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Nel 2021 c’è stato un aumento del 280 per cento nel sequestro di legno di mangrovia in Indonesia. La pianta è un deposito di carbonio e funge da barriera all’innalzamento dei mari.
In Indonesia è esploso il contrabbando di mangrovie e questo potrebbe avere pesanti ripercussioni nella lotta ai cambiamenti climatici. Secondo le autorità nell’area delle isole Riau nel 2021 c’è stato un incremento del 280 per cento nel sequestro di legno di mangrovia, soprattutto sull’isola di Batam. L’attività illegale, intrapresa dalle comunità locali in risposta alla crisi economica legata al Covid-19, potrebbe privare le isole di una barriera importante all’innalzamento dei mari, rendendo anche difficile la riproduzione dei pesci che proprio tra le mangrovie depongono le loro uova.
Le mangrovie sono una specificità dell’Indonesia. Nel paese si trovano circa un quarto del totale di questo tipo di piante presente nel mondo, ma il disboscamento e gli allevamenti intensivi di alcune specie come i gamberetti ne hanno ridotto la diffusione negli anni scorsi. Ora però sta emergendo un altro problema, quello del contrabbando.
La polizia che opera nelle isole Riau, un arcipelago situato nell’Indonesia occidentale, ha reso noto che finora nel 2021 sono stati sequestrati 21.186 tronchi di mangrovie, contro i 7.647 di tutto il 2020. Un valore quasi triplicato, con il problema che è emerso soprattutto sull’isola di Batam. Il contrabbando di mangrovie nel paese è illegale e per chi commette il reato sono previsti fino a cinque anni di galera. Secondo le informazioni raccolte dalle autorità, il legname è destinato soprattutto alle vicine Malesia e Singapore.
Come sottolinea un abitante intercettato dalla piattaforma di news Mongabay, l’incremento nel contrabbando di legno di mangrovie sarebbe strettamente collegato al Covid-19. Le limitazioni agli spostamenti e gli effetti socio-economici della pandemia hanno reso la vita difficile per le comunità locali, che quindi si sono guardate attorno in cerca di nuove fonti di reddito. Anche la riduzione di specie marine ha giocato la sua parte, rendendo sempre meno sostenibile la vita dei pescatori, uno dei lavori più diffusi nell’arcipelago. Le mangrovie, di cui i litorali delle isole Riau sono ricche, si sono così trasformate in una miniera d’oro, visto l’appetito internazionale per questo legname.
Quello del contrabbando delle mangrovie è un grosso problema per l’ecosistema delle isole Riau. Le piante non sono soltanto una peculiarità del territorio davanti alla cui distruzione è difficile restare indifferenti, ma svolgono anche un ruolo fondamentale da un punto di vista ambientale sia nel presente che in ottica futura. È proprio tra i suoi fitti rami sommersi che i gamberi locali si riproducono e in un contesto in cui le specie marine sono già in forte diminuzione, togliere loro le mangrovie costituisce un ulteriore problema.
Ma le piante oggetto di contrabbando svolgono anche un ruolo importante nella lotta ai cambiamenti climatici. I loro fitti intrecci costituiscono delle vere e proprie barriere naturali che proteggono i litorali dall’innalzamento dei mari, questo in una macro-area come quella pacifica dove isole come Tuvalu stanno subendo sempre più drammaticamente il fenomeno. Inoltre, la fitta vegetazione di mangrovie è un importante deposito di carbonio, arrivando a immagazzinarne fino al quadruplo per ettaro rispetto alla foresta tropicale.
Vista l’importanza delle mangrovie e la loro sempre maggiore vulnerabilità a causa delle attività legali e illegali antropiche, le autorità indonesiane hanno avviato un piano di ripopolamento da 630mila ettari di queste piante, da concludersi entro il 2024. Il paese degli ultimi tre decenni ha perso il 40 per cento del totale delle sue mangrovie.
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