Martedì 25 maggio si celebra la Giornata dell’Africa. Una data emblematica, poiché coincide con l’anniversario della costituzione dell’Organizzazione per l’unità africana, in seguito sostituita dall’Unione africana, avvenuta nel 1963 per celebrare l’indipendenza appena conquistata da molti paesi. In occasione di tale ricorrenza, l’associazione umanitaria Amref ha presentato la seconda edizione de “L’Africa MEDIAta”.
L’Africa “oscurata” dalla pandemia nel 2020
Il rapporto, curato dall’Osservatorio di Pavia, analizza l’Africa nella rappresentazione dei media e nell’immaginario dei giovani, in un arco temporale che va dalla fine del 2019 ai primi mesi del 2021. Il documento è stato presentato presso la Casa del cinema di Roma: “Tra gli effetti dell’emergenza sanitaria Covid-19 e delle sue drammatiche conseguenze vi è la progressiva scomparsa mediatica, nel corso del 2020, di temi, eventi e paesi dell’Africa. Il rapporto registra una drastica diminuzione dell’attenzione complessiva per il continente nel 2020. L’analisi di sei quotidiani nazionali (nel periodo 1 luglio 2019 – 28 febbraio 2021) rileva che la media mensile di notizie in prima pagina, dedicate all’Africa, per testata, è pari a dieci. Un dato inferiore del 55% rispetto alla rilevazione 2019, che prendeva in esame in primi sei mesi dello stesso anno”.
Inoltre, Amref precisa che nei notiziari del prime time solo l’1,6% delle notizia ha riguardato l’Africa. Con “due picchi di attenzione tra dicembre e gennaio 2019, con la crisi libica, e a febbraio 2021, con l’uccisione dell’ambasciatore italiano nella Repubblica Democratica del Congo, nonché del carabiniere e dell’autista che viaggiavano con lui”. Per quanto riguarda poi i tempi prevalenti, quando si parla delle nazioni che compongono il continente, si tratta di guerra e terrorismo (nel 32,9% dei casi), di politica (28,7%), di migrazioni (12%). Più raramente ci si occupa di Africa in riferimento allo sport (2,1%) e alla cultura (1,3%).
Otto focus per capire come i più giovani percepiscono l’Africa
L’associazione ha anche analizzato i programmi di informazione e di infotainment, e in particolare 91 trasmissioni di sette reti generaliste, nel corso del 2020. Così come la “copertura” su Facebook. “Media, scuole, società civile e organizzazioni umanitarie hanno la responsabilità di instillare nei giovani curiosità nei confronti dell’Africa, per non lasciare che le parole più associate all’Africano siano esclusivamente povertà, scarsità, guerra e terrorismo”, afferma Guglielmo Micucci, direttore di Amref Health Africa-Italia.
In che modo? Secondo il dirigente, “attraverso la conoscenza e lo studio di un continente immenso”. Allo scopo di comprendere in che modo bambini e ragazzi di età compresa tra i 10 e 14 anni percepiscano l’Africa proposta dai media, tra marzo e aprile 2021 sono stati condotti otto focus group in cinque istituti scolastici (primarie e secondarie di primo grado) nelle città di Roma, Milano e Pavia, coinvolgendo 182 studenti.
Dal razzismo alle migrazioni: le analisi nel rapporto di Amref
“L’immaginario emerso sembra sembra confermare il ruolo dei media come agenzie di socializzazione – aggiunge Amref in un comunicato -. I giovani si mostrano molto abili a scorgere dinamiche di razzismo e discriminazione all’interno dei prodotti che guardano. Mentre una curiosità forte è anche quella per il racconto di come vivono gli africani in Italia e le testimonianze dirette di persone che hanno fatto esperienze di migrazioni”.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Africa @amrefit presenterà la seconda edizione de L’Africa Mediata, un rapporto a cura dell’Osservatorio di Pavia che analizza l’Africa nella rappresentazione dei media e nell’immaginario dei giovani. #africahttps://t.co/RprA7xacmX
Il rapporto offre infine una sezione dedicata ai confini e alle migrazioni. Un contributo che nasce dal progetto “Snapshots from the borders”, che ha supportato la ricerca. Esso vede il Comune di Lampedusa capofila, Amref partner, è finanziato dall’Unione europea ed è ricco di dati e informazioni su come i media hanno parlato di “frontiere” come Lampedusa, Lesbo, la Grecia e i Balcani.
Andrea Pastorelli, direttore generale di Teach for Italy, spiega come giovani talenti possano diventare agenti di cambiamento nelle scuole svantaggiate.
Le guerre scatenate dagli stati ci riportano a prima del 1945 e la tecnologia digitale favorisce le discriminazioni: non ci resta che la mobilitazione dal basso.
Si chiamava Saly, aveva cinque anni. Nello scatto vincitore del World press photo 2024, il concorso di fotogiornalismo più importante al mondo, non si vede un centimetro del suo corpo senza vita. E non si vede nemmeno il volto della zia, Ines Abu Maamar, che lo stringe forte a sé. Mohammad Salem, fotografo dell’agenzia Reuters,
Il Bundestag ha depenalizzato la cannabis a scopo ricreativo, ponendo Berlino fra le capitali con le leggi più “rilassate” di tutta l’Unione europea. L’Italia resta in fondo, smarrita in un dibattito ideologico.