
Un tribunale condanna Greenpeace a pagare 660 milioni di dollari. L’accusa? Aver difeso ambiente e diritti dei popoli nativi dal mega-oleodotto Dakota Access Pipeline.
La nuova Lista rossa IUCN mette in guardia sul cattivo stato di salute dell’avifauna mondiale, il 13% delle specie è a rischio.
Le principali cause sono legate all’intervento dell’uomo: caccia e
distruzione dell’habitat in primo luogo. Tra le specie in maggior
pericolo figurano l’otarda maggiore indiana e l’oriolo delle
Bahamas.
I volatili sono indicatori della salute degli ecosistemi e la
loro diminuzione comporta conseguenze negative anche per l’uomo
dato che alcune specie sono al vertice della catena alimentare e
altre svolgono il fondamentale ruolo di impollinatori.
“In un mondo sempre più affollato – sostiene il direttore
Science and Policy di BirdLife International,
Leon Bennun – specie che necessitano di grandi spazi come l’otarda
maggiore indiana sono molto penalizzate. Tuttavia, sarà
l’uomo a perdere nel lungo periodo, visto che i servizi che la
natura ci fornisce stanno iniziando a scomparire”.
C’è però una buona notizia: il falco pescatore
è tornato a nidificare in Italia, precisamente in Toscana,
per la prima volta dopo 42 anni. Il ritorno di questo raro rapace
nella nostra penisola è merito di un progetto di
reintroduzione coordinato dal Parco regionale della
Maremma e dal Parco regionale della Corsica.
“Nonostante la situazione appaia negativa per molte specie –
dichiara Andy Symes, Global species programme officer di BirdLife
International – la lista rossa di quest’anno sottolinea come alcune
specie oggetto di progetti di conservazione abbaiano invertito la
tendenza negativa in positiva”. Il volo continua.
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