
L’etichetta di un alimento deve riportare la data di scadenza o il termine minimo di conservazione. Ecco la differenza e come comportarsi davanti a un cibo scaduto.
Gustosa e leggera, la sua buccia lucente esprime tutto il calore del sole mediterraneo. Ecco le proprietà e i consigli per mettere in tavola la melanzana.
Coloratissime, le melanzane hanno forme e sapori diversi: tra le tonde la melanzana di Murcia, la violetta di Firenze e la mostruosa di New York, delicate e adatte da cuocere a fette. La violetta lunga palermitana e la Slim Jim, allungate e piccanti, sono invece perfette per le dadolate o ripiene.
La polpa delle melanzane, soda e bianca, è amarognola e subito dopo il taglio assume sfumature brune: per evitarlo e per addolcirla, è sufficiente immergerla tagliata a fette in acqua e sale per un’ora. Quando invece serve intera va precotta in forno per un quarto d’ora o sbollentata in acqua salata per qualche minuto e, solo dopo, farcita.
Tipica della cucina del Sud, la melanzana, è ricca d’acqua e poco zuccherina. È dotata di sali minerali e vitamina C, ma la sua vera ricchezza sta nelle virtù preventive e terapeutiche.
È essenziale mangiarla con la buccia: contiene una sostanza in grado di aumentare la quantità della bile, abbassare il colesterolo, proteggere il fegato e favorire la digestione. È anche un bruciagrassi naturale, perfetta dunque per accompagnare i grassi. Semaforo verde, quindi, per la popolare parmigiana di melanzane, ricca di formaggi e olio, ma compensata dal violetto ortaggio.
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