
Da Prato della Valle l’accorato appello del fondatore di Libera che esorta le nuove generazioni a non abbassare la testa di fronte alla criminalità organizzata. “I veri nemici sono le mafie, non i migranti”.
XXI giornata della memoria e dell’impegno, a migliaia in piazza. Don Ciotti replica alle critiche e chiede la riforma della legge sui beni confiscati.
A Messina c’era tanta, tantissima gente, 20mila persone. Fra loro i parenti delle vittime innocenti della mafia, come poliziotti, giornalisti, ma anche medici uccisi dalle organizzazioni criminali. Tutti accorsi lunedì 21 marzo per la XXI Giornata della memoria e dell’impegno. Un appuntamento organizzato da Avviso Pubblico e dalla rete delle 1.600 organizzazioni che si riconoscono in Libera, l’associazione antimafia fondata da don Luigi Ciotti, che ha contato 350mila persone nelle piazze di tutte le città e i paesi d’Italia che hanno aderito.
All’interno dell’organizzazione ci sono state critiche e fuoriuscite, come quella di Franco La Torre, figlio di Pio La Torre (ucciso da Cosa Nostra ed estensore, con Virginio Rognoni, della legge che ha permesso la confisca dei beni dei mafiosi). Strascichi relativi alla vicenda che riguarda l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, indagata dalla procura di Caltanissetta per la gestione dei beni confiscati alla mafia.
“Libera è una realtà imperfetta, ma pulita — ha detto don Ciotti — e sulle critiche, un conto sono le osservazioni documentate, un altro le accuse generiche, le diffamazioni e le manipolazioni. Dalle prime si può imparare, dalle seconde bisogna difendersi, anche in sede legale”.
Ma al di là delle polemiche, è stata un fiume colorato di persone quello che si è riversato a Messina. Principalmente composto da studenti, scout, ma anche la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, e quello di Messina, Renato Accorinti. Senza contare gli almeno 500 familiari delle vittime.
Partiti da piazza Juvara, i ventimila sono sfilati davanti al palazzo di giustizia, dove hanno chiesto verità per le vittime ancora senza giustizia, per poi affluire in piazza Duomo per la lettura dei novecento nomi delle vittime delle mafie.
Don Ciotti chiede una legge in favore delle vittime innocenti delle mafie, l’istituzione del 21 marzo come giornata commemorativa in via ufficiale, e la riforma della legge sui beni confiscati che salvaguardi le aziende coinvolte, “finora il vero fallimento di tutta questa operazione”. Per il prete antimafia a questo punto sono necessari “un’accelerazione dei tempi e un chiarimento netto sulle priorità che Parlamento e governo devono darsi”.
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