I lavori da fare e le semine dell’orto di aprile. Cosa seminare, come preparare il terreno per i mesi a venire e cosa si può raccogliere.
La lince potrebbe tornare nelle foreste britanniche dopo 1.300 anni
Un ambizioso progetto prevede la reintroduzione nel Regno Unito della lince entro la fine dell’anno.
La lince (Lynx lynx) è uno dei felini più belli e misteriosi del pianeta, tanto che in numerose mitologie, dal Nord America alla Norvegia, era considerata dotata di poteri soprannaturali e di chiaroveggenza, e i nativi americani la chiamavano “custode dei segreti”.
Questo maestoso felino è assente dalle foreste della Gran Bretagna da oltre 1.300 anni, ma presto potrebbe tornare a cacciare con il suo passo felpato nei boschi di Inghilterra e Scozia grazie al più ambizioso progetto di reintroduzione mai tentato nel Regno Unito.
Se il progetto verrà approvato le linci verranno reintrodotte in tre riserve private, ma non recintate, nelle contee di Norfolk, Cumbria e Aberdeenshire. L’iniziativa è della ong britannica Lynx Uk Trust, che ha lanciato una consultazione pubblica per valutare la reazione della gente. Dopodiché presenterà una richiesta formale al Natural England e Scottish Natural Heritage (Snh), le agenzie governative che sovrintendono le reintroduzioni.
“La lince è un animale magico che vagava in Gran Bretagna fino a 1.300 anni fa – ha dichiarato Paul O’Donoghue, un consulente scientifico del Lynx Uk Trust – è uno dei più bei felini del pianeta e la sua assenza rende la Gran Bretagna un posto più povero”. Oltre ad aggiungere fascino alle foreste la reintroduzione della lince, secondo i biologi, aiuterebbe a controllare la fiorente popolazione di cervo della Gran Bretagna.
“La campagna britannica sta morendo lentamente e la presenza di un predatore come la lince può riportarla in vita”, ha affermato O’Donoghue. Se il progetto venisse approvato in ognuno dei tre siti prescelti verrebbero liberati 4-6 esemplari dotati di collare Gps per il monitoraggio.
Le linci potrebbero avere un impatto estremamente positivo sugli ecosistemi forestali aiutando tra l’altro a controllare la popolazione di cervi, che in assenza di predatori naturali ha superato il milione di esemplari e che sta provocando danni alla vegetazione e alle specie di uccelli che nidificano a terra o nei cespugli bassi.
Non tutti però sono entusiasti del ritorno della lince. Le obiezioni riguardano il costo dell’operazione e il possibile impatto negativo dei predatori sul bestiame, sebbene nei paesi dove sono già presenti gli attacchi alle pecore sono molto rari.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Un nuovo rapporto di Wri e università del Maryland fa il punto sulla deforestazione. Miglioramenti in Brasile e Colombia, ma passi indietro altrove.
Sabato 6 aprile, il settimanale porta in edicola e online le tematiche del “vivere verde”. Con un’intervista a Simona Roveda.
Il Bundestag ha depenalizzato la cannabis a scopo ricreativo, ponendo Berlino fra le capitali con le leggi più “rilassate” di tutta l’Unione europea. L’Italia resta in fondo, smarrita in un dibattito ideologico.
Tracey Lund era in vacanza alle isole Shetland, a nord della Scozia, e ne ha approfittato per una sessione fotografica. “La fotocamera dslr presa a noleggio, nella custodia impermeabile, è stata collegata al sistema polecam e calata in acqua. Migliaia di sule erano nel cielo sopra di noi e poi hanno iniziato a tuffarsi in
A distanza di un mese dall’annuncio dello Zambia, anche il Malawi ha dichiarato lo stato di calamità a causa della siccità prolungata da El Niño.
Secondo i principali organi di stampa americani, l’amministrazione Biden ha approvato un nuovo pacchetto di forniture di armi a Israele.
La legge europea sul ripristino della natura, la Nature restoration law, è in stallo. Prima del voto finale del Consiglio, alcuni paesi hanno ritirato il loro appoggio.
Australia e Tuvalu confermano l’intenzione di adottare il primo trattato al mondo che concede asilo climatico. Ma c’è ancora un ostacolo da superare.