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Per la prima volta l’Indonesia approva una legge sulle violenze sessuali. Dopo dieci anni di attesa, ora sarà più facile ottenere giustizia per le vittime.
Per la prima volta nella storia dell’Indonesia, a dieci anni dalla presentazione della prima proposta, il parlamento ha approvato una legge contro la violenza sessuale. La legge, adottata il 12 aprile, punisce nove reati: molestie sessuali, contraccezione forzata, sterilizzazione forzata, matrimonio forzato, tortura sessuale, sfruttamento sessuale, schiavitù sessuale e violenza sessuale online. Il tentativo di alcuni parlamentari dei partiti conservatori di inserire nel testo il reato di adulterio, ovvero di avere una relazione sessuale fuori dal matrimonio, per fortuna è stato sventato.
La legge è stata accolta positivamente dagli attivisti per i diritti umani, anche se alcuni di loro ne hanno messo in evidenza la portata limitata: non sono incluse specifiche clausole relative ai reati di stupro e di aborto forzato, due fattispecie contemplate dal codice penale.
Le denunce di violenza sessuale sono aumentate in Indonesia, ma il perseguimento dei crimini sessuali è stato reso complicato in questi anni proprio dall’assenza di un quadro legislativo dedicato. Senza una legge che le proteggesse, anche le vittime sono sempre state restie a denunciare i crimini subiti. Ora la legge prevede pene detentive fino a 12 anni per i reati di abuso sessuale, sia coniugale che rivolto ad esterni, 15 anni per sfruttamento sessuale, 9 per i matrimoni forzati (inclusi i matrimoni minorili) e 4 anni per circolazione di contenuti sessuali non consensuali.
La commissione nazionale sulla violenza contro le donne, insieme ai gruppi della società civile, avevano proposto per la prima volta una legge di questo tipo già nel 2012. Inoltre, quattro anni dopo è stato presentato il primo disegno di legge alla Camera.
È seguito però un lungo periodo di stallo. Durato fino al mese di gennaio di quest’anno, quando il presidente Joko Widodo ha imposto al proprio governo di accelerare l’approvazione di una nuova legislazione in grado di facilitare il percorso che porta dalla denuncia di violenza sessuale alla sua condanna.
Il Partito per la giustizia e la prosperità, conservatore e legato al mondo islamico, si era opposto al disegno di legge, sostenendo che avrebbe dovuto regolamentare anche il sesso extraconiugale, ossia l’adulterio, e aveva chiesto il divieto dei rapporti tra omosessuali.
Benché si tratti di un passo avanti nel campo dei diritti umani, il tradizionalismo religioso ostacola ancora il processo sociale e culturale, per esempio, della comunità lgbt. Le violenze nei confronti delle persone lesbiche, gay, bisessuali, transessuali stanno aumentando in molte regioni dell’Indonesia e a oggi, a livello nazionale, non esistono leggi specifiche che ne tutelino i diritti.
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