L’associazione dei consumatori, analizzando otto campioni di riso basmati, ha rilevato la presenza di pesticidi in circa la metà dei campioni, e aflatossine in cinque di essi.
Uno spazio espositivo, una rete mondiale, ma anche un invito a scoprire i sistemi alimentari globali. Inaugura il 16 ottobre, in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione.
Inaugura il 16 settembre a Roma, il Fao Mune, Museo e rete per l’alimentazione e l’agricoltura, un progetto che ha l’obiettivo di sensibilizzare sulla possibilità che tutti hanno, con le proprie azioni, di favorire la sicurezza alimentare in tutto il mondo.
L’inaugurazione avviene in occasione della Giornata mondiale dell’alimentazione e delle celebrazioni degli 80 anni dalla nascita della Fao che dal 1951 ha sede nella capitale italiana. L’esposizione, che si estende per 1.300 mq nello storico edificio della ex Biblioteca David Lubin all’interno dell’edificio della Fao, sarà visitabile dal 20 ottobre, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 16 su prenotazione.
Il Mune è uno spazio fisico e digitale che illustra l’importanza dei sistemi agroalimentari globali, delle tradizioni culinarie e agricole, dei progressi scientifici e delle innovazioni, del ruolo delle donne, dei giovani e delle popolazioni indigene nella creazione di un futuro alimentare sostenibile.
Il percorso si articola in diverse sale tematiche e spazi immersivi: si inizia ripercorrendo la storia della Fao, in seguito installazioni digitali e fotografiche raccontano i Quattro Betters – produzione, nutrizione, ambiente e vita migliori – ; ci sono poi il Foods Lab, la cucina del mondo con workshop, degustazioni e incontri, la biblioteca Fao con collezioni rare di volumi, libri e archivi digitali, c’è la sezione dedicata alle Tradizioni e innovazioni che mette a confronto il sapere contadino e le nuove tecnologie; c’è la Foresta della consapevolezza, una riflessione attraverso l’arte per ispirare azioni concrete, ci sono il Tavolo della convivialità e l’Albero della vita di Expo 2015 per raccontare il rapporto con l’Italia, infine c’è il Mondo delle azioni, uno spazio conclusivo che invita ogni visitatore a diventare un eroe dell’alimentazione.
Il museo ospita anche opere d’arte contemporanea tra cui alcune di Michelangelo Pistoletto, Pablo Atchugarry, Umberto Ughi, insieme a donazioni di oltre 25 Paesi membri Fao: oggetti simbolici, strumenti agricoli, tradizioni e innovazioni che raccontano storie di comunità, popoli e culture.
Il Mune è un museo diffuso perché si estende anche oltre la sua sede centrale comprendendo la Global library of trees and flowers (Fao Park) a Villa Doria Pamphilj che è una biblioteca vivente di alberi e fiori da tutto il mondo, e Pompei sostenibile, un percorso educativo attraverso il parco archeologico di Pompei per riscoprire le pratiche sostenibili del passato.
Il Mune è anche una rete che funziona come polo mondiale per la collaborazione e le alleanze, nonché per favorire il dialogo tra paesi, nazioni e piccoli villaggi. Condividendo le buone pratiche, il museo e la rete vogliono dimostrare come i sistemi agroalimentari possono essere i motori dello sviluppo sostenibile.
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Anche la Giornata mondiale dell’alimentazione 2025, con lo slogan Mano nella mano per un’alimentazione e un futuro migliori, fa appello alla collaborazione globale tra governi, organizzazioni, settori e comunità per trasformare i sistemi agroalimentari affinché tutti abbiano accesso a un’alimentazione nutriente in armonia con il pianeta.
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