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Più nota per essere la moglie di Arthur Miller che come fotografa, Inge Morath fu una delle prime donne a entrare nella prestigiosa agenzia Magnum. Alla Casa dei Carraresi a Treviso, la vita e le opere di un’artista di grande eleganza.
È la prima volta che in Italia viene organizzata una retrospettiva di Inge Morath, la fotografa austriaca vissuta lungamente negli Stati Uniti, che entrò a far parte già nei primi anni Cinquanta nella prestigiosa agenzia Magnum Photos. La mostra alla Casa dei Carraresi di Treviso dal 28 febbraio al 9 giugno 2019 è il racconto della vita di un’intellettuale, una donna e solo poi di una fotografa. “Appena ho cominciato a fotografare sono diventata subito felice”. Una figura femminile da non dimenticare.
Inge Morath ha avuto una lunga carriera, non solo come fotografa, ma come traduttrice, scrittrice, intellettuale. Come spesso accade alle donne però, specie in passato, viene ricordata soprattutto per l’uomo che ha sposato, Arthur Miller, drammaturgo, che prima di Inge prese in moglie niente meno che Marylin Monroe. La retrospettiva in programma a Treviso vuole raccontarci tutto di Inge Morath, non solo mostraci i suoi scatti: 150 immagini e ma anche decine di documenti fotografici che attraversano il periodo dal dopoguerra alla fine del secolo.
Inge Morath. La vita, la fotografia ripercorre tutti i principali reportage realizzati dalla fotografa austriaca: da quello dedicato alla città di Venezia a quello sul fiume Danubio; dalla Spagna alla Russia, dall’Iran alla Cina, alla Romania, agli Stati Uniti d’America passando per la nativa Austria. Forse immagini meno note, non “da copertina”, frutto però di un accurato lavoro di ricerca e analisi che Inge intraprendeva sempre prima di impegnarsi in un nuovo viaggio/progetto: è una delle caratteristiche riconosciutele quella di “scattare” con metodo e consapevolezza. Ad aiutarla in questo era anche la conoscenza di numerose lingue straniere che le permettevano di entrare con la testa e non solo con la macchina fotografica dentro le vicende.
E pensare che quando entrò alla Magnum erano solo in due donne: lei ed Eve Arnold, e a Inge venivano assegnati soprattutto soggetti ritenuti femminili o scartati dai colleghi maschi come balli delle debuttanti, eventi dell’alta società, carnevali e concorsi per cani che certo non le permettevano di far emergere il suo talento.
Parte della mostra alla Casa dei Carraresi è dedicata alla serie di ritratti celebri scattati da Inge Morath, si tratta soprattutto di persone che la fotografa ha conosciuto al di là del suo lavoro, che frequentava abitualmente e che quindi ha saputo immortalare con naturalezza, benché, come rivelò lei stessa, dietro ogni foto ci fosse un attento studio: “Mi preparo a fare ritratti con la stessa cura che per un viaggio in un nuovo paese. Leggo o guardo al lavoro dell’artista che deve essere fotografato. La preparazione è importante perché l’incontro stesso sia spontaneo e breve, un’espressione facciale è breve ed effimera come un’ombra. Invitandoli ad essere sé stessi, spero di trovare la verità interna”. Scrittori, pittori, poeti, tra cui lo stesso Arthur Miller, oltre ad Alberto Giacometti, Pablo Picasso, Alexander Calder e ancora Boris Pasternak o Philip Roth. Lo stesso tocco lo ritroviamo però anche negli sconosciuti, nelle scene di vita quotidiana in bianco e nero che raccontano e fermano un tempo reale ancora oggi.
Ciò che rimane, dopo aver visto i suoi scatti, è certamente non un unico volto, ma la sfaccettata personalità di donna e artista che ha saputo cogliere il proprio tempo. In uno scatto.
La retrospettiva Inge Morath. La vita, la fotografia è aperta dal 28 febbraio al 9 giugno 2019 alla Casa dei Carraresi di Trevisocon i seguenti orari da martedì a venerdì dalle 9:00 alle 18:00, sabato, domenica e festivi dalle 10:00 alle 20:00.
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