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Il 20 aprile sono stati annunciati i vincitori 2015 del premio Goldman per l’ambiente, il Goldman environmental prize. È la più alta onorificenza che dal 1990 premia gli attivisti di tutto il mondo che si dedicano alla salvaguardia dell’ambiente, spesso correndo anche grossi rischi personali. Per questo viene spesso definito il Nobel per l’ambiente.
Il 20 aprile sono stati annunciati i vincitori 2015 del premio Goldman per l’ambiente, il Goldman environmental prize. È la più alta onorificenza che dal 1990 premia gli attivisti di tutto il mondo che si dedicano alla salvaguardia dell’ambiente, spesso correndo anche grossi rischi personali. Per questo viene spesso definito il Nobel per l’ambiente.
Phyllis Omido del Kenya è stata premiata nella categoria Africa, assieme ad altri cinque vincitori provenienti dagli altri continenti: ciascuno di loro ha ricevuto 175mila dollari, destinati a finanziare le loro attività.
Phyllis è una madre single che vive in una baraccopoli di Mombasa, in Kenya. Grazie al suo impegno una fonderia di piombo che stava avvelenando la sua comunità attraverso l’inquinamento delle fonti acquifere ha bloccato le sue attività.
L’allarme sui pericoli causati dalla fonderia lo ha dato quando è stata assunta dallo stabilimento per stilare un rapporto sul suo impatto ambientale. Phyllis ha scoperto che la contaminazione da metalli pericolosi minacciava i residenti di Owino Uhuru, ma i dirigenti l’hanno licenziata, ignorando i risultati della sua inchiesta.
Poi suo figlio, allora neonato, si è ammalato. I dottori hanno trovato livelli allarmanti di piombo nel suo sangue, che probamente gli era stato passato dalla madre attraverso il latte materno. Phyllis, che ha cominciato fare pulizie domestiche per pagare le spese mediche di suo figlio, ha continuato il suo impegno per far chiudere la fonderia, mobilitando i membri della sua comunità e fondando il Center of justice, governance, and environmental action (Cjgea).
Il suo attivismo l’ha portata a subire violenze ed ingiustizie. Ha trascorso del tempo in carcere per aver manifestato contro la fonderia e una sera, tornando a casa, due uomini armati l’hanno attaccata brutalmente.
Grazie al suo coraggio, però, le attività della fonderia si sono fermate nel gennaio del 2014. Da allora diversi senatori hanno promesso che tutti le persone che fanno parte della comunità di Owino Uhuru potranno accedere a controlli per verificare i livelli di piombo e di altri metalli nel sangue e che la contaminazione causata dalla fonderia verrà ripulita. Phyllis ora è concentrata affinché le promesse dei senatori vengano rispettate e si sta mobilitando per portare il caso in tribunale.
Altri cinque eroi, attivisti per l’ambiente sono stati scelti dal premio Goldman 2015. Myint Zaw (Birmania, Myanmar) per aver fermato la costruzione di una diga nel fiume Irrawaddy, che minacciava 18mila persone con lo spostamento forzato; Howard Wood (Regno Unito), impegnato a proteggere le acque scozzesi dalla pesca industriale attraverso la fondazione di aree marine protette; Jean Wiener (Haiti), anche lui attivo nella protezione delle risorse marine grazie alla sua campagna per stabilire la prima area marina protetta ad Haiti; Marilyn Baptiste (Canada), capo indigena, che ha fermato l’apertura di una miniera d’oro e di rame; Berta Cáceres (Honduras), leader della mobilitazione di una comunità indigena che ha bloccato la costruzione di una diga che avrebbe isolato la comunità dalle sue risorse naturali.
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