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Amnesty International e le Nazioni Unite denunciano una violentissima repressione di proteste in Iran. Decine e decine i morti nelle strade
Più di cento persone sono state uccise nel corso di una violenta repressione da parte delle forze dell’ordine in Iran. Secondo quanto riferito da Amnesty International, i cortei di protesta contro la crescita dei prezzi dei carburanti nella nazione asiatica si sono trasformate in una carneficina.
“Almeno 106 manifestanti sono morti in 21 città dell’Iran, secondo informazioni raccolte da fonti attendibili”, ha spiegato l’associazione umanitaria. Secondo la quale “il bilancio potrebbe essere ben più pesante. C’è infatti chi parla già di 200 vittime”. La situazione resta in ogni caso molto difficile da valutare. Anche perché le autorità iraniane hanno deciso da sabato di bloccare ogni accesso ad internet. Un black-out che rende complicatissimo il reperimento di informazioni.
“Iranian authorities are desperately shutting off the global and internal flow of information in Iran in the hope that the outside world will turn a blind eye to their brutal crackdown.”@MichaelARPage https://t.co/aihwVkqhVg#IranProtests pic.twitter.com/VFG3U1MC4A
— Human Rights Watch (@hrw) November 20, 2019
Ciò nonostante, la stessa Amnesty ha spiegato che “alcune immagini rintracciate e il numero elevato di morti indicano che sono stati utilizzati proiettili veri”. Di qui la richiesta di “porre fine immediatamente a questa repressione brutale”.
Le informazioni fornite dalla Ong sono state inoltre sostanzialmente confermate dalle Nazioni Unite. Il cui Alto commissario per i Diritti umani Rupert Colville ha evocato a Ginevra “decine di morti”. Aggiungendo che più di mille persone sarebbero state arrestate: “Chiediamo alle autorità di non ricorrere alla violenza e ai manifestanti di protestare pacificamente”.
#Iran: le forze di sicurezza hanno usato armi da fuoco, cannoni ad acqua e gas lacrimogeni per disperdere le proteste. Alcuni testimoni hanno riferito di aver visto i cecchini sui tetti e agenti che rompevano i vetri delle auto con persone ancora dentro #IranProtests
— Amnesty Italia (@amnestyitalia) November 20, 2019
Alcuni gruppi si sono in effetti distaccati dai cortei principali e hanno provocato gravi danni e incendi. A scatenare l’ira popolare è stata la decisione di aumentare il prezzo del litro di benzina da 10mila a 15mila rial (circa 11 centesimi di euro) per i primi 60 litri acquistati ogni mese. Al di là di tale soglia, il prezzo schizza invece a 30mila rial.
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