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Monte Pisano, il fiume Oreto di Palermo e l’antico stabilimento termale di Porretta Terme: sono i luoghi del cuore più votati nel censimento 2018 del Fai.
Di anno in anno riscuote una partecipazione sempre maggiore I luoghi del cuore, il censimento dei patrimoni naturali e artistici promosso dal Fai (Fondo ambiente italiano) in collaborazione con Intesa Sanpaolo. I numeri di questa nona edizione hanno superato ogni record: sono stati raccolti 2.227.847 voti a favore di 37.237 luoghi, distribuiti in 6.412 comuni. Da un capo all’altro della Penisola, i cittadini si sono mobilitati spontaneamente per segnalare borghi, corsi d’acqua, castelli, giardini, paesaggi e altro ancora, che secondo loro meritano di essere riscoperti e valorizzati.
È un’opportunità per aggiudicarsi un sostegno economico importante (i primi tre classificati ricevono un contributo rispettivamente di 50, 40 e 30 mila euro), ma è anche un atto d’amore nei confronti del proprio territorio. A dividersi il podio quest’anno sono Toscana, Sicilia ed Emilia-Romagna, con tre tesori molto diversi tra loro ma tutti meritevoli di attenzione e sostegno.
Era la notte di lunedì 24 settembre quando un incendio devastante ha mandato in fumo 1.400 ettari nella catena del Monte Pisano (un sistema montuoso che separa Pisa e Lucca), soprattutto nel territorio dei comuni di Calci e Vicopisano. Le fiamme, di origine dolosa, sono divampate per giorni, distruggendo le coltivazioni, uccidendo moltissimi animali e provocando danni economici stimati in 15 milioni di euro. Fortunatamente il caso ha voluto che venisse risparmiata almeno la Certosa di Calci, un ex-monastero certosino che risale al XIV secolo e che oggi ospita il Museo di storia naturale dell’Università di Pisa.
Di fronte a questo disastro, gli abitanti si sono subito rimboccati le maniche e nell’arco di pochi mesi hanno raccolto 114mila voti (un risultato straordinario, che stacca di oltre 30mila voti il secondo posto). “Avevamo già partecipato al censimento dei luoghi del cuore nel 2014 con la Certosa di Calci. Già allora entrava in gioco un fattore affettivo, ma in questo caso siamo stati colpiti da una vera tragedia. Le persone che avevano assistito a questo scempio sono accorse immediatamente a firmare”, racconta a LifeGate Fabiola Franchi, presidente del comitato Insieme per il Monte Pisano. “È stata una cosa bella, ma faticosa. Per raccogliere le firme abbiamo organizzato eventi, concerti, abbiamo presidiato i supermercati così come le università”.
Il degrado del fiume Oreto non è figlio di un singolo atto scellerato, ma di decenni di incuria e malcostume. Questo corso d’acqua di circa 20 km, che nasce tra i comuni di Altofonte e Monreale e attraversa il centro di Palermo, versa da anni in stato di abbandono. I numerosi scarichi fognari abusivi e i rifiuti abbandonati a cielo aperto hanno pesantemente compromesso l’ecosistema di questo piccolo fiume, di cui gli stessi palermitani si sono quasi dimenticati. A fine 2017, però, qualcosa è cambiato. Un video diventato virale sui social network ha innescato un dibattito che ha coinvolto anche le istituzioni, le associazioni ambientaliste e i cittadini, che si sono riuniti nel movimento Salviamo l’Oreto.
Questo secondo posto è un buon risultato, ma ci vorranno ancora anni di impegno per riportare il fiume a uno stato ambientale accettabile. “Come da programma, abbiamo sensibilizzato l’opinione pubblica e le istituzioni e abbiamo anche fatto riscoprire la ricchezza naturalistica del fiume. Ora i riflettori sono accesi. Bisogna concentrarsi sul riportare i cittadini sul fiume, attivando buone pratiche nei territori affinché si riaggreghino le comunità fluviali e nasca un’economia lecita. Senza ovviamente distogliere l’attenzione delle istituzioni, a cui adesso spetta progettare e programmare la rinascita del fiume Oreto”, commenta Salvo Bucchieri del comitato Salviamo l’Oreto.
Dopo un sistema montuoso e un fiume, il terzo gradino del podio spetta a un bene artistico. L’antico stabilimento termale di Porretta si trova nell’Appennino bolognese, a pochi chilometri dal confine con la provincia di Pistoia. “È una costruzione preziosa, molto bella, che sarebbe un peccato abbandonare al tempo e all’incuria”, stando alle parole di un testimonial d’eccezione, il cantante Francesco Guccini. Da anni, però, la popolazione non ha la possibilità di visitare questo patrimonio architettonico, che necessita di imponenti (e costosi) lavori di restauro. Il Comitato SOS Terme Alte si batte da tempo per sensibilizzare le istituzioni e la cittadinanza.
Al quarto posto della classifica dei luoghi del cuore troviamo il Santuario della Cornabusa, incastonato sul versante di un monte a picco sulla Valle Imagna, nel comune di Sant’Omobono Terme, in provincia di Bergamo. A seguire, il sito archeologico industriale del tessile di Rasiglia (in provincia di Perugia), i laghi di Monticchio (Rionero in Vulture, in provincia di Potenza), la chiesa di San Francesco a Pisa e l’abbazia di San Michele Arcangelo a Lamoli di Borgo Pace, in provincia di Pesaro e Urbino. Chiude la top 10 il Meridione, con il Parco della Rimembranza di Napoli e il Castello Aragonese di Taranto.
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