Dal 2027 le norme europee renderanno obbligatorio il passaporto digitale per quasi tutte le batterie dei veicoli elettrici: più attenzione all’ambiente e ai diritti umani.
Ioniq ibrida, così Hyundai lancia la sfida alla best seller Prius
Un’ibrida “normale” con un prezzo democratico e una missione ambiziosa: diventare una rivale credibile della Prius, l’ibrida più venduta al mondo. Ci riuscirà? Intanto noi l’abbiamo provata.
Il mercato delle auto ibride cresce. Più in Europa che in Italia magari. Ma cresce. La tecnologia si democratizza, i prezzi scendono, la consapevolezza dei vantaggi dell’ibrido si diffonde (anche se diesel e benzina non ci lasceranno così presto). E soprattutto aumenta l’offerta. In questo scenario, debutta l’ibrida secondo Hyundai. Si chiama Ioniq, è una e trina (nel senso che in successione vedremo anche le versioni elettrica e plug-in). Ma soprattutto è “normale”. Normale da vedere. Normale da usare. E soprattutto ha un prezzo abbordabile.
L’abbiamo provata, “radiografata” attraverso il nostro rating Mobility Revolution. Ed ecco come ne è uscita…
Hyundai Ioniq Hybrid in breve
Immaginate una berlina comoda, con cinque posti, un portellone, una linea disegnata dal vento senza eccessi creativi. A vederla da fuori non si direbbe che… sotto il leggero cofano di alluminio, oltre al motore “millesei” a benzina (moderno ed efficiente) c’è un secondo motore elettrico la cui presenza è quasi invisibile, un “aiuto” silenzioso che alleggerisce i consumi e le emissioni senza mortificare la guida.
Già, perché anche le auto ibride stanno lentamente imparando che il binomio risparmio-noia non funziona e che sono poche le persone disposte a barattare il piacere di guida sull’altare della sostenibilità, concetto comunque sempre più chiaro anche a noi italiani. Così, sulla Ioniq, c’è un bel cambio, automatico sì ma a 6 marce e a doppia frizione che per chi non sapesse, unisce il divertimento di un cambio manuale al relax di un automatico. Riducendo anche i consumi.
Innovazione tecnologica
Che la Ioniq Hybrid sia un’auto innovativa lo chiarisce soprattutto la sua trazione, ibrida appunto. Ma ci sono altri aspetti che definiscono il livello di innovazione in auto. La sicurezza attiva per esempio, aspetto che qui ha nomi difficili da capire ma funzioni molto facili da apprezzare. Rcta, Bsd, Aeb. Acronimi che “raccontati” per esteso hanno subito un senso più chiaro: Rear cross trafic alert, Blind spot detection, Autonomous emergency braking. Capiti i nomi, ecco come sono stati (molto) utili a noi: facendo marcia indietro per uscire da un parcheggio sottocasa la telecamera ci ha avvisato di un’auto che proprio non avevamo visto arrivare (l’avremmo tamponata); facendo un sorpasso in autostrada una spia ci ha fortunatamente segnalato che nell’angolo cieco dello specchietto esterno si nascondeva una moto che, confessiamo, non avremmo visto; per non parlare di quella volta che, nelle pericolose code a singhiozzo sulla tangenziale milanese, assorti dai pensieri del lunedì, stavamo per tamponare l’auto davanti, pericolo scongiurato solo grazie a un radar e alla frenata automatica. Capito signori la Ioniq?
Ma l’innovazione passa anche attraverso piccoli piaceri…: ti avvicini alla portiera e, in sequenza: i led illuminano le maniglie, le porte si aprono sfiorando un pulsantino (senza l’uso delle chiavi) e il sedile elettrico prima arretra, poi si posiziona automaticamente. Il telefonino? Si connette automaticamente e soprattutto si carica wireless senza l’uso di cavi e cavetti. Poi, ovviamente, l’innovazione della Ioniq passa anche dal motore elettrico da 32 kW (o 43,5 cavalli se vi sembra più chiaro) o dalle batterie ai polimeri agli ioni di litio da 1,56 kWh nascosta sotto i sedili posteriori; anche questi sono innovazioni invisibili, di cui però si apprezza la presenza quando si guida, o quando si fa rifornimento di benzina e ci si accorge che con un pieno si possono fare 700 chilometri senza sosta.
Risparmio
Tutti pensano all’ibrido e alla voce risparmio vengono in mente consumi ridotti, o parcheggi e ingressi nelle ztl agevolati. A benefici fiscali o assicurativi. Tutto vero. Ma ci sono altre forme di risparmio che sulla Ioniq richiedono qualche approfondimento. L’avete vista bene? Non sarà originalissima, ma quelle forme fluide, disegnate dal vento, nascondono un forte razionale: un Cx (ossia il coefficiente di penetrazione aerodinamico) di 0,24, il migliore fra le concorrenti. Perché centra col risparmio? Perché una carrozzeria che oppone poca resistenza al vento migliora le prestazioni, tutte, dalla velocità ai consumi fino alle emissioni e al comfort (infatti la Ioniq è molto silenziosa, anche in autostrada). Infine, risparmio sono anche i 5 anni di garanzia a km illimitati, di assistenza stradale e di controlli annuali gratuiti, o gli 8 anni (o 200mila chilometri sulla batteria dell’ibrido), unica condizione è effettuare la manutenzione ordinaria annuale presso i concessionari Hyundai.
Ambiente
Anche la leggerezza fa bene all’ambiente. La Ioniq ha cofano e portellone fatti in alluminio (quasi 13 chili in meno da portarsi dietro). Gli interni usano materiali riciclati o estratti da materiali naturali come la canna da zucchero, da cui si ottengono parte dei rivestimenti del tetto e dei tappeti senza far ricorso a derivati del petrolio. Ioniq Hybrid ottiene un ottimo punteggio nel rating Mobility Revolution per molti fattori, ovviamente anche grazie al sistema ibrido che offre una maggiore efficienza in termini di consumi ed emissioni (79 g/km di C02). E sempre in tema di risparmio (e di estetica), fate attenzione a una cosa: la Ioniq, nei suoi tre allestimenti, consente di scegliere fra cerchi ruota da 15 o 17 pollici, i primi sono quelli che offrono i consumi più bassi, i secondi sono sicuramente più belli. A voi la scelta. Se invece volete sapere di più sul marchio coreano, in ascesa al 35esimo posto nella classifica Best Global Brands 2016, date un’occhiata anche all’ultimo Rapporto di sostenibilità, dove il ceo di Hyundai Motor Company, Wonhee Lee, spiega bene le nuove strategie sulla mobilità e lo sviluppo dell’ibrido per il futuro.
Serenità di guida
Questo è un aspetto che sulla Ioniq è molto significativo. Lo è per il silenzio di quando si va con la sola trazione elettrica. Lo è in città, quando su tombini e pavé (chi è di Milano capisce bene il tema), le sospensioni morbide non trasmettono scossoni o vibrazioni. Lo è, ancora, per aspetti legati all’utilizzo quotidiano.
Delle portiere che si aprono da sole mentre i led illuminano le maniglie vi abbiamo già detto. Non vi abbiamo ancora detto degli interni. L’abitacolo è ampio, davanti e dietro, tanto che si viaggia bene anche in cinque (protetti da 7 airbag). Al momento non è ancora disponibile il risultato del crash-test Euro NCAP, ma Ioniq, viste le dotazioni e gli alti standard di sicurezza non dovrebbe faticare ad aggiudicarsi le 5 stelle. I materiali, specie le plastiche, non sono lussuosi ma sono piacevoli e in gran parte ottenuti da materiali riciclati (pietra vulcanica e legno polverizzato) o naturali come la canna da zucchero.
Ancora di serenità si parla sulla Ioniq quando si può fare manovra in parcheggio con l’aiuto di sensori anteriori e posteriori, ma anche di una telecamera che rimedia a quello spoiler posteriore che toglie un po’ di visibilità, specie se piove. Serenità (e sicurezza) come anticipato è anche è dimenticarsi del telefonino, per concentrarsi solo sulla guida: la connettività è totale e veloce, sia per sistemi Android che Apple e i comandi vocali rendono possibile e sicuro gestire telefonate o il navigatore (anche se non si dovrebbe, molte ricerche hanno dimostrato che la distrazione rallenta comunque i riflessi) mentre si viaggia. E se la serenità su un’auto fosse anche sapere che a bordo c’è spazio per tutto e per tutti? Sulla Ioniq ci sono 5 posti veri, il bagagliaio è ampio e ha l’unica colpa di avere una soglia di accesso un po’ alta. Le batterie montate sotto i sedili dietro non rubano spazio anche se, reclinando gli schienali (si passa così da 443 litri di spazio a 1.505 litri, che vuol dire caricare un televisore da 55 pollici), rimane un piccolo scalino. Un video vi permette di scoprire la Ioniq a 360 gradi.
Test drive
Prima di dirvi come va la Ioniq Hybrid, un’ultima valutazione estetica. Il bianco sarà anche il colore adatto a valorizzare i contenuti ambientali di Ioniq, ma fra gli otto colori disponibili, ce ne sono di certo di più interessanti (banalmente il nero, l’originale Phoenix orange o il Demitasse brown), poi fate voi.
Come vi abbiamo anticipato, la Ioniq da usare è un’auto “normale”, il che significa che non richiede particolari accortezze. Al massimo vi serve un po’ di dimestichezza col cambio automatico se già non avete avuto modo di apprezzarlo. Così un’ibrida come questa può essere concretamente l’unica auto di famiglia: ci si va in ufficio con il vantaggio dei consumi limitati offerti dal sistema ibrido in città e della sola trazione elettrica (nelle partenze e a basse velocità); ci si caricano figli, spesa e cane grazie allo spazioso abitacolo, flessibile il giusto.
Ma soprattutto la Ioniq Hybrid è l’auto delle fughe del we, dove il piacere della guida dell’ibrida, anche grazie al cambio automatico a doppia frizione che offre la possibilità di scegliere manualmente le marce, diventa una piacevole novità. La posizione di guida è comoda, il volante sportivo, la plancia non originalissima ma razionale; peccato per il freno di stazionamento a pedale, non raggiungibile dal passeggero in caso di emergenza.
Il millesei a benzina già da solo offre 105 cavalli di potenza, che insieme all’elettrico diventano 141, più che adeguati per godersi il viaggio. Più che per le prestazioni la Ioniq è pensata per privilegiare il comfort (che infatti è molto buono), ma non mancano le soprese; basta spostare la leva del cambio a sinistra per accedere a un’esperienza di guida più appagante, dove motore e cambio offrono un maggior feeling di guida e, dove, il quadro strumenti (interamente digitale) allo stesso tempo cambia colore, mostrando funzioni più sportive e “classiche” come il contagiri.
Le prestazioni? 185 all’ora la velocità massima e 10,8 secondi per raggiungere da fermo i 100 orari; non male per una berlina ibrida. Soprattutto se si considera che i consumi medi sono attorno ai 17/18 chilometri con un litro, con punte di 20 km/l in città dove l’ibrido dà il suo meglio. Ovviamente il display di bordo permette di controllare il funzionamento dell’ibrido; guardarlo aiuta a rendere il proprio stile di guida più virtuoso.
Ma al volante della Ioniq Hybrid si apprezzano anche altri aspetti. Il cruise control adattivo per esempio, che nei lunghi viaggi autostradali mantiene distanza e velocità in automatico. Speciali telecamere e sensori avvisano di un cambio di corsia involontario (il classico colpo di sonno) o della presenza di pedoni sulla strada: in questo caso Ioniq è in grado anche di frenare autonomamente per evitare una collisione.
Il dettaglio che fa la differenza
Sulla Ioniq, fra i sedili anteriori, c’è un vano perfetto per metterci un tablet, collegabile alla presa Usb lì accanto. In questo modo durante il viaggio i passeggeri possono vedere e condividere foto, video, file audio, usare le app preferite, organizzare un itinerario, scrivere email, consultare Facebook o semplicemente leggersi un eBook.
L’alternativa
Toyota Prius è l’avversaria principale. Con budget simili ma dimensioni diverse, anche Toyota Auris potrebbe essere un’alternativa.
Scheda tecnica della Hyundai Ioniq
Versione: Hyundai Ioniq Hybrid
Prezzo: da 24.900 euro
In vendita da: novembre 2016
Motore: 4 cilindri benzina 1580 cc+motore elettrico (32 kW); potenza: 141 cv
Trasmissione: cambio automatico a doppia frizione (6 marce)
Prestazioni: velocità max (km/h) 185; Acc 0-100 km/h (in sec.) 10,8
Consumi (l/100 km): urbano (3,4), extra-urbano (3,6), combinato (3,4)
Emissioni (g/km): 79, Euro 6
Dimensioni (mm): 4.470×1.820×1.450 (lxlxa).
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