
Dopo cinque minuti di esposizione alla pubblicità di cibo spazzatura i bambini consumano più calorie: lo studio presentato al Congresso europeo sull’obesità.
L’impatto dell’agricoltura sulla qualità dell’aria in Lombardia è paragonabile a quello di industria e trasporti. A dimostrarlo è uno studio del Politecnico di Milano.
In Lombardia, l’impatto dei terreni agricoli sulla distribuzione spaziale della concentrazione di polveri sottili (PM2.5) è paragonabile a quello di altre fonti di inquinamento ben più note e studiate, come gli impianti industriali, l’urbanizzato o la rete stradale: lo dimostra uno studio del Politecnico di Milano, pubblicato su Chemosphere e realizzato nell’ambito del progetto di ricerca D-Dust (Data-driven modelling of particulate with satellite technology aid), finanziato da Fondazione Cariplo.
Secondo i dati ottenuti, l’impatto dell’agricoltura si è registrato non solo per le zone rurali lombarde, ma anche nelle aree più densamente popolate della regione; inoltre, è risultato correlato ai picchi di inquinamento più intensi rispetto a quanto misurato nelle zone industriali e urbane, ma con una durata limitata nel tempo. Tra le singole colture analizzate è stato registrato un impatto trascurabile delle risaie, più significativo invece per i terreni coltivati ad altri cereali e mais.
Lo studio ha analizzato i dati satellitari e di modelli atmosferici del programma Copernicus per la misura di concentrazione del PM2.5 insieme al database open access di uso del suolo e del sistema informativo agricolo di Regione Lombardia. Per l’analisi è stato utilizzato un innovativo sistema di Geoai (Geomatics and earth observation artificial intelligence) composto da una architettura a tre stadi, che permette di catturare e interpretare le dinamiche spaziali a livello locale, comparando così gli effetti legati al diverso uso del territorio sull’inquinamento.
L’inquinamento atmosferico è considerato, dalle Nazioni Unite, uno dei maggiori rischi ambientali per la salute a livello mondiale e la sua mitigazione è affrontata in numerosi obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. Tra tutti gli inquinanti, uno dei più preoccupanti è appunto il PM2,5, particolato con diametro inferiore a 2,5 μm, anche a causa del suo tempo di permanenza più lungo nell’atmosfera, con conseguente aumento del rischio di esposizione per la popolazione. Esposizione che è associata ad un aumento della morbilità e della mortalità da malattie cardiopolmonari.
Secondo gli autori dello studio, i risultati consentono di affermare che i politici dovrebbero prendere in considerazione anche le attività agricole per prendere decisioni in merito alla mitigazione dell’inquinamento.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Dopo cinque minuti di esposizione alla pubblicità di cibo spazzatura i bambini consumano più calorie: lo studio presentato al Congresso europeo sull’obesità.
A Ouagadougou si costruiscono orti e si piantano alberi per proteggere la città dalle ondate di calore e produrre cibo locale e accessibile.
Uno studio su sei cibi importati sottolinea la necessità di risposte da parte della Ue a un’emergenza reale e sempre più preoccupante per la sicurezza alimentare.
Secondo una stima dei ricercatori del Politecnico di Milano, ci sono molte aree del mondo in cui l’agrivoltaico consentirebbe di coltivare sotto i pannelli solari.
In Brasile si pratica una sorta di “riciclaggio del bestiame” che impedisce di sapere se la carne bovina proviene da capi allevati in aree distrutte illegalmente.
Ogni 10 per cento di cibi ultra-processati in più nella dieta, aumenta del 3 per cento il rischio di morte prematura. L’analisi in otto Paesi.
L’aumento delle temperature combinato all’innalzamento dei livelli di anidride carbonica nell’aria, causerebbe una maggiore concentrazione di arsenico nel riso, con effetti tossicologici in chi lo consuma.
Il museo Vites, parte della rete Sud heritage, testimonia come l’incontro fra tradizione e innovazione possa favorire la sostenibilità in viticoltura.
Colorato, di stagione, in gran parte vegetariano: dagli antipasti al dolce, ecco come abbiamo composto il nostro menù di Pasqua ideale!