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Con una percorrenza media di quasi 33 chilometri con un litro di benzina, la crossover Kia Niro è entrata nel Guinness World Records come l’auto ibrida con i consumi più bassi al mondo. Emette 88 g/km di anidride carbonica; meno di un’utilitaria.
Sino a pochi anni fa, il crescente e apparentemente inarrestabile successo delle crossover non costituiva una buona notizia per la mobilità a ridotte emissioni. Grandi, pesanti e dotate di motori quasi esclusivamente a combustione interna, le crossover erano tutto, tranne che sostenibili. Tanto da venire spesso additate quale esempio di vetture inquinanti. Oggi, però, tutto cambia. Non a caso, l’automobile ibrida dai consumi più bassi mai registrati è proprio una crossover.
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La nuova Kia Niro – qui la nostra prova – è l’ibrida “meno assetata” sul mercato. Ha infatti percorso i 5.979 chilometri che separano Los Angeles e New York utilizzando 183,6 litri di benzina, vale a dire consumando mediamente 3,07 litri di carburante ogni cento chilometri. Un risultato sorprendente, registrato ufficialmente nel Guinness World Records. Un primato ancor più degno di nota qualora si consideri che ottenuto con un esemplare della vettura strettamente di serie e in condizioni di utilizzo reali, quindi affrontando tutte le variabili atmosferiche e di traffico che caratterizzano quotidianamente gli spostamenti di ogni automobilista.
La percorrenza record di 32,6 chilometri con un litro di benzina è resa possibile dalla combinazione di un 4 cilindri 1.6 GDI (a iniezione diretta della benzina) ad alto rendimento termico, studiato appositamente per l’ibridazione, con un motore a zero emissioni del tipo sincrono a magneti permanenti. Un abbinamento identico a quanto previsto per la berlina Hyundai Ioniq e dal quale deriva un powertrain che, a dispetto della cilindrata ridotta, eroga complessivamente 141 cv e 265 Nm di coppia lavorando in abbinamento a una moderna trasmissione automatica a doppia frizione a 6 rapporti. In sostanza, la Kia Niro abbina consumi degni di un’utilitaria a prestazioni nella media della categoria, dato che scatta da 0 a 100 km/h in 11,5 secondi e raggiunge una velocità massima di 162 km/h. E, soprattutto, emette solamente 88 grammi al chilometro di anidride carbonica. Un valore decisamente ridotto, specie considerando che una city car a benzina quale la Fiat Panda non fa meglio di 99 g/km.
I risultati ottenuti dalla Kia Niro, cui contribuiscono i pneumatici a ridotta resistenza al rotolamento, la struttura parzialmente in lega leggera e la curata aerodinamica, contribuiscono a nobilitare la categoria delle crossover, all’interno della quale stanno nascendo nuovi modelli sostenibili. Ad esempio la Toyota C-HR, disponibile anch’essa in configurazione ibrida, oppure la compatta Suzuki Ignis, microibrida, in attesa delle prime applicazioni elettriche, la cui testa di ponte, attualmente, è rappresentata dalla Tesla Model X. Un trend fondamentale per la lotta alle emissioni, specie considerando che secondo i dati diffusi dall’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere che operano in Italia, nei primi undici mesi dell’anno il segmento delle crossover ha fatto registrare una crescita del 29,4 per cento rispetto al 2015. Un successo superato solo dalle ibride, forti di un “segno più” prossimo al 48 per cento.
“Crossover” e “ibrido” potrebbero essere due delle parole che caratterizzeranno maggiormente la mobilità del futuro. Almeno nel breve periodo, in attesa dell’elettrificazione di massa. Il primo vocabolo, infatti, è sinonimo di praticità, abitabilità e comfort, mentre il secondo evoca immediatamente la riduzione delle emissioni, il contenimento dei consumi e il risparmio. Un obiettivo, quest’ultimo, reso ancor più concreto dall’esenzione dal bollo in alcune regioni o, in ogni caso, dal calcolo della tassa automobilistica in funzione della potenza del solo motore termico. Crossover e propulsione ibrida, sino a pochi anni fa diavolo e acqua santa, oggi vanno a braccetto.
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