Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Bisogna bere durante i pasti oppure soltanto fuori pasto? Quanta acqua serve ogni giorno all’organismo? Dissetarsi è importantissimo.
L’arte di dissetarsi. L’acqua è indispensabile anche per noi, così come per tutti gli esseri viventi. Il giusto apporto d’acqua all’organismo potenzia le proprietà dei cibi antinfiammatori e bere acqua previene l’obesità. Un adulto di peso medio ha bisogno di circa 2,5 – 3 litri di acqua al giorno, cioè la quantità che ne elimina quotidianamente; in questo modo si mantiene costante l’equilibrio idrico. La quantità di acqua da bere durante i pasti va dosata a seconda del cibo consumato. Una parte dell’acqua assunta ogni giorno è naturalmente presente nei cibi, il resto va bevuto sotto forma di acqua pura o di bevande che la contengono. Alcuni cibi ne sono ricchissimi, altri molto meno. La frutta e la verdura sono composte principalmente di acqua (dal 78% della patata fino al 96,5% del cetriolo), quindi chi consuma molta frutta e verdura ha bisogno di bere meno. Altri cibi invece sono particolarmente “asciutti”, come il pane, i formaggi stagionati e i salumi. Altri cibi come la pasta o i legumi assorbono acqua con la cottura.
Quando il cibo arriva nello stomaco, viene impregnato dai succhi gastrici (composti anche di acqua) “pompati” all’interno dello stomaco da apposite ghiandole. Se il cibo è troppo asciutto, le ghiandole “pomperanno” una maggiore quantità di acqua, prendendola dal resto del corpo, per diluire tanto la massa di cibo quanto gli acidi che servono per digerirlo. Un cibo troppo asciutto quindi, se non è accompagnato da una bevanda, rallenta la formazione dei succhi gastrici e “affatica” la digestione, rallentandola; se si beve durante il pasto si accelera lo svuotamento dello stomaco e si facilita la digestione.
Non bisogna però esagerare. Se si beve troppo, i succhi gastrici rischiano di essere troppo diluiti e quindi meno efficaci nella digestione del cibo. Chi soffre di ipocloridria, (scarsa produzione di acido cloridrico nello stomaco) quindi deve limitarsi nell’assunzione di acqua insieme al cibo; per non aver sete a tavola, basta ricordarsi di bere almeno 20 minuti prima del pasto.
Se poi si beve frequentemente durante l’assunzione di un cibo ricco di amidi (come il pane e la pasta) si rischia di “sciacquare” via la preziosa ptialina, l’enzima presente nella saliva indispensabile per predigerire gli amidi. In questo caso il trucco è semplice: masticare con cura per impregnare bene il boccone di saliva, e ridurre la frequenza delle sorsate tra un boccone e l’altro, o meglio bere solo prima o dopo aver mangiato tutto il cibo ricco di amido.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
![]()
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Secondo il dossier Stop Pesticidi nel piatto 2025 di Legambiente, su 4.682 campioni di alimenti, il 48 per cento contiene residui di sostanze chimiche.
Come emerge dalla fotografia di ActionAid, la povertà alimentare tra gli adolescenti non è solo questione di disponibilità di cibo, ma di relazioni, identità e possibilità di scegliere.
Consiglio e Parlamento europei si sono accordati sulla proposta della Commissione Ue per la deregolamentazione dei nuovi ogm, ma le organizzazioni contadine, dell’agricoltura bio e ambientaliste chiedono di fermarla.
In Australia alcuni ricercatori stanno indagando come i microbi, compresi quelli del suolo, influenzano gli stati emotivi e le relazioni sociali attraverso l’asse intestino-cervello.
La proposta di togliere la scadenza all’autorizzazione delle sostanze attive dei pesticidi è contenuta in un pacchetto semplificazione della Commissione. Per gli ambientalisti in questo modo il profitto dell’industria prevale sulla salute.
L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Un documento dell’associazione Ciwf fa i conti di quanto costerebbe in termini ambientali, economici ed etici il primo allevamento di polpi e, in generale, l’acquacoltura carnivora.
Sei anni dopo il precedente dossier, Eat-Lancet estende il concetto di dieta per la salute planetaria anche ai temi di giustizia sociale e accessibilità del cibo.
Con l’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva suolo, gli Stati membri hanno tre anni di tempo per istituire sistemi di monitoraggio e promuovere soluzioni per una gestione sostenibile.
