
Coste rocciose a picco sul mare, calette impervie ma incontaminate, grotte da esplorare: l’Arcipelago delle Tremiti è un gioiello da non abbandonare.
Rispettivamente attestate al 2° e all’8° posto della classifica Mercer, Zurigo e Ginevra primeggiano tra i capoluoghi mondiali della qualità della vita.
Possiamo considerarle due vere e proprie habituées ai vertici della classifica delle città più vivibili del mondo poiché anche quest’anno Zurigo e Ginevra –già in passato spesso presenti, insieme a Berna, tra gli esempi di metropoli virtuose– approdano a pieno titolo nella rosa dei primi dieci nomi attestandosi rispettivamente al secondo e all’ottavo posto nell’indagine divulgata dalla società londinese di consulenza Mercer human resource consulting.
I due capoluoghi elvetici, primo e secondo centro urbano più popoloso dell’intera Svizzera, la spuntano malgrado un “rovescio della medaglia” tutt’altro che irrilevante, ovvero un costo della vita molto elevato, in particolar modo per le insidie di un mercato immobiliare che in entrambe risulta davvero esoso.
Ciononostante, Zurigo e Ginevra eccellono in molti degli indici qualitativi presi in considerazione dagli analisti: sicurezza, assenza di criminalità, pochi scioperi, trasporti puntuali con aeroporti molto vicini ai centri cittadini, scuole di buon livello ma anche tempi di attesa ragionevoli per l’arrivo di un elettricista o di un idraulico a domicilio e soprattutto un ragguardevole numero di cinema e teatri corredati da un’offerta culturale vastissima: per limitarsi agli esempi più noti, basti pensare alla sontuosa programmazione lirica del Grand Théâtre de Genève, ai concerti e agli spettacoli del Bâtiment des Forces Motrices (gioiello di archeologia industriale ginevrina riconvertito in sala da mille posti) o alla storica Schauspielhaus di Zurigo.
E, non a caso, in ciascuna delle due città un’attenzione prioritaria viene riservata agli obiettivi ecologici: bassi livelli di inquinamento, traffico automobilistico contenuto e non asfissiante, ma soprattutto estrema facilità di accesso agli spazi verdi urbani, particolarmente numerosi e ben curati: la sola Ginevra possiede, tra Parc La Grange, Jardin anglais, Parc des Bastions e tantissimi altri, 310 ettari di verde (cioè circa il 20 per cento del territorio complessivo) disseminati tra i vari quartieri, in larga parte situati sul lungolago e prevalentemente derivati da ex-proprietà private donate o vendute all’amministrazione pubblica nel corso degli anni.
E pare che la creazione di simili capoluoghi svizzeri “a misura d’uomo” sia correlata ad alcune precise ragioni storiche: l’impianto federalista del paese, la gradualità della sua industrializzazione, l’assenza di obiettivi imperialistici o colonialistici, e dunque la sua proverbiale tradizione di neutralità. Piccoli nei o inconvenienti della vita elvetica? Ad esempio gli orari a dir poco precoci in cui gli svizzeri doc hanno l’abitudine di cenare. Ma si sa, nessuno è perfetto.
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