L’inquinamento ha contribuito ad uccidere una bimba inglese di 9 anni

Sentenza storica nel Regno Unito: riconosciuta la responsabilità dell’inquinamento dell’aria nella morte di una bambina di 9 anni, Ella Adoo-Kissi-Debrah.

L’inquinamento dell’aria ha rappresentato “un contributo materiale” per la morte di una bambina di nove anni a Londra. Ad affermarlo è stata la giustizia del Regno Unito, con una sentenza storica, basata sulla perizia di un medico legale della capitale inglese, Philip Barlow, giunta dopo alcune settimane di audizioni. E soprattutto dopo una battaglia legale durata sette anni.

Ella Adoo-Kissi-Debrah morì il 15 febbraio 2013 

Il dramma risale infatti al 15 febbraio 2013, quando Ella Adoo-Kissi-Debrah non riuscì a superare una grave crisi d’asma. La patologia le aveva già provocato grandi difficoltà negli anni, nonché una trentina di ricoveri. La bimba viveva a Lewisham, proprio di fronte alla South circular, tratta stradale estremamente trafficata nella porzione meridionale di Londra.

Smog che avvolge l'area metropolitana di Londra
Smog che avvolge l’area metropolitana di Londra © Dan Kitwood/Getty Images

Un anno dopo, nel 2014, la giustizia britannica aveva però indicato che la morte della bambina era attribuibile semplicemente ad un’insufficienza respiratoria acuta, causata da una forma severa di asma. Senza attribuire alcuna colpa all’inquinamento. Ci sono voluti quindi cinque anni per riuscire a ribaltare la sentenza: in appello sono stati presi in considerazione numerose altre audizioni, ordinate sulla base di nuovi elementi scientifici. In particolare, ci si è basati su un rapporto pubblicato nel 2018 da Stephen Holgate, specialista inglese sul tema dell’inquinamento atmosferico.

Un “legame impressionante” tra i picchi di inquinamento e le crisi d’asma

Quest’ultimo ha parlato infatti di un “legame impressionante” tra i ricoveri d’urgenza di Ella e i picchi di presenza di agenti nocivi nell’aria registrati dalle centraline nei pressi della sua abitazione. In altre parole, quando i livelli di ossidi di azoto e di polveri sottili crescevano, per la piccola respirare diventava sempre più difficile.

Holgate, docente di immunofarmacologia presso l’università di Southampton, ha spiegato in particolare che Ella “viveva sul filo del rasoio. Ciò significa che anche un piccolo cambiamento poteva comportare per lei conseguenze drammatiche”. E così è stato, secondo la giustizia britannica.

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