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Le città indiane, di una certa dimensione, sono tra le più inquinate del mondo, il micidiale mix di miscela, kerosene e diesel invade l’aria e i polmoni
Si muovono in città, tra una città e l’altra, tra una
regione e l’altra, si muovono per non stare fermi: un viandante ha
diritto ad essere rifocillato, benedetto e rispettato da chiunque
incontri e quindi spesso, in quei luoghi, la sua vita è
migliore di quella di un sedentario.
Per muoversi usano tutti i mezzi immaginabili e non, in
città le suole dei sandali, i più poveri le piante
dei piedi e poi cicli, motocicli, risciò a spinta, a pedale,
a motore, taxi e bus, passaggi occasionali e tanto altro, come per
i lunghi viaggi, quando salgono sull’Indian proud (l’orgoglio
dell’India), la loro incredibile rete ferroviaria.
Proprio per questo motivo le città indiane, di una certa
dimensione, sono tra le più inquinate del mondo, il
micidiale mix di miscela, kerosene e diesel produce una
quantità di sostanze nocive incalcolabile e irrespirabile,
benzene, piombo, ossidi di azoto e zolfo creano quelle particelle
in sospensione (particolati), che si calcola uccidano almeno 20
persone al giorno nella sola India.
Fortunatamente oggi almeno l’intenzionalità sta cambiando,
fino a poco tempo fa, infatti, la non curanza nei confronti di
questa situazione contribuiva al costante peggioramento nelle
grandi e nelle medie città, oggi l’attivismo ambientalista
della corte suprema indiana ha decretato l’obbligo di passare al
metano per tutti i bus e di far funzionare elettricamente (a
batteria) tutti i risciò, che saranno identificati con una
striscia verde.
E’ solo un primo e piccolo passo che, da solo, certo non
sarà in grado di migliorare la disastrosa situazione dei
centri urbani hindustani, ma è un progresso importante,
testimone di un’inversione di tendenza che, si spera, darà
consistenti risultati in un futuro prossimo.
Serena Penagini
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