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Le piantagioni di tè hanno cambiato il volto di molti Paesi, più di qualsiasi altra coltivazione, ma ora si trovano ad affrontare le minacce dei cambiamenti climatici, degli effetti della deforestazione di quando le foreste originarie son state sostituite dalla Camelia sinensis, della scarsità d’acqua, delle giuste rivendicazioni salariali dei lavoratori. L’aumento delle temperature
Le piantagioni di tè hanno cambiato il volto di molti Paesi, più di qualsiasi altra coltivazione, ma ora si trovano ad affrontare le minacce dei cambiamenti climatici, degli effetti della deforestazione di quando le foreste originarie son state sostituite dalla Camelia sinensis, della scarsità d’acqua, delle giuste rivendicazioni salariali dei lavoratori.
L’aumento delle temperature medie può compromettere la produzione dell’industria del tè. Stanno nascendo stazioni di ricerca per studiare i potenziali impatti dei cambiamenti climatici sul settore e per ideare future strategie di mitigazione. Multinazionali come Unilever, che gestisce una fabbrica di tè istantaneo in Sri Lanka, hanno dato il via ad alcune iniziative per informare i lavoratori sui temi ambientali, ad esempio sulla conservazione dell’acqua.
Per quanto riguarda i bassi compensi destinati ai lavoratori, Oxfam si sta battendo per il salario minimo da destinare ai coltivatori che operano nelle piantagioni di tè, dato che a volte non raggiungono nemmeno la soglia necessaria perché venga considerato un salario di sussistenza.
Oxfam, in collaborazione con Ethical Tea Partnership, sta ritagliandosi un ruolo da attore principale attraverso una campagna che coinvolge le multinazionali e che mira a compiere progressi verso un reddito adeguato sia per coloro che lavorano nelle piantagioni, sia per i piccoli proprietari terrieri, cosicché possano condurre un’esistenza dignitosa. La coalizione voluta da Oxfam coinvolge una vasta gamma di soggetti, tra cui le più grandi industrie del tè, come Twinings, Tetley, Taylors of Harrogate (produttori di Yorkshire Tea), De Master, Unilever, e rivenditori come Tesco e Marks & Spencer, governi, sindacati e Ong.
La campagna sarà attiva su diversi fronti: supporto negli affari e negli investimenti, modifiche del processo con cui vengono stabiliti i salai, crescita delle rappresentanze dei lavoratori, accesso ai finanziamenti per i piccoli proprietari e miglioramento delle condizioni di vita dei coltivatori, delle loro abilità e della possibilità di accedere ai servizi delle banche.
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