Ricercatori australiani hanno osservato che il consumo quotidiano di verdure crucifere abbassa la pressione sanguigna, riducendo del 5 per cento il rischio di infarto o ictus.
Mamme, occhio al tonno al mercurio
Donne in allattamento, incinte o che hanno intenzione di rimanerlo devono limitare il loro consumo di tonno: non più di due scatolette di media grandezza a settimana. Questo a causa della quantità di mercurio che il pesce contiene. La Fsa afferma che la misura precauzionale è volta a proteggere i feti, i lattanti, i bambini
Donne in allattamento, incinte o che hanno intenzione di
rimanerlo devono limitare il loro consumo di tonno: non più
di due scatolette di media grandezza a settimana. Questo a causa
della quantità di mercurio che il pesce contiene.
La Fsa afferma che la misura precauzionale è volta a
proteggere i feti, i lattanti, i bambini dai rischi che
l’assunzione del mercurio contenuto in certi pesci comporta. Il
mercurio (in particolare il metilmercurio, la sua forma organica)
permea la placenta e danneggia il sistema nervoso, specialmente se
in fase di sviluppo. Le donne vengono anche incoraggiate a evitare
il pesce spada.
Andrew Wadge, direttore del settore ‘food safety’ della Food
Standards Agency, ha dichiarato: “Per le donne in stato
interessante o in allattamento che oggi eccedono la quantità
raccomandata di tonno, due scatolette a settimana, sarebbe una
buona precauzione cambiare immediatamente la dieta. Questo
concorrerà a proteggere il bambino non ancora nato e lo
sviluppo del bimbo che si nutre col latte materno”.
Questa nuova allerta è significativa anche per le altre
categorie di consumatori, ragazzi e adulti. In special modo per
quanto riguarda il pesce spada, che ha livelli di mercurio
approssimativamente da cinque a sette volte maggiori rispetto al
tonno in scatola! L’agenzia aveva già pubblicato al riguardo
un’allerta, il 10 maggio 2002.
Un’indagine sui pesci pescati nei bacini del Mare del Nord e del
Mediterraneo condotta dall’Fsa nel 2002 aveva rivelato livelli
relativamente alti mercurio in alcune specie di pesci predatori.
L’iniziativa della Fsa è stata presa dopo che i risultati e
i possibili rischi sono stati analizzati dal comitato indipendente
Committee on Toxicity (Cot), che ha messo a confronto i livelli di
mercurio trovati nei pesci con le linee guida della Organizzazione
Mondiale della sanità. La preoccupazione è sorta
subito, e così il Cot ha concluso che, per i gruppi
più deboli, un approccio più cauto era
necessario.
Il sito Internet dell’Agenzia pubblica ben in vista in prima pagina
il bottone “Tuna
advice. Cliccandolo, si accede a una pagina che contiene tutte
le informazioni: l’avviso, domande
e risposte sul mercurio nei pesci e
la dichiarazione (in .pdf) del Committee on Toxicity. Si trova
anche il link a un
documento del ’98 del Ministero del cibo e dell’agricoltura
inglese con tabelle e dettagli analitici su tutti i metalli pesanti
e i contaminanti presenti nei pesci.
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