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Venti minuti per accorgersi della perdita e intervenire. Tanto pare che ci abbiano messo domenica sera i tecnici della raffineria Iplom di Genova prima di smettere di pompare petrolio in un tubo che perdeva. Un tempo troppo lungo? Lo dovranno accertare le indagini della Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo per il reato
Venti minuti per accorgersi della perdita e intervenire. Tanto pare che ci abbiano messo domenica sera i tecnici della raffineria Iplom di Genova prima di smettere di pompare petrolio in un tubo che perdeva. Un tempo troppo lungo? Lo dovranno accertare le indagini della Procura della Repubblica, che ha aperto un fascicolo per il reato di disastro ambientale.
I tecnici che forse avrebbero dovuto accorgersi prima del calo di pressione nell’oleodotto Iplom si trovavano nel centro di controllo ubicato presso il Porto Petroli di Multedo, Genova. Fatto sta che comunque lo sversamento nel rio Fegino, e di lì nel Polcevera, è durato due ore, finché le conduttore si sono svuotate.
Si poteva intervenire meglio? Andare a chiudere della sezioni di oleodotto più vicine al punto della perdita? È tutto ancora da stabilire. Nel punto dove il tubo si è rotto, il terreno è franato, anche qui bisognerà capire se la frana è una causa o una conseguenza della rottura.
Al momento sembrano comunque essere almeno 600 i metri cubi (600mila litri) di greggio fuoriusciti, la reale quantità potrà essere determinata quando si riuscirà a conteggiare quanto petrolio è uscito dalla nave da cui veniva estratto e quanto di questo è arrivato, attraverso l’oleodotto che si è rotto, alla raffineria di Busalla. Quello che manca è finito nel torrente.
Per fortuna in mare sono finite solo alcune chiazze di petrolio sfuggite alle “panne” (le barriere galleggianti piazzate sul torrente). C’è pero timore se, come previsto, tra alcuni giorni dovesse piovere; l’innalzamento del livello del Polcevera potrebbe infatti far sì che le panne non riescano a contenere tutto il greggio non ancora rimosso. Lo spettro peggiore poi potrebbe essere quello di un’infiltrazione nella falda acquifera.
I volontari di Lipu ed Enpa intanto hanno raccolto diversi uccelli e li hanno ripuliti dal greggio. Non hanno invece potuto fare niente per la moria di pesci e rane.
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