
Ogni stagione ha i suoi termini e le sue parole chiave. Queste sono quelle dell’estate. L’approfondimento di 3bmeteo.com per evitare confusione, perché il caldo non è tutto uguale.
Caldo torrido, afa, tornado. Il glossario dell’estate si infittisce e il sito di meteorologia 3Bmeteo.com ha cercato di fare chiarezza sulla terminologia corretta per evitare confusioni inutili e combattere la disinformazione. Di seguito l’approfondimento del meteorologo Edoardo Ferrara.
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È un caldo secco associato a bassi tassi di umidità, tipico del deserto del Sahara. Proprio perché carente di umidità le masse d’aria possono raggiungere temperature particolarmente elevate, anche ben superiori ai 40 gradi. In questi casi ci si può difendere dalla canicola e dal sole intenso vestendosi con tessuti leggeri, chiari e, ovviamente, bevendo molto. Un accorgimento usato proprio dai beduini del deserto. Sulla nostra Penisola il caldo torrido lo possiamo sperimentare soprattutto in presenza di venti di caduta, ad esempio in condizioni di föhn al nordovest, garbino sulle adriatiche, grecale sulle tirreniche. In sua presenza il cielo è terso e azzurro.
È un caldo umido, associato ad elevati tassi di umidità. Le temperature associate spesso non sono particolarmente elevate (in genere non oltre i 32-33 gradi) proprio perché la presenza di umidità ostacola il surriscaldamento delle masse d’aria. Tuttavia anche se le temperature sono più basse, si soffre di più il disagio fisico rispetto al caldo torrido e le temperature percepite dal nostro organismo risultano più elevate di quelle reali. Questo perché la presenza di umidità nell’aria ostacola il processo di evaporazione del nostro sudore, meccanismo attraverso il quale il corpo si raffredda cercando di mantenere stabile la nostra temperatura. Questo ostacolo viene meno in presenza di aria secca che è in grado di ricevere agevolmente l’umidità rilasciata dall’evaporazione del nostro sudore. Sulla nostra Penisola il caldo afoso è più frequente in Valpadana e lungo le coste. In sua presenza il cielo è tutt’altro che terso e può assumere il tipico colore biancastro o “giallognolo”.
Sono concettualmente la stessa cosa; il termine tornado viene solitamente riferito ai vortici americani, mentre tromba d’aria è un termine utilizzato per i vortici italiani; ma in realtà non c’è alcuna differenza. Tutt’altra cosa sono invece i cicloni e gli uragani, sistemi a larga scala che per dinamica ed effetti non c’entrano davvero nulla con i tornado o le trombe d’aria, il cui raggio d’azione è solitamente limitato a pochi chilometri e la cui genesi ha meccanismi totalmente differenti.
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