L’estate 2021 continua a mostrare le conseguenze catastrofiche di eventi estremi aggravati dai cambiamenti climatici. Algeria, Tunisia, Turchia, Niger, Marocco, Giappone: ovunque incendi e inondazioni hanno mietuto vittime e generato una serie di devastazioni alle comunità.
L’estate rovente dell’Algeria
Il nord Africa è attanagliato da un’ondata di calore che ha portato le temperature a sfiorare i 49 gradi. In quest’area che si affaccia su un Mediterraneo sempre più bollente, il paese più colpito è sicuramente l’Algeria, dove gli incendi hanno ucciso finora 65 persone, tra militari impegnati a spegnere le fiamme e civili che hanno provato a difendere le proprie abitazioni. Gran parte dei roghi si sono registrati a Tizi Ouzou, la capitale della regione di Cabilia, 100 chilometri a est di Algeri.
Secondo il ministro dell’Interno, Kamel Beldjoud, dietro il divampare simultaneo di circa 50 incendi in diverse località “possono esserci solo mani criminali”. Infatti, la radio pubblica algerina ha annunciato l’arresto di tre piromani a Médéa. Un quarto è stato arrestato ad Annaba.
Ai roghi algerini si aggiungono interessi politici. Come riassume il giornalista Karim Metref, ci sono camion pieni di volontari pronti ad aiutare e quantità enormi di cibo, medicinali, vestiti, coperte, arrivati da ogni dove grazie alle reti solidali. Ma lo stato sta bloccando l’arrivo degli aiuti con complicazioni burocratiche e doganali con il fine di indebolire l’hirak, il primo movimento di protesta che ha portato alle dimissioni dell’ex presidente Bouteflika e che affonda le sue radici proprio in Cabilia.
Poco distante dall’Algeria c’è il Marocco, dove i vigili del fuoco stanno lottando per spegnere due grossi incendi nelle foreste della regione di Chefchaouen. 200 ettari sono già andati in fumo ma per fortuna non si contano vittime.
Brucia anche la Tunisia, dove il fuoco ha distrutto 450 ettari di foreste di pini e acacie nelle province settentrionali di Bizerte e Jendouba. L’istituto nazionale tunisino di meteorologia attribuisce gli incendi di questa estate alle alte temperature nel paese nordafricano.
Le inondazioni colpiscono il Niger
D’estate non c’è solo il fuoco a uccidere ma anche le inondazioni. Nel Niger, le intense piogge torrenziali degli ultimi giorni hanno ucciso almeno 64 persone, 32 annegate e 32 rimaste intrappolate sotto le macerie delle abitazioni crollate. Le precipitazioni hanno interessato a vario titolo un bacino di 70mila persone e danneggiato più di cinquemila abitazioni.
Ad esempio, vicino alla capitale Niamey – che per il terzo anno consecutivo è stata colpita dalle inondazioni – l’80 per cento del villaggio di Gaba Goura è stato spazzato via. “La popolazione vive in luoghi estremamente sensibili, paludosi, zone che si dice siano tecnicamente inadatte alla costruzione”, è stato il commento del comandante dei vigili del fuoco, il colonnello Sidi Mohamed.
Similmente, il bilancio delle vittime delle improvvise inondazioni in Turchia è salito a 70 persone, mentre le squadre di emergenza cercano i sopravvissuti nella devastata provincia di Kastamonu, sul Mar Nero. Secondo le autorità, i dispersi sarebbero ancora più di 300.
L’inondazione, la peggiore di tutta la storia della Turchia, è stata causata dalle piogge torrenziali e ha demolito case e ponti, spazzato via automobili e lasciato 330 comuni senza elettricità. Più di 1.700 persone sono state evacuate in tutta la regione, alcune sono state sollevate dai tetti con elicotteri e molte sono state temporaneamente ospitate nei dormitori comunali.
La devastazione delle regioni settentrionali in Turchia è giunta proprio mentre il sud del paese stava prendendo il controllo di centinaia di incendi che hanno ucciso otto persone e distrutto lunghe fasce di foresta. Le alte temperature e la bassa umidità continuano a creare le condizioni ideali per nuovi incendi (per esempio, nella vicina isola greca di Evia, un rogo ha appena distrutto 50mila ettari di pineta e innumerevoli case).
Il Giappone allerta un milione di cittadini
Infine il Giappone. Qui, nelle aree occidentali e a nord-est, la pioggia torrenziale ha innescato una serie di frane che finora hanno causato tre vittime e fatto evacuare dozzine di residenti. Nel paese, diverse tratte ferroviariesono state sospese, così come la produzione delle industrie nelle aree più colpite.
Anche il sud del Giappone fa i conti con le inondazioni. Sull’isola di Kyushu sono caduti oltre mille millimetri di acqua in una settimana, più di tre volte la quantità di pioggia che di solito si registra nell’intero mese di agosto. In generale, sono oltre quattromila le case danneggiate, mentre più di un milione di persone è stato esortato dalle autorità a trovare un riparo alternativo, poiché le condizioni meteo potrebbero peggiorare.
Nuovi acquazzoni, infatti, sono previsti nei prossimi giorni su un’ampia fascia del paese. Intanto gli scienziati affermano che la crisi climatica sta intensificando il rischio di forti piogge in Giappone – e non solo – in quanto un’atmosfera più calda può trattenere più acqua.
“Quando scaliamo ci sentiamo libere da tutto”. Le cholitas escaladoras, un gruppo di donne indigene boliviane, rompono gli stereotipi legati all’alpinismo e alla società.