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Il capitano della nave cargo che ha riversato nelle acque incontaminate delle Mauritius tonnellate di idrocarburi è stato arrestato.
“Abbiamo arrestato il capitano della MV Wakashio e un altro membro dell’equipaggio. Dopo essere stati ascoltati in tribunale gli è stato negato il rilascio su cauzione e rimangono in carcere”, ha dichiarato l’ispettore Siva Coothen all’agenzia stampa Reuters. L’altro uomo oltre al capitano Sunil Kumar Nandeshwar era il suo vice, ed entrambi sono stati accusati secondo la legge sulla pirateria e la violenza marittima.
Secondo quanto riportato da un testimone – un ufficiale navale che vuole rimanere anonimo – la guarda costiera delle Mauritius avrebbe infatti provato ripetutamente a mettersi in contatto con la nave per avvertire che la rotta intrapresa era pericolosa, senza però mai ricevere risposta.
“La rotta impostata cinque giorni prima dell’incidente era sbagliata e il sistema di navigazione nella nave avrebbe dovuto segnalarlo all’equipaggio, ma sembra sia stato ignorato”, continua l’ufficiale. “La nave inoltre non è riuscita a mandare un segnale sos una volta incagliata e non ha mai risposto alle chiamate della guardia costiera”.
La MV Wakashio è la nave cargo giapponese che il 25 luglio si è incagliata sulla barriera corallina al largo delle coste delle Mauritius, prima di spezzarsi in due, e disperdendo circa mille tonnellate di idrocarburi nelle acque incontaminate dell’oceano Indiano, portando il governo a dichiarare lo stato di emergenza.
“È la prima volta che ci troviamo di fronte ad una catastrofe di questo tipo e non siamo sufficientemente equipaggiati per affrontarla”, aveva infatti dichiarato il ministro dell’Ambiente Kavy Ramano riferendosi al disastro ecologico senza precedenti, il peggiore mai avvenuto nel paese.
Le Mauritius ospitano una biodiversità unica al mondo grazie alla sua barriera corallina e gli abitanti dipendono soprattutto da pesca e turismo. Lo sversamento interesserebbe circa 27 chilometri quadrati di oceano, secondo le immagini satellitari scattate l’11 agosto dalla società di analisi americana Ursa space systems. Ma per l’inviato della Bbc Navid Singh Khadka, l’estensione del danno sarebbe di circa tre volte superiore.
Questo disastro potrebbe avere ripercussioni enormi per l’economia dell’arcipelago che conta 1,3 milioni di persone e conseguenze sull’ambiente ancora incerti e incalcolabili che potranno durare per i prossimi decenni, minacciando specie a rischio ed ecosistemi unici al mondo.
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