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La fondazione Cave canem collaborerà con le forze di polizia per contrastare i maltrattamenti nei confronti degli animali.
La giustizia deve interessare anche i più deboli del nostro sistema sociale. E chi è più debole attualmente degli animali, cani e gatti in testa, sottoposti ogni giorno a torture, maltrattamenti, soprusi da parte dell’uomo? Al problema ha pensato la fondazione Cave canem onlus che ha dato vita alla campagna Io merito giustizia per collaborare con le forze di polizia, la magistratura e gli organismi della giustizia penale minorile al fine di prevenire e contrastare il maltrattamento degli animali e i fenomeni criminali a esso correlati.
Ogni anno, sono quasi 10mila i procedimenti instaurati per reati a danno degli animali vittime di maltrattamento, detenzione incompatibile o sfruttati in attività criminali. Troppo spesso gli autori di atti tanto vili e atroci sono persone minorenni o molto giovani, coinvolte in contesti di criminalità organizzata o microcriminalità.
La campagna lanciata dalla fondazione Cave canem onlus ha degli scopi precisi. Il primo è quello di assicurare l’applicazione delle leggi per gli animali sull’intero territorio nazionale. Il secondo – non meno importante – è quello di snellire i tempi della giustizia rispetto ai reati nei loro confronti, assicurandosi che gli animali, dove sia possibile, siano sempre svincolati dai sequestri giudiziari in maniera tale da garantire loro una vita in famiglia serena e in pieno benessere. Infine, la campagna della fondazione si propone di ottenere prontamente risarcimenti equi da destinare alla salute e al mantenimento degli esemplari sotto sequestro.
L’intesa prevede infatti anche l’istituzione, da parte della onlus, di un fondo specifico le cui risorse verranno utilizzate per collaborare con le forze dell’ordine e con la magistratura nella gestione dei sequestri giudiziari di animali maltrattati. Cave canem sarà, pertanto, basilare anche per gli organismi della giustizia penale minorile occupati nella prevenzione e nel contrasto del fenomeno della devianza giovanile.
“Il comando Unità forestali, ambientali e agroalimentari dell’Arma dei carabinieri è sensibile alle tematiche in oggetto e per questo sono ben felice di aver sottoscritto il protocollo, grazie al quale dare maggior respiro a quelli che sono gli ormai consolidati rapporti con la fondazione Cave canem onlus. Il tutto a conferma del massimo impegno nella prevenzione e nel contrasto di questi reati”, ha spiegato il comandante Antonio Pietro Marzo, generale di corpo d’armata.
“Dall’istituzione della nostra fondazione, ormai tre anni fa, abbiamo collaborato con l’arma dei carabinieri in diverse occasioni, aiutando così circa 150 cani sotto sequestro giudiziario perché vittime di reato, contribuendo alla formazione di circa 600 addetti ai lavori e agevolando il percorso di vita e riabilitazione di trenta giovani autori di reato”, gli fa eco Mirko Zuccari, dog trainer manager della fondazione.
Pur avendo constatato l’ipotesi di maltrattamento, molto spesso la magistratura e le forze di polizia, in assenza di fondi per la sistemazione in strutture protette, sono costrette a lasciare gli animali nelle mani del potenziale maltrattatore. In altri casi viene peraltro disposto il sequestro giudiziario, ma le vittime restano in balia dei tempi della giustizia. Cosa vuol dire tutto ciò? Un tempo indefinito per queste povere bestie tormentate dall’uomo, spesso costrette in canili e gattili per mesi o addirittura anni, e private della possibilità di godere del calore e dell’affetto che una famiglia può offrire. Un triste destino che si cerca di contrastare con questo progetto, garantendo una vita migliore e un sostentamento sicuro agli animali.
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