
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
In Nuova Zelanda un’azienda vinicola ha deciso di indicare sull’etichetta delle bottiglie del proprio “Sauvignon blanc” la quantità di CO2 emessa in atmosfera per ogni calice da 125 millilitri bevuto. L’indicazione dell’impronta ecologica varia a seconda del paese in cui la bottiglia viene venduta. Per esempio, in Nuova Zelanda – dove il vino viene
In Nuova Zelanda un’azienda vinicola ha deciso di indicare
sull’etichetta delle bottiglie del proprio “Sauvignon blanc” la
quantità di CO2 emessa in atmosfera per ogni calice da 125
millilitri bevuto.
L’indicazione dell’impronta ecologica varia a seconda del
paese in cui la bottiglia viene venduta. Per esempio, in Nuova
Zelanda – dove il vino viene prodotto – ogni bicchiere costa solo
140 grammi di anidride carbonica, mentre in Australia lo stesso
bicchiere produce 190 grammi di CO2.
La cifra più alta si registra in Gran Bretagna a causa
dell’enorme distanza che ogni bottiglia deve coprire per arrivare
sulle tavole dei sudditi di Sua Maestà. Ma proprio nel Regno
Unito, il vino neozelandese ha ottenuto la certificazione
Carbon
Trust, un’associazione che promuove il consumo
consapevole tramite l’indicazione su tutte le merci del loro
impatto ambientale.
Secondo Craig Fowles, dell’azienda New Zealand Wines
Company che ha introdotto l’iniziativa, “per ora i
consumatori sono guidati prevalentemente dal prezzo nella scelta
del vino, ma una volta finita la crisi quella ambientale potrebbe
diventare una motivazione molto più forte”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo quanto osservato da ricercatori statunitensi, la dieta mediterranea ha del potenziale per contrastare i disturbi della sindrome dell’intestino irritabile.
I ricercatori dell’Istituto Ramazzini di Bologna hanno osservato un aumento dell’incidenza di tumori in diversi sedi con la somministrazione di bassi dosi di glifosato.
Rigenerazione e salute. Sono le parole chiave che è tempo di sovrascrivere a quelle attuali di impoverimento e degrado, imposte dall’agricoltura intensiva. Una sostituzione che scuote equilibri e merita attenzione.
Secondo uno studio americano sulla salute metabolica, il consumo di ceci è in grado di abbassare il colesterolo, mentre quello di fagioli neri riduce l’infiammazione.
I risultati di un progetto pilota sull’agricoltura rigenerativa mostrano i vantaggi di questo approccio rispetto all’agricoltura convenzionale. Registrando una produttività complessiva più elevata.
Dopo cinque minuti di esposizione alla pubblicità di cibo spazzatura i bambini consumano più calorie: lo studio presentato al Congresso europeo sull’obesità.
A Ouagadougou si costruiscono orti e si piantano alberi per proteggere la città dalle ondate di calore e produrre cibo locale e accessibile.
Uno studio su sei cibi importati sottolinea la necessità di risposte da parte della Ue a un’emergenza reale e sempre più preoccupante per la sicurezza alimentare.
Secondo una stima dei ricercatori del Politecnico di Milano, ci sono molte aree del mondo in cui l’agrivoltaico consentirebbe di coltivare sotto i pannelli solari.