La visione ecocentrica all’università

Educazione allo sviluppo sostenibile, consumo consapevole, cittadinanza attiva e visione ecocentrica della vita approdano all’università.

Erano più di duecento gli allievi delle facoltà di
scienze dell’educazione, scienze naturali e biologia
dell’Università di Bari a un primo appuntamento
sull’educazione alla sostenibilità, un tema sempre
più attuale in molti ambiti senza essere ancora ufficiale
materia di studio.

Il convegno “Sostenibilità ecologica e socio-economica dello
sviluppo antropico”,
organizzato dall’associazione
Biologi Ambientalisti Pugliesi e dall’Ordine dei Biologi di Bari,
con il patrocinio della Facoltà di Scienze, del Comune e
dell’ARPA Puglia, aveva proprio l’obiettivo di sondare il terreno e
porre le basi per la creazione di un primo percorso universitario
in cui affrontare con modalità multidisciplinare le basi
teoriche e pratiche di una educazione al consumo sostenibile.

I diversi interventi nell’arco della giornata hanno arricchito
di dati, esperienze e considerazioni il quadro via via più
complesso della situazione attuale e dei passi necessari per
formare una nuova cultura che oltrepassi la modalità
meccanicistica di concepire le relazioni tra uomo e ambiente.

All’inizio del discorso le variabili da prendere in
considerazione erano tre: società, ambiente ed economia. E
da questo punto di vista è preziosa l’attività
dell’ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente), che in Liguria
ha dato vita anche a un Centro di educazione al consumo sostenibile
– come ha raccontato la dott.ssa Chiara Scalabrino – con uno
sportello aperto al pubblico, una rete di iniziative in sintonia,
una collaborazione con le imprese per la progettazione
ecosostenibile e l’organizzazione di eventi in grado di coinvolgere
e sensibilizzare la popolazione ancora poco attenta alle tematiche
ambientali, coinvolgendo le associazioni no profit del
territorio.

Con le precisazioni della dott.ssa Maria Spartera, di ARPA
Puglia, le variabili sono già diventate quattro,
riconoscendo anche l’educazione alla diversità culturale
come elemento indispensabile per la creazione di una
sostenibilità capace di futuro intra e intergenrerazionale.
Porre al centro la diversità dei soggetti e i talenti,
insegnare a cambiare punti di vista, allenare al pensiero critico,
preparare a una cittadinanza attiva e democratica in cui ognuno
può dare un suo contributo, sono stati riconosciuti come
obiettivi fondanti della necessaria educazione alla
sostenibilità.

Il dott. Piergiacomo Pagano dell’Enea Bologna, filosofo
ambientale attivo da quindici anni nella divulgazione delle idee
che nel corso della storia si sono occupate della relazione tra
uomo e ambiente, ha precisato che il cambiamento di
mentalità da effettuare è quello di passare da una
visione antropocentrica della vita – in cui tutto è
funzionale all’uomo – a una visione ecocentrica in cui l’uomo
è parte dell’ecosistema e della vita, in alternativa a una
più estremista visione biocentrica in cui l’uomo è
visto come poco più di un parassita del pianeta.

A questo punto il terreno era pronto per il riconoscimento di
una quinta variabile in gioco nel campo dell’educazione allo
sviluppo sostenibile: l’individuo. E’ stata la dott.ssa Marcella
Danon, intervenuta a nome della Società Europea di
Ecopsicologia, che ha spiegato l’importanza di un percorso
formativo anche sul piano psicologico, per accompagnare le persone
verso una maggior conoscenza di sé e una
responsabilità individuale nei confronti del proprio
“ecosistema interno”, come punto di partenza da cui sviluppare le
capacità, i saperi e le sensibilità necessarie per
percepire il mondo come qualche cosa di vivo, che ci riguarda tutti
profondamente.

La prof.ssa Angela Danisi, del dipartimento di Scienze
Pedagogiche, ha confermato l’importanza di coinvolgere le persone
in un percorso di attivazione e responsabilizzazione personale e ha
presentato la modalità innovativa con cui i suoi studenti
stanno applicando o studio della sostenibilità in progetti
pratici nell’ambito dell’ateneo barese in cui sono coinvolti nel
creare progetti di tutela e cura del loro ambiente più
vicino, le aule, i corridoi, l’edificio stesso e il quartiere
universitario.

Il dott. Francesco Ciccone, dalla cui idea e profonda
sensibilità per questi temi è nata l’intera
iniziativa, ha ripercorso le basi del cambiamento di paradigma in
atto, sottolineando l’avvicendarsi di diversi modelli:
· in campo etico da antropocentrico a ecocentrico
· in campo scientifico da riduzionista a
olistico/ecologico
· in campo filosofico da meccanicistico a organicistico
· e per quanto riguarda la metodologia di indagine da una
modalità analitica a una sistemica di percezione della
realtà.

Hanno concluso la giornata di convegno l’intervento del il dott.
massimo Blonda, responsabile ARPA Puglia, con un invito a un
cambiamento radicale del nostro modo di vivere, e l’intervento del
prof. Angelo Tursi, dell’Università di Bari, compiaciuto per
la grande partecipazione da parte degli studenti e disponibile a un
approfondimento del discorso in ambito universitario con
l’istituzione di un Master dedicato all’educazione allo sviluppo
sostenibile. Un passo importante per il mondo universitario
italiano che vuole e può diventare un ambiente culturale
vivo, coinvolgente e impegnato al massimo per affrontare le
tematiche e problematiche contemporanee.

Marcella
Danon

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