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Rossella Cardone, neo sustainability director Jaguar, spiega qual è la strategia del marchio. Ridurre l’impatto dell’auto si può, anche grazie all’economia circolare.
Roma, il doppio successo di Jaguar nell’E-Prix di Roma, con Mitch Evans che si aggiudica la vittoria in entrambe le gare previste per la tappa italiana della Formula E – il campionato dedicato alle auto elettriche che si disputa in alcune delle città più belle del mondo – ci ha fornito l’occasione per fare un punto sugli impegni del marchio non solo sull’elettrificazione, ma anche su altri temi rilevanti che vedono Jaguar sempre più coinvolta in una forte fase di rinnovamento, come l’economia circolare e il crescente impegno sulla progressiva decarbonizzazione della gamma e dei processi produttivi.
Lo abbiamo fatto incontrando a Roma Rossella Cardone, fresca di nomina nel ruolo di sustainability director Jaguar Land Rover, un segno tangibile del rinnovato impegno del marchio per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione dell’intera gamma. Dopo 20 anni nel settore delle telecomunicazioni, dove si è occupata di sostenibilità e innovazione per marchi come Ericsson, Cardone ha un nuovo impegno: contribuire al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità del marchio al 2030. Obiettivi decisamente sfidanti, ribaditi anche nel corso di una recente intervista che vi riproponiamo.
Insomma, come avrete sentito gli obiettivi sono ambiziosi, anche se in linea con gli sforzi che l’intera industria automotive sta mettendo in atto per ridurre l’impatto dei trasporti sull’ambiente. Ancora di più se si pensa che Jaguar Land Rover propone auto “premium”, che per definizione hanno motorizzazioni (sempre più ibride ed elettriche, va detto), prestazioni, pesi e dimensioni non sempre compatibili con un’idea di sostenibilità. Si tratta di impegni che, su un arco temporale più esteso – mirano all’azzeramento delle emissioni di CO2 su tutta la filiera produttiva, partendo dalla progettazione e dai materiali, passando dalla progressiva elettrificazione e dai fornitori, fino alle batterie, al centro di nuovi processi di economia circolare e di second life.
“La sostenibilità – ha spiegato Cardone – è al centro della nostra strategia Reimagine, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità carbonica entro il 2039. Gli obiettivi basati sulla scienza ci dicono quanto velocemente abbiamo bisogno di ridurre le nostre emissioni di gas serra”. Gli obiettivi più sfidanti? Tagliare del 46% delle emissioni di gas serra nelle proprie operazioni e del 54% per veicolo in tutta sua catena del valore, attraverso l’adesione all’iniziativa Science based targets confermare il percorso dell’azienda a favore del contenimento del riscaldamento globale.
Jaguar Land Rover oggi propone veicoli completamente elettrici, come la I-Pace, ibridi plug-in e mild-hybrid, in un’ottica di progressiva elettrificazione, che però vede ancora una consistente presenza di motorizzazioni diesel e benzina. Azienda britannica, dal 2008 parte del gruppo indiano Tata Motors, con impianti produttivi nel Regno Unito e stabilimenti in Cina, Brasile, India, Austria e Slovacchia, JLR, oltre che sulla diffusione di veicoli elettrici, sta puntando sul loro alleggerimento, quella “sostenibile leggerezza dell’auto” che appare sempre più come la strategia più efficace per ridurre emissioni e consumi.
Un alleggerimento che prevede una progressiva sostituzione dell’acciaio con l’alluminio e altri compositi nella realizzazione dell’auto elettrica. In particolare, JLR mira a ridurre il peso dei suoi modelli e ad aumentarne al contempo la sicurezza, grazie all’uso mirato di materiali compositi come la fibra di carbonio.
Con Rossella Cardone abbiamo parlato anche di come dare una seconda vita alle batterie non più utilizzabili sulle auto elettriche. Jaguar Land Rover ha annunciato recentemente una collaborazione con Pramac, azienda italiana specializzata in soluzioni energetiche, per sviluppare unità di stoccaggio mobili dell’energia grazie all’utilizzo di batterie provenienti da modelli elettrici del marchio. Esempio di economia circolare applicato all’industria dell’auto, il progetto denominato Off grid battery energy storage system è un sistema pensato per fornire energia dove l’accesso alla rete elettrica è limitato o non disponibile.
Caricata da pannelli solari, l’unità è una soluzione autonoma, capace di combinare energia rinnovabile e batterie di seconda vita. Disponibili per il noleggio commerciale, le unità sono dotate di connessioni di ricarica per veicoli elettrici tipo 2 e forniscono potenze di ricarica fino a 22 kW. Secondo le proiezioni JLR, la fornitura di batterie di seconda vita per applicazioni stazionarie come queste, ossia di stoccaggio di energia rinnovabile, potrebbe superare i 200 gigawattora di energia all’anno entro il 2030.
“I nuovi veicoli che vengono progettati sono sempre più pensati per essere poi facilmente riutilizzabili quando raggiungono il loro fine vita, quell’end of life che nel rispetto dei criteri di economia circolare va considerato sin nella fase iniziale di progettazione – spiega Rossella Cardone – considerando sia i requisiti di performance, di utilizzo dell’auto, e poi del suo riciclo e riutilizzo. Anche la durabilità dell’auto e delle sue componenti è un aspetto in forte trasformazione. Così come l’idea di modularità, dove per esempio una batteria può essere smontata dall’auto e riutilizzata in altri ambiti”.
Un approccio coerente col principio di “Less is more” – secondo il quale il “di più”, si ottiene costruendo un oggetto sul concetto dell’essenzialità (il meno) – “un principio alla base della nostra strategia che punta alla riduzione dell’uso della materia e al riuso e riciclo dei materiali di scarto”. Anche il progressivo passaggio della mobilità da proprietà a utilizzo spinge l’industria dell’auto a un’evoluzione che richiede di erogare nuovi servizi dedicati ai clienti, “per questo stiamo sviluppando nuove soluzioni insieme a partner leader nel settore dell’intelligenza artificiale e dei servizi come Nvidia, anche in vista della guida autonoma”, ha concluso Cardone.
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