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Gli elefanti uccisi in Gabon negli ultimi otto anni sarebbero stati 11mila, circa i due terzi della popolazione totale del parco Minkebe secondo uno studio condotto dall’Agenzia dei parchi nazionali del paese dell’Africa occidentale, in collaborazione con Wwf e Wildlife Conservation Society (Wcs).
C’è una guerra per l’avorio in Africa.
Il fronte è il Gabon e il parco più colpito è il
Minkebe (11mila elefanti africani morti) che
ospita la popolazione più consistente di pachidermi che vivono
lungo il bacino del fiume Congo.
“La situazione è fuori controllo. Stiamo
assistendo al massacro sistematico del più grande mammifero
terreno del mondo. Alcuni studi fanno credere che la guerra per
l’avorio si sia spostata dall’Africa centrale ad altre parti del
continente. Questo è sbagliato. Ciò che è cambiato
è che ora questi criminali stanno attaccando anche le
popolazioni di elefanti che si credevano più protette in
Africa orientale e meridionale”, ha affermato a Adnkronos Massimiliano Rocco, responsabile Specie del
Wwf Italia.
I dati dello studio sul Gabon sono indicativi
di una tendenza che si sta verificando anche in altre regioni
dell’Africa. La Repubblica Democratica del Congo oggi dovrebbe
ospitare tra settemila e diecimila elefanti, meno del 10 per cento
della popolazione censita vent’anni fa. La Repubblica
Centrafricana, che negli anni Ottanta ospitava circa 80mila
esemplari, oggi ne ospita poche migliaia, soprattutto a causa
dell’instabilità politica che ha portato molti bracconieri ad
approfittare della situazione.
Per cercare di coinvolgere più persone
possibili e fermare il massacro di elefanti, il Wwf ha lanciato una
petizione internazionale per chiedere al primo ministro
thailandese Yingluck Shinawatra di vietare ogni forma di commercio
di avorio con l’Africa. Thailandia e Cina, infatti, sono i due
paesi verso cui viene spedita la maggior parte dell’avorio illegale
africano.
La Thailandia è anche il paese che ospiterà la prossima
conferenza della Convenzione sul commercio internazionale delle
specie minacciate di estinzione (Cites) dal 3 al 14 marzo a Bangkok. Il Parlamento europeo ha approvato il 6 febbraio
una risoluzione per chiedere che venga messa all’ordine del
giorno la necessità di “incrementare gli impegni assunti” con
la Cites per far sì che il commercio di avorio venga reso
illegale in ogni parte del mondo.
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