
400 detenuti sono stati rilasciati dallo Zimbabwe e altri verranno liberati presto, come fatto da altri paesi. Oppositori politici e giornalisti restano però esclusi da queste amnistie.
Circa 400 candidati Lgbt si presentano alle elezioni di midterm negli Stati Uniti: “Una risposta agli attacchi continui del presidente Donald Trump”.
Alle elezioni di midterm che si terranno il 6 novembre negli Stati Uniti, la comunità Lgbt americana ha deciso di dare un segnale. Diretto in particolare all’amministrazione guidata da Donald Trump. Sono infatti circa 400 i candidati apertamente omosessuali o transessuali che si presentano in tutto il territorio nazionale. Un numero in netta crescita rispetto alla tornata precedente, quando il totale era stato pari a 250.
A riportare le cifre è il Victory Institute, organizzazione che si adopera proprio per cercare di far eleggere persone apertamente Lgbt negli Stati Uniti. La comunità gay è infatti molto poco rappresentata all’interno delle istituzioni americane: basti pensare che ad oggi può contare su un solo senatore, sei deputati alla Camera dei rappresentanti e una governatrice (Kate Brown, nello stato dell’Oregon).
The #RainbowWave is coming and it’s bringing amazing openly #LGBTQ candidates like @KatieHill4CA & @RicardoLara4CA with it! ??https://t.co/lb6HghQjvx
— Equality California (@eqca) 27 ottobre 2018
“I candidati Lgbt si presentano così numerosi perché ne hanno abbastanza degli attacchi continui in arrivo dalla Casa Bianca”, ha affermato Elliot Imse, responsabile della comunicazione del Victory Institute, al quotidiano francese Le Monde. Il riferimento è in particolare alla proposta di legge, riportata dal New York Times alla quale starebbe pensando il governo di Washington. Essa introdurrebbe una disciplina ben più rigida e tradizionalista in materia di riconoscimento dell’identità sessuale. In termini più concreti, verrebbe eliminata la possibilità per le persone transgender di essere riconosciute ufficialmente e di poter contare su una serie di diritti.
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Non sorprende in questo senso che la stragrande maggioranza delle candidature Lgbt sia concentrata nel Partito democratico. Tra i nomi spicca quello di Lupe Valez, donna, ex sceriffo della contea di Dallas, che cercherà di diventare governatore del Texas. Così come quello di Gina Ortiz Jones, che si presenta nella 23esima circoscrizione dello stesso stato federale per tentare di ottenere un posto al Congresso. Qualora venisse eletta, si tratterebbe anche della prima donna eletta in tale regione, nonché della prima americana di origini filippine ad entrare nel Parlamento americano.
I look forward to being the first in a number of ways, but it’s more important that I’m not the last.
I want to make sure the opportunities that let me grow up healthy, get an education, and serve our country are there for others who may need a little help, just like I did. https://t.co/0YI550HQpN
— Gina Ortiz Jones (@GinaOrtizJones) 28 ottobre 2018
Di particolare interesse anche il duello che vedrà protagoniste in Arizona Kyrsten Sinema e Martha McSally. La prima, dichiaratamente bisessuale, si presenta con i democratici, mentre la seconda con i conservatori. Quale che sia l’esito del confronto, si tratterà di un’elezione storica, perché ne uscirà eletta la prima senatrice dello stato federale.
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