L’Italia aderisce all’impegno globale per la tutela della biodiversità

C’è anche l’Italia tra i 75 Paesi firmatari del Leaders’ pledge for nature, il documento che sancisce l’impegno formale a invertire la rotta della perdita di biodiversità entro il 2030. “Siamo in uno stato di emergenza planetaria: le crisi legate alla perdita di biodiversità, al degrado degli ecosistemi e ai cambiamenti climatici, interdipendenti tra loro

C’è anche l’Italia tra i 75 Paesi firmatari del Leaders’ pledge for nature, il documento che sancisce l’impegno formale a invertire la rotta della perdita di biodiversità entro il 2030. “Siamo in uno stato di emergenza planetaria: le crisi legate alla perdita di biodiversità, al degrado degli ecosistemi e ai cambiamenti climatici, interdipendenti tra loro e causate in larga parte da sistemi di produzione e consumo insostenibili, richiedono un’azione globale urgente e immediata”, si legge nel testo della dichiarazione, che stabilisce una serie di priorità. Prima fra tutte, quella di mettere i temi ambientali al centro dei programmi di rilancio dell’economia dopo la pandemia da coronavirus.

L’annuncio è arrivato in occasione del primo Summit delle Nazioni Unite sulla biodiversità che si è tenuto il 30 settembre, a margine della 75ma Assemblea generale Onu. L’obiettivo del vertice era quello di stabilire una serie di punti comuni che saranno al centro della Cop 15 sulla diversità biologica, che doveva tenersi a ottobre di quest’anno a Kunming, in Cina, ma è stata posticipata a novembre 2021 a causa della pandemia.

Assemblea generale Onu
A causa dell pandemia, quest’anno diversi interventi dell’Assemblea generale Onu si sono tenuti in videoconferenza © Spencer Platt/Getty Images

Le parole di Giuseppe Conte al summit Onu sulla biodiversità

“Prima della pandemia ci aspettavamo che il 2020 fosse il ‘Super year for nature’, ma la situazione drammatica in corso ci ha costretto a rimandare il calendario di importanti eventi internazionali. Nonostante ciò, questo rinvio ha anche un lato positivo, perché apre una finestra di opportunità per allineare gli obiettivi di biodiversità e clima”, ha esordito il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte. Due gli appuntamenti chiave in cui il nostro Paese avrà un ruolo da protagonista.Il primo in ordine cronologico è la presidenza italiana del G20, dal 1° dicembre 2020 al 30 novembre 2021. A novembre 2021 si terrà la Cop 26 di Glasgow, organizzata dal governo britannico in partnership con quello italiano. Nello specifico, Milano ospiterà Youth for climate, il primo summit mondiale dei giovani sul clima in ambito Onu, e la conferenza preparatoria Pre-Cop26.

 

Nel frattempo, ha continuato Conte, “l’Italia è già impegnata per iniziative multilaterali di primaria importanza”. Come la Strategia europea sulla biodiversità, che entro il 2030 vuole creare zone protette pari almeno al 30 per cento della superficie terrestre e di quella marina, oltre ad aumentare l’area coltivata a biologico, ripristinare almeno 25mila chilometri di fiumi, dimezzare l’uso e la tossicità dei pesticidi, piantare tre miliardi di alberi e fermare la morìa degli insetti impollinatori. Ancora, “l’Italia sta lavorando con l’Unesco per promuovere una rete globale di esperti ambientali per fornire assistenza gratuita e rafforzare la capacità nella gestione delle aree naturali riconosciute dall’Unesco, in tutto il mondo”.

“Un approccio scientifico e cooperativo basato sulla solidarietà globale deve indirizzare i nostri sforzi per capovolgere la situazione attuale. Oggi dobbiamo alzare il livello delle nostre ambizioni per lo sviluppo di un quadro globale per la biodiversità che guardi al post-2020, in vista della quindicesima Cop sulla biodiversità”, ha concluso.

Il Wwf Italia preme per un obiettivo “nature positive”

Quelle pronunciate dal presidente del Consiglio sono “parole importanti”, commenta la presidente del Wwf Italia Donatella Bianchi. Che fa un appello ai leader che il prossimo anno si confronteranno alla Cop 15: definire per il 2030 un obiettivo “nature positive”. Ciò significa non solo arrestare la drammatica perdita di biodiversità in corso, che in meno di cinquant’anni, dal 1970 al 2016, ha visto ridursi del 68 per cento la popolazione di vertebrati che abitano il Pianeta (il dato arriva dal Living planet report redatto dallo stesso Wwf insieme alla Società zoologica di Londra). Questo, secondo il Wwf, va inteso solo come un punto di partenza. La curva va invertita, individuando “azioni concrete e immediate” per un “mondo con più natura”.

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