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L’innovazione può dare un futuro sostenibile ai polmoni verdi del nostro pianeta: lo sottolinea l’edizione 2024 del report Fao sullo stato delle foreste.
Secondo il Rapporto GreenItaly di Fondazione Symbola-Unioncamere le aziende femminili hanno una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità.
Se la cultura della sostenibilità e del rispetto per le risorse naturali si stanno diffondendo con crescente convinzione, a prescindere dal genere, sono le donne ad essere maggiormente attente all’ambiente. Lo aveva rivelato lo scorso anno uno studio della Commissione europea, e sembra che questa tendenza valga anche per il mondo imprenditoriale. Secondo il rapporto GreenItaly 2017, elaborato con i dati di Fondazione Symbola-Unioncamere e le stime di Si.Camera, le imprese femminili evidenziano infatti una maggiore attenzione ai temi della sostenibilità.
Sono il 30,2 per cento in Italia le imprese femminili del terziario con almeno un dipendente che hanno investito negli ultimi otto anni, dal 2010 al 2017, in prodotti e tecnologie sostenibili, contro il 24,3 per cento delle imprese maschili. Proprio questo settore dell’economia, costituito da attività di servizio molto diverse tra loro, come alberghi, studi tecnici di progettazione o agenzie di marketing, vede una forte presenza di imprenditrici. “Il terziario di mercato è la prima scelta delle donne che vogliono fare impresa, oltre il 70 per cento delle imprenditrici, infatti, la fa nei nostri settori dove si produce più valore, più benessere più futuro forse anche grazie a una marcia in più che hanno le donne”, ha dichiarato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli.
Le imprese guidate da donne sono per la maggior parte propense a occuparsi di #commercio, ben 7 su 10 si occupano di questo settore. E la maggior parte mostrano una particolare attenzione alla sostenibilità e alla green economy. #TerziarioDonna pic.twitter.com/NMN4DdcaoB
— terziariodonna (@terziariodonna) 30 maggio 2018
Le imprese femminili si caratterizzano dunque per una maggiore tendenza sia ad investire nella green economy rispetto a quelle maschili, che a prestare maggiore attenzione alla responsabilità sociale di impresa. Anche uno studio statunitense, condotto nel 2014 dall’università di Berkley, ha dimostrato che nelle imprese in cui le donne ricoprono ruoli manageriali si registrano migliori performance, maggiori scelte e politiche di sostenibilità e una drastica riduzione della corruzione.
A dispetto dell’ancora radicata connotazione maschilista della nostra società, il numero delle imprese femminili iscritte al Registro delle Camere di commercio è in costante crescita. Sono oltre un milione e 330mila e rappresentano il 21,86 per cento del totale delle imprese, secondo i dati dell’Osservatorio per l’imprenditoria femminile di Unioncamere e InfoCamere. Alla fine del 2017 le attività produttive gestite da donne erano quasi 10mila in più rispetto all’anno precedente e quasi 30mila in più rispetto al 2014. Non solo terziario, la presenza di imprenditrici è ben radicata anche nel settore dedicato alle attività artistiche, sportive e di intrattenimento.
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