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Un master forma i futuri professionisti del risk management ambientale
Al via il master in Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa, organizzato dal Cineas in collaborazione con Pool Ambiente.
- La probabilità di provocare danni all’ambiente è tra i rischi che più preoccupano le imprese.
- Le più recenti normative sono tese a rafforzare l’impegno concreto delle aziende per la sostenibilità e a limitare il greenwashing.
- Emerge la necessità di una figura professionale strategica in grado di riconoscere e limitare i rischi di danno ecologico.
- Di questo si occupa il master Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa, alla 16ma edizione.
Il World economic forum, attraverso il Global risk report, elenca ogni anno i maggiori rischi globali per l’economia e la società. Nel 2023, le questioni climatiche e ambientali occupano cinque posti su dieci nella classifica dei rischi percepiti nel breve termine (cioè con un orizzonte di due anni) e ben sei su dieci nel medio termine (orizzonte di 10 anni). In entrambe le graduatorie, in particolare, le aziende citano la possibilità di provocare un danno ambientale. In questo scenario emerge il concreto bisogno di formare una figura professionale in grado di individuare, valutare e gestire i rischi ambientali a cui può essere esposta una qualsiasi realtà imprenditoriale: il risk manager ambientale. Proprio per formare questi professionisti, Cineas, Consorzio universitario per l’ingegneria nelle assicurazioni fondato dal Politecnico di Milano, organizza il master professionalizzante Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa. Giunto al sedicesimo anno consecutivo, il master è realizzato in collaborazione con Pool Ambiente, Consorzio per l’assicurazione e la riassicurazione della responsabilità per danni all’ambiente. Le iscrizioni sono aperte fino al 14 marzo 2023.
C’è un grande fermento in materia di legislazione ambientale
Per le aziende, integrare pratiche di business sostenibili è ormai imprescindibile per restare competitive. “Ad esempio, la Csrd – Corporate sustainability reporting directive, approvata a metà novembre 2022, prevede relazioni periodiche sui rischi sociali e ambientali che le imprese di maggiori dimensioni devono affrontare e su come le loro attività hanno un impatto sulle persone e sull’ecosistema. Questa direttiva include, inoltre, un maggiore impegno nella gestione dei rischi ambientali e nella prevenzione di eventuali danni al territorio”, commenta Lisa Casali, manager di Pool Ambiente e coordinatrice del master in Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa. “Integrare la condotta d’impresa responsabile in materia di rischi ambientali nell’ambito delle politiche e dei sistemi di gestione dell’azienda emerge, dagli ultimi progetti normativi, come requisito imprescindibile per operare in mercati internazionali e sempre di più anche in quelli nazionali”.
Questa responsabilità in materia ambientale, però, deve essere autentica. Tanto più per via delle ultime normative di settore tese a limitare il cosiddetto greenwashing, l’ambientalismo di facciata. Si assesta sullo stesso piano anche la proposta di regolamento europeo sull’ecodesign dei prodotti, sui green claims e sull’applicazione dell’environmental footprint che introduce nuovi obblighi in capo alle imprese, con l’obiettivo di accrescere la trasparenza, le informazioni disponibili e la possibilità di confrontare l’impatto ambientale di soggetti diversi. A livello nazionale, invece, sono stati fatti notevoli passi in avanti nell’applicazione della certificazione volontaria Made Green in Italy, l’unica a coniugare la dimensione delle performance ambientali con quella delle eccellenze italiane. Infine, la direttiva europea sulle emissioni industriali prevede l’obbligo per determinate imprese (per esempio quelle che trattano sostanze pericolose o che operano nel settore rifiuti) di implementare un sistema di gestione ambientale e di adottare tutte le misure necessarie per mitigare i rischi per la salute umana e per l’ecosistema.
Perché servono professionisti del risk management ambientale
In questo contesto, per aziende di qualsiasi ambito e dimensione diventa prioritario investire per rafforzare la gestione dei rischi ambientali e dotarsi di una o più figure competenti. Questo è particolarmente importante in un paese come il nostro dove, a fronte di normative di bonifica severissime, permane un gap legislativo in termine di prevenzione dei rischi. E dove si stima che solo un’impresa su 100 abbia ritenuto utile dotarsi di una copertura assicurativa specifica per i danni ambientali. La maggior parte delle piccole-medie imprese crede, erroneamente, di non essere esposta a grandi rischi ambientali: prevale infatti ancora il pregiudizio culturale per cui simili problematiche riguardino solo le grandi industrie chimiche o petrolifere.
Il compito del risk manager ambientale è quello di assicurarsi che all’interno degli spazi aziendali le leggi in materia ambientale vengano correttamente applicate e rispettate, in modo da evitare o limitare al massimo i rischi per l’impresa stessa, nonché per il territorio in cui è inserita. Al fine di implementare politiche e procedure efficaci, anche in un’ottica di sviluppo di business, questa figura lavora in stretta collaborazione con i responsabili della produzione e della sicurezza e con il management.
Modalità e obiettivi del master in Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa
Il master in Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa prevede 86 ore di formazione in modalità smart learning (43 ore in presenza presso il Politecnico di Milano e 43 ore online). Si svolge dal 22 marzo al 21 giugno 2023, con un approccio didattico focalizzato sui temi innovativi e d’impatto, che prevede il coinvolgimento attivo dei partecipanti.
Tra i principali temi trattati: la responsabilità dell’impresa per gli incidenti che causano danni all’ambiente, il risk management ambientale nell’ottica dello sviluppo sostenibile, le certificazioni ambientali (con un focus sulla prassi di riferimento Uni 107:2021 Ambiente Protetto), il trasferimento assicurativo, la gestione dell’emergenza da sinistro ambientale e gli obblighi di bonifica, il danno ambientale causato da calamità naturali.
Doverosi approfondimenti saranno dedicati a casi di studio di bonifiche avviate a seguito di eventi naturali legati a cambiamenti climatici, quali inondazioni, alluvioni e trombe d’aria, ma anche all’inquadramento normativo europeo e italiano e ai risvolti di responsabilità penale in caso di danno all’ambiente. Il percorso formativo si rivolge a professionisti di imprese, pubblica amministrazione, compagnie di assicurazione, società di brokeraggio, studi legali, società di consulenza e aziende di bonifica e ripristino, ma alcuni posti saranno riservati a giovani neolaureati interessati a specializzarsi nel settore. Sono otto le borse di studio a disposizione: quattro offerte da Eni a copertura del 50 per cento del costo d’iscrizione e altre 4 assegnate da Cineas e Pool Ambiente. C’è tempo fino al 14 marzo 2023 per iscriversi: tutti i dettagli sono disponibili nel sito di Cineas.
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