L’uso dei sottoprodotti dell’agricoltura nei mangimi animali può permettere un risparmio ecologico e una via diversa per l’ecosostenibilità ambientale.
Il contrabbando sta portando i ghepardi all’estinzione
L’aumento della domanda di ghepardi come animali da compagnia negli stati del Golfo sta decimando le già esigue popolazioni di felini.
Il ghepardo (Acinonyx jubatus) lo immaginiamo sfrecciare libero nella savana, nelle praterie dell’Africa e dell’Iran, a caccia di gazzelle o a crogiolarsi al sole. Purtroppo è in crescita la gente che pensa che il suo posto sia la cuccia in giardino. Secondo una nuova ricerca curata dalla Cites (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), infatti, il ghepardo è uno degli animali più richiesti, specialmente in Medio Oriente, e di conseguenza più contrabbandati.
L’aumento della domanda sta contribuendo a decimare le già scarse popolazioni di felini portandole verso l’estinzione. I ghepardi vengono catturati quando sono ancora piccoli e indifesi, in modo che sia più facile trasportarli e successivamente addomesticarli. Secondo il rapporto due terzi dei cuccioli muoiono durante il trasporto. I ghepardi, famosi per essere gli animali terrestri più veloci del mondo, hanno perso quasi il 90 per cento della loro popolazione nel corso dell’ultimo secolo, restano in natura meno di 10mila esemplari e i numeri sono in costante calo.
Quella di catturare e addomesticare questi felini è un’usanza antica, un tempo i ghepardi venivano addestrati e impiegati dai nobili per la caccia, mentre oggi negli stati del Golfo rappresentano un vero e proprio status symbol. I ghepardi sono particolarmente facili da domare, soprattutto da cuccioli, e non è raro vederne a bordo di automobili, camminare al guinzaglio o esercitarsi su tapis roulant, forse la mortificazione più grande per un animale del genere.
Questi grandi felini non si riproducono facilmente in cattività, gli animali vengono quindi catturati in natura nel corno d’Africa e strappati per sempre alla vita selvaggia. La sottospecie che vive in quella zona conta attualmente circa 2.500 esemplari. Da lì gli animali vengono trasportati in barca dalla Somalia allo Yemen e poi su strada negli stati del Golfo, tra cui Arabia Saudita. Questi viaggi lunghi e in pessime condizioni, uniti allo shock della cattura e dell’allontanamento forzato dalla madre e dalla tana, si rivelano spesso insopportabili per i piccoli ghepardi, quasi il 70 per cento degli animali muore durante il tragitto.
La sottospecie più minacciata è quella che vive in Iran, secondo le stime rimarrebbero in natura circa cinquanta, settanta esemplari. La più grande popolazione di ghepardi, composta da circa 6.200 animali, si trova in Sud Africa. Anche i ghepardi sudafricani, però, hanno i loro problemi. In Namibia, Botswana e Zimbabwe è infatti consentito abbattere questi animali per sport, per un totale di oltre 200 uccisioni all’anno.
Nick Mitchell, studioso della Società zoologica di Londra, uno degli autori della relazione, si è detto cautamente ottimista. «Una migliore applicazione della legge potrebbe frenare il commercio illegale di ghepardi, i paesi interessati non possono più ignorare il problema».
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