Tom Vilsack è stato scelto da Joe Biden come segretario all’Agricoltura, ma si teme possa favorire le multinazionali a scapito dei piccoli agricoltori.
A poche ore dall’inauguration day, ovvero il giorno previsto per il suo insediamento alla Casa Bianca come presidente degli Stati Uniti, Joe Biden ha preso una decisione che ha sollevato molte critiche fra i suoi stessi sostenitori, mettendo Tom Vilsack a capo del dipartimento dell’Agricoltura statunitense (Usda).
Non è la prima volta che Vilsack – 70enne originario di Pittsburgh, in Pennsylvania, e laureato in Giurisprudenza – ricopre questo ruolo. Dopo essere stato governatore dello stato dell’Iowa dal 1999 al 2007, infatti, ha guidato lo Usda negli anni delle due amministrazioni Obama, dal 2009 al 2017. Lo stesso periodo in cui Biden era vicepresidente.
Sono proprio le scelte compiute all’epoca da Vilsack a spaventare ora varie categorie, come i sostenitori dell’agricoltura biologica, le piccole aziende agricole, i contadini e gli allevatori afroamericani, e coloro che da sempre cercano di riformare il dipartimento. Andiamo con ordine.
“Mister Monsanto”
L’Organic consumers association (Oca), un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove il biologico negli Stati Uniti, ha espresso immediatamente il proprio dissenso, ricordando che nel 2001 Vilsack era stato eletto “governatore dell’anno” dalla Biotechnology industry organization (oggi Biotechnology innovation organization), la più grande associazione di categoria nel campo delle biotecnologie. Stando all’Oca, Vilsack avrebbe approvato più organismi geneticamente modificati (ogm) di qualunque altro segretario all’Agricoltura nella storia del paese, almeno 13.
Tra questi, molti sono stati sviluppati dalla multinazionale Monsanto: le barbabietole da zucchero, il cui utilizzo è stato successivamente dichiarato illegale; l’erba medica (in inglese alfalfa); il mais, il cotone, la soia. Tutti progettati per sopravvivere all’aggressione dei pesticidi, come il famigerato Roundup a base di glifosato, venduti dalla multinazionale stessa. Ecco perché Vilsack è soprannominato “mister Monsanto”.
È presidente, inoltre, del Dairy export council americano (Usdec), che rappresenta gli interessi dell’industria lattiero-casearia e, secondo l’Oca, finanzia gli allevamenti intensivi, l’utilizzo di mangimi geneticamente modificati e ricchi di pesticidi, ed è favorevole all’usanza di mantenere i prezzi pagati agli agricoltori al di sotto del costo di produzione per garantire il consolidamento di aziende agricole sempre più grandi.
Pls s&s @JoeBiden to select a Sec of Ag, who actually cares about the health & welfare of our animals! Vilsack is affiliated w/ ranchers/farmers, has a history of turning a blind eye to animals in captivity & has & led programs of mass killings of animals https://t.co/7Y3rZJROhh
Il ruolo del dipartimento all’Agricoltura nella lotta contro i cambiamenti climatici
Riflettendo le priorità di Donald Trump, l’ormai ex segretario Sonny Perdue non ha investito molto nella mitigazione dei cambiamenti climatici. Ora molti sperano che le cose cambino. Il dipartimento dell’Agricoltura, infatti, potrebbe trasformarsi in “uno dei maggiori sponsor dell’azione per il clima”, prima di tutto perché ha molto denaro a disposizione. Il suo budget include miliardi di dollari per programmi che potrebbero essere sfruttati per portare l’energia eolica e solare nelle aree rurali, o per finanziare pratiche agricole a basso impatto ambientale, in grado di catturare l’anidride carbonica nell’atmosfera.
Inoltre, lo Usda dispone della cosiddetta Commodity credit corporation, una sorta di “banca” che l’amministrazione Trump ha usato per i pagamenti agli agricoltori, ma che potrebbe essere convertita in una “banca del carbonio” per fornire incentivi a quelli che limitano le loro emissioni di gas serra. Infine, l’agenzia è responsabile anche del Servizio forestale, che gestisce qualcosa come 80 milioni di ettari di terreno sul territorio nazionale. Un organismo il cui ruolo diventa sempre più cruciale di fronte agli incendi che ogni anno si fanno più pericolosi per colpa del riscaldamento globale, e da cui dipendono quei programmi di riforestazione che farebbero la differenza nel bel mezzo di una crisi climatica.
Davide contro Golia
Molti sono i timori di chi avrebbe voluto che alla guida del dipartimento dell’Agricoltura ci fosse una persona capace di minare lo status quo, anziché qualcuno pronto a favorire le grandi corporate a scapito degli small business, ovvero le piccole imprese.
“Nel corso della sua carriera, Vilsack non ha fatto altro che soddisfare i capricci dei giganti dell’agricoltura”, sostiene Mitch Jones, del collettivo ambientalista Food and water watch. Se dovesse comportarsi nuovamente nello stesso modo, la cosa potrebbe rivelarsi dannosa per Biden, che durante la campagna elettorale ha cercato di guadagnarsi l’apprezzamento dell’America “rurale”, senza però riuscirci dato che la maggior parte degli agricoltori ha votato ancora per Trump. Forse perché l’amministrazione repubblicana ha concesso loro aiuti federali da record per far fronte alla guerra dei dazi prima e al coronavirus poi.
Sonny Perdue, tuttavia, non ha saputo gestire adeguatamente i programmi nazionali di aiuto alimentare per le famiglie meno abbienti, né le mense scolastiche. Si stima che un americano su quattro si serva di almeno uno di questi programmi durante l’anno, perciò dal nuovo segretario ci si aspettano ingenti finanziamenti, anche alla luce della pandemia che ha notevolmente incrementato la disoccupazione.
Biden ha probabilmente scelto Vilsack ritenendolo una persona con esperienza, cui poter affidare la ricostruzione dell’agenzia dopo anni difficili. Ha voluto lui nonostante le lobby agricole puntassero sulla senatrice del North Dakota, Heidi Heitkamp, mentre i più liberali sperassero in Marcia Fudge, afroamericana rappresentante dell’Ohio. Biden invece l’ha nominata segretaria all’Edilizia e allo Sviluppo urbano.
Vilsack squandered eight years of opportunity to address complaints of discrimination in loans and other assistance programs at the USDA.
— Organic Consumers Association (@OrganicConsumer) January 15, 2021
La delusione della comunità nera
Nonostante il presidente eletto si sia “vantato” di aver formato l’amministrazione più diversificata della storia, gli agricoltori della comunità nera speravano finalmente di vedersi rappresentati con la nomina di Fudge al dipartimento. Ma così non è stato. Il noto quotidiano Washington Post riporta che qualche giorno prima di Natale Vilsack ha tenuto una videoconferenza con alcuni dei più importanti attivisti per i diritti civili e con i portavoce degli imprenditori agricoli afroamericani. Questi ultimi si aspettavano un riconoscimento del fatto che lo Usda li abbia “emarginati e sistematicamente discriminati” per anni, sia tramite leggi sia tramite logiche di mercato perverse, e rendendo più difficile per loro l’accesso ai prestiti e ai programmi statali. Tanto che nell’ultimo secolo le terre in mano ai neri sono diminuite dell’85 per cento.
“Hanno due procedimenti amministrativi separati, uno per gli imprenditori più svantaggiati e l’altro per i bianchi che si trovano in una posizione simile. Quando un bianco inoltra una richiesta, entro 180 giorni riceve risposta. Il reclamo di un nero invece finisce nel mucchio, e non verrà mai letto”, racconta al Post Corey Lea, un allevatore del Tennessee. Pare che Vilsack non sia arrivato ad ammettere le colpe dell’organismo che rappresenta, ma abbia almeno ammesso le sue, convenendo che in passato avrebbe potuto fare di più e dichiarandosi pronto a rimediare.
“Deve creare una cultura di giustizia sociale e razziale all’interno dell’agenzia per poter anche solo cominciare a riparare gli errori che sono stati commessi”, aggiunge Shirley Sherrod, una dei partecipanti alla videocall. Il primo passo che ci si aspetta da Vilsack è la promozione del Justice for black farmers act, introdotto a novembre da alcuni senatori tra cui Elizabeth Warren e capace di migliorare almeno in parte la situazione.
Insomma, Tom Vilsack è un uomo che dovremo tenere d’occhio nei prossimi mesi. Considerando l’influenza degli Stati Uniti a livello mondiale e il peso che hanno di fronte a questioni come il razzismo e l’aumento delle temperature – menomale che Biden vuole rientrare nell’Accordo di Parigi –, non è trascurabile il potere che si trova nelle mani del segretario. “Da un grande potere derivano grandi responsabilità”, disse lo zio Ben a Peter Parker. In un momento storico in cui sembra davvero di trovarsi dentro un fumetto, con un mostro che minaccia la nostra sopravvivenza, questa frase assume un significato ancora più profondo. Caro mister Monsanto, non ci deludere.
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