Guna, quando la sostenibilità è fatta di progetti concreti

Trasparenza, sostenibilità, impegno nel sociale sono concetti ormai diffusi nel mondo delle aziende ma spesso poveri di un vero significato. Non è il caso di Guna, che li ha concretizzati nel presente guardando anche al futuro.

Guna è l’azienda leader in Italia nella produzione di farmaci di origine biologico-naturale. Nata nel 1983 a Milano, è ora presente con propri prodotti e distributori in 40 Paesi del mondo. L’azienda ha una spiccata attenzione per la propria responsabilità sociale, e da tempo collabora con LifeGate a diversi progetti per migliorare la sostenibilità del proprio business. Abbiamo intervistato il Dott. Alessandro Pizzoccaro, co-fondatore insieme alla moglie Adriana Carluccio, e presidente esecutivo.

Lei ama sottolineare che la vostra prima preoccupazione in termini di responsabilità sociale, è il “core” stesso del vostro business, ovvero produrre farmaci. Perché?
È corretto, produciamo farmaci efficaci, naturali, scientificamente testati e senza effetti collaterali, la nostra prima attività di csr è quindi nella nostra stessa mission: migliorare la salute delle persone nel rispetto di un sistema di salute innovativo, centrato innanzitutto sulla prevenzione delle malattie. Il nostro modello di business – in sostanza – è costruito in modo esattamente opposto alle normali aziende farmaceutiche: noi vinciamo quando il paziente sta bene, non quando di ammala. È un principio antichissimo, che si perde nella notte dei tempi e nelle medicine tradizionali, che hanno come scopo il mantenimento in equilibrio dell’organismo, e che Guna ha rivisitato in chiave innovativa con una serie di farmaci e integratori d’avanguardia. Viviamo quindi il tema del benessere delle persone in modo centrale, e non ancillare, rispetto alla nostra attività.

sistema di produzione Guna
Il sistema di produzione Guna opera nel rispetto dell’ambiente © Guna

Con LifeGate, la collaborazione è di lunga data. Perché vi siete “scelti”?
Penso vi sia una totale omogeneità di vedute: entrambe le aziende – LifeGate e Guna – hanno come mission migliorare il benessere delle persone nel rispetto dell’ambiente. I nostri farmaci peraltro, sono a impatto ambientale praticamente zero, essendo centrati sull’uso di “microdosi” di principio attivo in grado di attivare le naturali difese dell’organismo. Con LifeGate, nel tempo, abbiamo promosso vari progetti, abbiamo aderito ad esempio ad Impatto Zero, ovvero compensiamo le emissioni dei nostri stabilimenti industriali mediante programmi di riforestazione nel Sud del mondo. Poi ultimamente abbiamo adottato 50mila api: un microprogetto di apicoltura urbana che ci sta molto a cuore, perché quei piccoli preziosi animaletti volanti sono una delle chiavi di volta dell’intero ecosistema: la scomparsa delle api mette in pericolo la nostra sicurezza alimentare e il nostro futuro. Non penso sia necessario aggiungere altro circa la necessità di attivarsi in tal senso.

Qualche altro progetto che le sta particolarmente a cuore?
Parlando di responsabilità sociale, ne sosteniamo molti. Mi viene in mente “Energy Saving”, che ci ha permesso di diventare in larga parte autonomi dal punto di vista energetico, producendo energia pulita grazie a un apparecchiatura di trigenerazione all’ultimo piano del nostro grande stabilimento di Milano, e risparmiando anche denari, perché reputo che la csr sia sicuramente vincente quando esce da una dimensione meramente filantropica e aiuta a liberare risorse che possono essere spese – ad esempio, nel nostro caso – in nuova ricerca scientifica; ma anche il Giardino della Minerva, ovvero il più antico orto medicinale d’Europa, un gioiello botanico che prima del nostro intervento era praticamente sconosciuto in Italia, sebbene sia legato all’antica Scuola medica salernitana, e ciò a riprova che non serve andare all’estero per trovare delle eccellenze da sostenere.

stabilimento Guna a Milano
Lo stabilimento Guna di Milano è per la maggior parte alimentato da energia pulita © Guna

Pochi giorni fa ha riaperto il Teatro alla Scala, con rigidi protocolli anti-Covid, mandando in scena un concerto con il baritono Luca Salsi, la pianista Beatrice Rana e il violoncellista Mischa Maisky. Le strade di Guna e della Scala, si sono incrociate, qualche anno fa, e non si sono più separate. Ci racconta qualcosa?
Il senso del progetto è ben riassunto dal nome: “Benessere in scena”, un percorso che prevede talk di approfondimento sul benessere che si svolgono in Scala prima dei balletti più importanti. Soprattutto, stiamo cercando di misurare l’effetto benefico per l’organismo della fruizione dell’atto artistico, settore nel quale le ricerche scientifiche d’avanguardia sono sempre più numerose: vedere e ascoltare musica e immagini genera un affetto positivo sul corpo umano, con la produzione di ormoni del benessere in quantità statisticamente significativa. Se mi è consentito dirlo, le cose banali non ci piacciono, rispetto a una normale sponsorship con il nostro logo sui manifesti, abbiamo preferito un progetto “di sostanza”.

Covid-19 e post Covid-19: come avete vissuto e state vivendo questi delicati momenti?
Durante l’emergenza pandemica abbiamo continuato a produrre e vendere farmaci, specie quelli destinati alla prevenzione, centrati sull’innalzamento delle barriere immunitarie. Non abbiamo lasciato a casa nessun dipendente, e abbiamo deciso di non pesare sul bilancio dello Stato già gravato da molti oneri, quindi non abbiamo richiesto alcun supporto o sovvenzione, né cassa integrazione. Ci siamo cimentati con nuove formule di informazione ai nostri stakeholder più importanti, che sono, oltre ovviamente i pazienti, i medici e i farmacisti, molto più centrata sulla tecnologia e sulle connessioni in remoto: trovare un giusto equilibrio tra il digitale e la necessità di socializzazione di persona “nel mondo reale” è complesso e ambizioso. Ogni “crisi” porta con sé anche delle opportunità di cambiamento, sta poi a noi saperle cogliere: ci stiamo quindi interrogando su come “cambiare” – in meglio, mi auguro – per essere ben sintonizzati con le frequenze di un periodo drammatico, che sono però certo il Paese ha le energie per superare definitivamente e brillantemente.

famiglia Pizzoccaro di Guna
Dott. Pizzoccaro e figlie © Guna

Il vostro bilancio integrato è pubblicato online e aggiornato tutto l’anno in tempo reale. Perché una scelta di questo tipo?
Non abbiamo paura di metterci in discussione. I nostri stakeholder qualificati possono entrare nella piattaforma del social hub – questo è il nome del nostro sistema di rendicontazione integrata – e modificare loro stessi i testi, nel caso l’azienda abbia scritto qualche strafalcione o qualcosa di non genuino. “Trasparenza” è una parola troppo spesso abusata: abbiamo quindi pensato di darle concreta sostanza, per passare dalle dichiarazioni di mero principio, ai fatti concreti.

Quasi 40 anni, aziendalmente parlando, e non sentirli: quali progetti per il futuro?
Tantissimi, c’è una specie di euforia in azienda, in questo periodo. Non siamo perfetti, per niente, ma se non altro amiamo metterci in gioco e accettiamo le sfide. E condiamo il tutto con quel pizzico di piacere derivante dal saper andare, anche, controcorrente. Non voglio annoiare oltre i lettori di LifeGate: potranno seguirci sui nostri social per apprezzare le prossime novità di un’azienda che fa della medicina sistemica e delle “correlazioni” un mantra, consapevoli come siamo che l’organismo umano è un complesso e straordinario “insieme”, e non solo una mera sommatoria di organi. Ma la cosa forse più interessante che si riesce ad intravedere nel futuro dell’azienda, sono le mie cinque figlie, alcune delle quali già lavorano con passione in vari uffici dei nostri stabilimenti. Tra qualche anno sarà loro il timone, se lo desidereranno: così Guna potrà continuare a costruire futuro.

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