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Jaguar Land Rover produrrà una versione a ridotte emissioni di ogni vettura in gamma sviluppando la tecnologia elettrica, ibrida e ibrida plug-in. L’auto del futuro sarà connessa, autonoma, condivisa e a batteria.
Il processo di transizione verso la mobilità elettrica acquista velocità. E spessore. Come la classica palla di neve che scendendo dal pendio della montagna s’ingrossa sino a diventare una valanga, così va rafforzandosi la schiera dei costruttori pronti a convertirsi alla propulsione a batteria. Ad esempio il gruppo Jaguar Land Rover che, entro il 2020, proporrà una motorizzazione a ridotte emissioni per ciascun modello in gamma.
L’annuncio da parte del costruttore inglese, a capitale indiano dopo l’acquisizione nel 2008 da parte di Tata Motors, segue a breve distanza l’analoga presa di posizione da parte della Volvo. Dal 2019, infatti, ogni modello della casa svedese, controllata dalla cinese Geely, avrà un motore a batteria. Jaguar Land Rover, però, si spinge oltre, dato che il proposito di dare vita a una versione a zero o ridotte emissioni per ogni vettura in gamma sottintende allo sviluppo non solo della tecnologia elettrica, ma anche di quella ibrida e ibrida plug-in. Quest’ultima, nello specifico, basata sull’utilizzo di accumulatori ricaricabili mediante una fonte esterna.
L’elettrificazione della gamma Jaguar Land Rover è tutt’altro che un fulmine a ciel sereno. Già da tempo, infatti, il gruppo inglese ha presentato il prototipo che anticipa la i-Pace, una Suv sportiveggiante a propulsione totalmente elettrica attesa al debutto nel 2018, forte di cinque posti e in grado di coniugare il rispetto dell’ambiente con il piacere di guida tipico della casa di Coventry. Alimentata mediante celle al litio da 90 kWh raffreddate a liquido e prodotte dalla stessa Jaguar – una scelta tutt’altro che scontata – potrà contare su di un’autonomia nell’ordine dei 500 chilometri nonostante l’elevata potenza del powertrain, accreditato di 400 cv. La i-Pace dovrebbe così scattare da 0 a 96 km/h in circa 4 secondi, complici la trasmissione monomarcia e la trazione integrale a gestione elettronica resa disponibile dalla presenza di un motore elettrico in corrispondenza di ciascun assale.
Jaguar non si è limitata a pianificare il futuro prossimo. In occasione del Salone dell’auto di Francoforte, che apre oggi i battenti alla stampa, ha svelato la Future-Type, vale a dire la propria interpretazione della mobilità del 2040. Una concept a zero emissioni onirica, virtuale e visionaria caratterizzata da forme ardite e da una originale configurazione degli interni a 2+1 posti. Il principio ispiratore della show car inglese è la consapevolezza che, in un futuro non troppo lontano, le auto saranno condivise e connesse sia tra loro sia con le infrastrutture. La proprietà, come oggi intesa, non esisterà e la guida autonoma (di Livello 5, su di una scala da 1 a 5) diventerà la consuetudine. La Future-Type, non a caso, è un’auto che non necessita di conducente, che obbedisce alla strategia V2G, quindi attinge e rilascia energia alla rete in funzione dell’intero sistema di mobilità o del fabbisogno domestico, e che alla connettività car-to-car, tra auto, affianca quella car-to-X, con il mondo circostante.
Oltre al design futuristico e alla propulsione elettrica, la Future-Type si presta alla rivisitazione di uno dei componenti più tradizionali del mondo automotive: il volante. Debutta infatti l’innovativo progetto Sayer – dal nome di Malcolm Sayer, designer della storica coupé E-Type – vale a dire un componente che non serve unicamente a guidare la vettura qualora si rinunci alla gestione affidata alla sola intelligenza artificiale, ma che diviene un vero e proprio oggetto della vita comune, in grado di registrare preferenze, desideri, impegni e viaggi del conducente/passeggero. Si tratta, anzi si tratterà, di un elemento amovibile con le funzioni di un comune device portatile, capace di accedere alle news e organizzare gli appuntamenti del proprietario come un tablet o uno smartphone. Il futuro si preannuncia molto interessante.
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