
Passi avanti per il Trattato sull’alto mare, stallo sulle estrazioni minerarie, tentativi di riprendere i negoziati sulla plastica: il bilancio della Conferenza Onu sugli oceani (Unoc3) che si è tenuta a Nizza dal 9 al 13 giugno.
L’aumento della domanda di ghepardi come animali da compagnia negli stati del Golfo sta decimando le già esigue popolazioni di felini.
Il ghepardo (Acinonyx jubatus) lo immaginiamo sfrecciare libero nella savana, nelle praterie dell’Africa e dell’Iran, a caccia di gazzelle o a crogiolarsi al sole. Purtroppo è in crescita la gente che pensa che il suo posto sia la cuccia in giardino. Secondo una nuova ricerca curata dalla Cites (Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione), infatti, il ghepardo è uno degli animali più richiesti, specialmente in Medio Oriente, e di conseguenza più contrabbandati.
L’aumento della domanda sta contribuendo a decimare le già scarse popolazioni di felini portandole verso l’estinzione. I ghepardi vengono catturati quando sono ancora piccoli e indifesi, in modo che sia più facile trasportarli e successivamente addomesticarli. Secondo il rapporto due terzi dei cuccioli muoiono durante il trasporto. I ghepardi, famosi per essere gli animali terrestri più veloci del mondo, hanno perso quasi il 90 per cento della loro popolazione nel corso dell’ultimo secolo, restano in natura meno di 10mila esemplari e i numeri sono in costante calo.
Quella di catturare e addomesticare questi felini è un’usanza antica, un tempo i ghepardi venivano addestrati e impiegati dai nobili per la caccia, mentre oggi negli stati del Golfo rappresentano un vero e proprio status symbol. I ghepardi sono particolarmente facili da domare, soprattutto da cuccioli, e non è raro vederne a bordo di automobili, camminare al guinzaglio o esercitarsi su tapis roulant, forse la mortificazione più grande per un animale del genere.
Questi grandi felini non si riproducono facilmente in cattività, gli animali vengono quindi catturati in natura nel corno d’Africa e strappati per sempre alla vita selvaggia. La sottospecie che vive in quella zona conta attualmente circa 2.500 esemplari. Da lì gli animali vengono trasportati in barca dalla Somalia allo Yemen e poi su strada negli stati del Golfo, tra cui Arabia Saudita. Questi viaggi lunghi e in pessime condizioni, uniti allo shock della cattura e dell’allontanamento forzato dalla madre e dalla tana, si rivelano spesso insopportabili per i piccoli ghepardi, quasi il 70 per cento degli animali muore durante il tragitto.
La sottospecie più minacciata è quella che vive in Iran, secondo le stime rimarrebbero in natura circa cinquanta, settanta esemplari. La più grande popolazione di ghepardi, composta da circa 6.200 animali, si trova in Sud Africa. Anche i ghepardi sudafricani, però, hanno i loro problemi. In Namibia, Botswana e Zimbabwe è infatti consentito abbattere questi animali per sport, per un totale di oltre 200 uccisioni all’anno.
Nick Mitchell, studioso della Società zoologica di Londra, uno degli autori della relazione, si è detto cautamente ottimista. «Una migliore applicazione della legge potrebbe frenare il commercio illegale di ghepardi, i paesi interessati non possono più ignorare il problema».
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Passi avanti per il Trattato sull’alto mare, stallo sulle estrazioni minerarie, tentativi di riprendere i negoziati sulla plastica: il bilancio della Conferenza Onu sugli oceani (Unoc3) che si è tenuta a Nizza dal 9 al 13 giugno.
Cosa è successo e cosa possiamo imparare dal crollo del ghiacciaio del Birch.
Le bozze del ddl allo studio del governo prefigurano maglie molto più larghe per le attività venatorie: 44 associazioni chiedono spiegazioni ai ministri.
Il 2 giugno si celebra la Giornata mondiale delle torbiere. Un’occasione per parlare di questi ecosistemi poco conosciuti e silenziosi, ma fondamentali per il clima, l’acqua, la biodiversità e la memoria del nostro Pianeta.
La stagione estiva è ancora lontana, ma dal Regno Unito alla Russia, dai Paesi Bassi alla Turchia, in buona parte d’Europa impera già la siccità.
In occasione della Giornata mondiale delle api il Wwf pubblica un rapporto che lancia l’allarme sulla situazione degli insetti impollinatori nel mondo.
Per la prima volta dall’inizio delle rilevazioni nel 2019, lo scorso anno la deforestazione è stata stabile o in calo in tutti e sei i biomi del Brasile.
Le distese di sargasso nelle acque dell’Atlantico hanno raggiunto livelli record. Ma c’è anche chi si rimbocca le maniche per cercare soluzioni.
È aumentato il numero di Comuni italiani sui cui territori sono presenti spiagge alle quali è stata riconosciuta la Bandiera blu.