C’è una disputa fra Iran e Iraq “in nome” del calcio

Dopo i mondiali di calcio in Qatar, il Medio Oriente è ancora protagonista con la Coppa delle nazioni del Golfo in Iraq.

  • Nella città di Bassora, in Iraq, si sta svolgendo la Coppa delle nazioni del Golfo 2023.
  • I politici dell’Iran, il cui team non partecipa al torneo, si sono lamentati ufficialmente per il nome della competizione.
  • La situazione politica nazionale ancora instabile e i problemi nella regione preoccupano i tifosi iracheni e i tifosi arrivati dagli altri paesi del Golfo.

L’Iraq prova a tornare sotto i riflettori dei mezzi d’informazione internazionali. Non per la guerra, come spesso è capitato in passato, ma per il calcio. Dopo i mondiali in Qatar e il trasferimento di Cristiano Ronaldo in Arabia Saudita, il Medio Oriente è ancora protagonista del calcio e dello sport. Nella città di Bassora, nel sud del Paese a 530 chilometri di distanza dalla capitale Baghdad, è in corso la Coppa delle nazioni del Golfo 2023 che si concluderà il 19 gennaio. Mentre i calciatori si sfidano sul campo, intorno alla competizione sono cresciuti dibattiti che vanno dal nome stesso del torneo alla difficile situazione politica della nazione ospitante.

Iraq calcio golfo
La nazionale di calcio dell’Iraq ©Koki Nagahama/Getty Images

Golfo Arabico o golfo Persico?

I membri del parlamento iraniano hanno criticato la denominazione ufficiale della 25esima edizione della Coppa delle nazioni del Golfo, nonostante il Paese con capitale Teheran non abbia mai partecipato alla competizione. Il torneo di Bassora è stato nominato Coppa del golfo Arabico, ma i politici dell’Iran affermano che il suddetto golfo – situato a soli 100 chilometri dalla città, vicina ai confini con Kuwait e Iran – è storicamente chiamato “golfo Persico“. Per questo hanno invitato funzionari e religiosi iracheni a scusarsi per l’uso di quello che loro definiscono come un nome falso.

“Voglio che coloro che usano il falso nome golfo Arabico studino la storia. Il Golfo persico è, è sempre stato e sarà sempre persico”, ha affermato il deputato Alireza Salimi, citato dai media statali iraniani. Il team dell’Iran non ha mai preso parte alle qualificazioni a causa delle tensioni politiche con altri Paesi della regione mediorientale. Inoltre, ci sono state preoccupazioni per la sicurezza delle squadre e dei tifosi iraniani che si recano in altre nazioni del Golfo per eventi sportivi. Iran e Iraq sono state in guerra dal 1980 e il 1988, quando c’era al potere Saddam Hussein. I conflitti sul territorio sono continuati con la successiva guerra del Golfo. Per provare a mandare un’immagine diversa della propria nazione, la popolazione sta affollando gli stadi del torneo e nelle strade di Bassora c’è aria di festa.

Qual è la situazione politica in Iraq

I reporter locali raccontano che i tifosi in visita si sono meravigliati degli stadi di Bassora, dei suoi ristoranti e centri commerciali e, soprattutto, dell’assenza di violenza o di situazioni pericolose. La competizione di due settimane nella città portuale intende segnare il riemergere del Paese da decenni di isolamento, guerra e conflitto politico interno.

Una volta concluso il torneo, l’attenzione tornerà rapidamente alla difficili situazione politica: il governo del primo ministro Mohammed Shia al-Sudani, nominato a fine ottobre più di un anno dopo le elezioni generali del 2021, è già a rischio. Se al-Sudani riuscirà a sopravvivere alle manovre politiche del rivale Muqtada al-Sadr, che gode di un vasto consenso fra i cittadini, avrà il non invidiabile compito di gestire l’economia irachena, che dipende quasi interamente dalle esportazioni di petrolio.

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Bambini giocano a calcio in Iraq © Adri Salido/Getty Images

Sebbene Bassora e le province meridionali dell’Iraq siano solitamente più stabili di Baghdad e dei suoi dintorni, non si sono ancora riprese dal lungo periodo di abbandono durante il governo di Saddam Hussein. La disoccupazione, insieme alla profonda insoddisfazione nei confronti del governo, ha alimentato proteste diffuse che hanno devastato il Paese negli ultimi tre anni.

Infine, nel sud dell’Iraq sono evidenti i disastri ambientale dovuti ai cambiamenti climatici. L’aumento delle temperature sta portando a un esodo dalle città meridionali; i fiumi Tigri e l’Eufrate sono a livelli storicamente bassi, anche perché la Turchia e l’Iran stanno deviando più acqua dai fiumi per i propri bisogni. Per questo l’economia agricola dell’Iraq è in crisi. Durante le partite gli appassionati di calcio iracheni hanno potuto gioire nei propri stadi, ma al fischio finale l’Iraq dovrà affrontare le situazioni difficili che lo colpiscono.

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