Italiano invade il campo con la bandiera arcobaleno – liveblog sui Mondiali in Qatar

Mondiali in Qatar, l’italiano Mario Ferri invade il campo durante Portogallo-Uruguay con una bandiera arcobaleno e una maglia pro Ucraina e donne iraniane.

Aggiornamento delle 21.43 – Clamorosa iniziativa di un tifoso, a quanto si apprende italiano, ai Mondiali in Qatar. Mario Ferri (non Marco, come scritto nel tweet) invasore di campio “seriale” e personaggio noto dello spettacolo televisivo,  al 51esimo del match tra Portogallo e Uruguay è riuscito a eludere la sorveglianza ed è entrato in campo con una bandiera arcobaleno e indossando una maglia di Superman con due messaggi: sulla schiena “Respect for Iranian women“, sul petto “Save Ukraine“. Ferri, noto come “il falco di Pescara”, è noto anche per il volontariato svolto in Ucraina (con una Golf a noleggio accompagna i profughi fino al confine con la Polonia), oltre a essere lui stesso un calciatore semi-professionista (attualmente gioca in India).

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Aggiornamento del 28 novembre alle 20.04 – Si accende la vigilia di Iran-Stati Uniti, sfida decisiva per il gruppo B dei Mondiali di calcio in Qatar e soprattutto partita che vede di fronte due Paesi decisamente distanti dal punto di vista geopolitico. L’Iran ha protestato con veemenza contro la federazione calcistica statunitense, che i suoi propri canali social avevas pubblicato la classifica del girone inserendo una bandiera dell’Iran priva del simbolo della Repubblica islamica al centro delle bande orizzontati bianche, rosse e verdi.

Aggiornamento delle 12.35 – Durante la partita Galles-Iran due tifosi hanno contestato in mondovisione il regime dell’#ran, mostrando solidarietà alle donne che stanno guidando le proteste nel paese. La sicurezza ha poi confiscato la maglia e la bandiera.

Secondo l’agenzia governativa Tasnim “pubblicando un’immagine distorta della bandiera della Repubblica islamica sul suo account ufficiale, la squadra di calcio degli Usa ha violato lo statuto Fifa, per il quale una sospensione di 10 partite è la sanzione appropriata. La squadra  degli Usa dovrebbe essere espulsa dalla Coppa del Mondo.  In seguito l’account ufficiale ha perà pubblicato un’altra immagine, oltre a quella di copertina, in cui la bandiera iraniana è riportata in maniera corretta. Insomma, Iran-Usa si giocherà regolamente.

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Aggiornamento delle 11.49 – Una nuova forma di protesta contro le violazioni di diritti umani in Qatar è è stata messa in atto dai tifosi del Galles, che si sono presentati sugli spalti indossando cappelli arcobaleno, il simbolo della pace, e lo stemma della nazionale. I tifosi gallesi avevano provato a introdurre i cappelli già in occasione della prima partita contro gli Stati ma, si è appreso solo in seguito, il materiale è stato confiscato loro dalla polizia locale perché non autorizzato. Questa volta tutto ok, previa autorizzazione della Fifa giunta solamente ieri.

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Aggiornamento del 25 novembre alle 11:45 – I calciatori della nazionale iraniana, in occasione della seconda partita del Mondiale in Qatar contro il Galles, questa volta hanno cantato (seppur in molti casi in maniera appena accennata) l’inno nazionale, cosa che non avevano fatto invece all’esordio contro l’Inghilterra per protesta verso il regime.

Ieri, nel corso della conferenza stampa pre-gara, il commissario tecnico dell’Iran, il portoghese Carlos Queiroz, aveva risposto in modo molto duro a un giornalista della Bbc, che aveva fatto una domanda sulla situazione politica in Iran: “Perché non chiedi agli altri allenatori? Perché non chiedi a Southgate (il ct dell’Inghilterra, ndr): “cosa ne pensi dell’Inghilterra e degli Stati Uniti che hanno lasciato l’Afghanistan e tutte le donne da sole?””.

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Aggiornamento del 23 novembre alle 14:14 – Niente fascia One Love neanche per la Germania, nella partita d’esordio ai Mondiali del Qatar contro il Giappone. Ma i calciatori tedeschi hanno voluto comunque mandare un segnale, coprendosi la bocca in occasione della foto ufficiale. Un messaggio rivolto alla Fifa, che non ha consentito ai capitani europei di indossare la fascia dedicata al rispetto dei diritti in Qatar.  “Non si trattava di fare una dichiarazione politica: i diritti umani non sono negoziabili – ha scritto la Federazione tedesca –  Questo dovrebbe essere dato per scontato, ma non è ancora così. Ecco perché questo messaggio è così importante per noi. Negarci la fascia equivale a negarci una voce. Manteniamo la nostra posizione”.

 

La Federazione tedesca ieri era stata comunque fortemente criticata dalla stampa nazionale per non aver tenuto il punto nonostante la minaccia della Fifa. Da segnalare che nella nazionale tedesca vi sono due calciatori di fede musulmana, Antonio Rudiger e Ilkay Gundogan, che hanno protestato insieme ai compagni.

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Aggiornamento delle 15:15 – Ecco la maglia della Danimarca per i Mondiali di calcio in Qatar: sia lo sponsor tecnico, Hummel, che lo stemma della Federazione sono stampati sul petto dei calciatori, ma non evidenziati in bianco, in modo da non risultare visibili da lontano. Hummel aveva annunciato di non voler associare il proprio logo ai Mondiali del Qatar.

La maglia della Danimarca, con stemma e sponsor tecnico opacizzati

 

Aggiornamento del 22 novembre alle ore 10:22: La Fifa ha chiesto al Belgio di rimuovere la parola Love dal colletto della seconda maglia da gioco che la squadra allenata da Roberto Martinez ha portato con sé ai Mondiali in Qatar e che avrebbe potuto indossare già domani, nel match d’esordio contro il Canada.

La seconda maglia del Belgio riporta la scritta Love sul colletto, è già in vendita da mesi e ha riscosso un ottimo successo tra i tifosi: si tratta di una iniziativa che non ha nulla a che vedere con quella della fascia da capitano One Love, che era invece coordinata con altre nazionali europee e che ieri è stata anch’essa vietata dalla Fifa.

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Aggiornamento delle ore 19:19“I miei giocatori non sono nel miglior ambiente, in termini di concentrazione, a causa dei problemi che li circondano. Sono esseri umani, hanno figli, hanno un sogno, ovvero giocare per il proprio Paese, per la propria gente, per divertire”. Così il commissario tecnico dell’Iran, il portoghese Carlos Queiroz, dopo la partita contro l’Inghilterra, all’inizio della quale i suoi giocatori non hanno cantato l’inno nazionale in dissenso verso il regime di Teheran, ricevendo però diversi fischi dai tifosi sugli spalti. “Anni fa avevamo il sostegno di tutto il mondo. Adesso no. Se non vogliono incoraggiarci, che stiano a casa. Non abbiamo bisogno di persone che ci sostengono solo quando vinciamo”.

Carlos Queiroz, commissario tecnico dell'Iran
Carlos Queiroz, commissario tecnico dell’Iran © Hector Vivas/Getty Images

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Aggiornamento delle ore 14:00Erano attese prese di posizioni politiche da parte dei giocatori di Iran e Inghilterra ai Mondiali di calcio in corso in Qatar, e così è stato. La nazionale dell’Iran non ha cantato l’inno contro la brutale repressione delle proteste in corso da due mesi in patria e cominciate dopo l‘uccisione di Mahsa Amini. Molti calciatori dell’Iran avevano già espresso il proprio disappunto per quanto sta avvenendo in Patria, dove è stata instaurata la pena di morte per chi protesta.

Anche i calciatori inglesi hanno in qualche modo detto la loro, inginocchiandosi sul terreno di gioco, un attimo prima del fischio d’inizio di Iran-Inghilterra. Il gesto, già effettuato agli Europei 2020-21, è un simbolo di vicinanza al movimento Black Lives Matter, ma assume valore più ampio in relazione alle accuse di violazione dei diritti umani in Qatar.

Il capitano dell'Inghilterra Harry Kane, con la fascia ufficiale Fifa, inginocchiato all'inizio del match con l'Iran
Il capitano dell’Inghilterra Harry Kane, con la fascia ufficiale Fifa, inginocchiato all’inizio del match con l’Iran

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I mondiali di calcio più contestati e boicottati, e i meno sostenibili della storia entrano nel vivo. Dopo la epica conferenza stampa della vigilia del presidente della Fifa Gianni Infantino, che ha cercato di rispondere a tutte le accuse di violazioni di diritti umani, civili, ambientali perpetrate normalmente nell’emirato di Doha, e a maggior ragione negli anni dell’organizzazione del torneo, ieri è iniziato il calcio giocato con il match tra i padroni di casa e l’Ecuador, che si è imposto facilmente dissipando alcune indiscrezioni secondo cui il Qatar avrebbe tentato di “comprare” alcuni giocatori avversari per fare bella figura.

Oggi però si inizia a fare sul serio, e non solo dal punto di vista del calcio giocato. Alle 14 italiane scendono infatti in campo Iran e Inghilterra, e sono attesi sugli spalti ma soprattutto in campo gesti forti, “politici”.

No alla fascia One Love….

Il primo gesto politico è venuto però dalla Fifa, che ha intimato agli otto team europei che volevano farlo di non far indossare ai propri capitani la fascia “One Love”, con un cuore e i colori dell’arcobaleno, gesto che era stato annunciato come segno di protesta per il mancato rispetto dei diritti umani, delle donne e della comunità Lgtbqi+ in Qatar.

Con un comunicato congiunto, le 8 nazionali che avevano annunciato l’iniziativa (Olanda, Belgio, Danimarca, Inghilterra, Francia, Germania, Svizzera e Galles) hanno spiegato che “la Fifa è stata molto chiara sul fatto che imporrà sanzioni sportive se i nostri capitani indosseranno la fascia sul campo di gioco. Come federazioni nazionali, non possiamo mettere i nostri giocatori in una posizione in cui potrebbero incorrere in sanzioni sportive, comprese le ammonizioni, quindi abbiamo chiesto ai capitani di non tentare di indossare la fascia durante le partite della Coppa del mondo Fifa”.

Le federazioni delle otto squadre spiegano che “eravamo disposti a pagare multe che normalmente si applicherebbero alle violazioni dei regolamenti sui kit e avevamo un forte impegno a indossare la fascia da braccio. Tuttavia, non possiamo mettere i nostri giocatori nella situazione in cui potrebbero essere ammoniti o addirittura costretti a lasciare il campo di gioco”. Il pugno duro della Fifa acuisce le tensioni con le federazioni in questione: “Siamo molto frustrati dalla decisione della Fifa che riteniamo senza precedenti: abbiamo scritto alla Fifa a settembre informandola del nostro desiderio di indossare la fascia da braccio One Love per sostenere attivamente l’inclusione nel calcio e non abbiamo avuto risposta. I nostri giocatori e allenatori sono delusi: sono forti sostenitori dell’inclusione e mostreranno supporto in altri modi”. La Fifa ieri aveva ricordato alle squadre l’articolo 13.8.1 del Regolamento Fifa sull’equipaggiamento, secondo cui “per le competizioni finali Fifa il capitano di ciascuna squadra deve indossare la fascia da capitano fornita dalla Fifa“, pena l’ammonizione immediata.

…sì alla campagna anti-discriminazioni

La Fifa ha cercato però di porre rimedio alle critiche giunte in breve tempo anche su questa decisione, rilanciando la propria campagna ufficiale No discrimination che, annuncia la Federazione mondiale, “è stata anticipata dalla prevista fase dei quarti di finale in modo che tutti i 32 capitani abbiano l’opportunità di indossare questa fascia durante la Coppa del Mondo”. In pratica, la Fifa fornirà ai capitani una fascia alternativa alla One Love ma ufficiale. “La Fifa è un’organizzazione inclusiva che vuole mettere il calcio a beneficio della società sostenendo cause buone e legittime, ma deve essere fatto nel quadro delle regole della competizione che sono note a tutti. Il presidente della Fifa Gianni Infantino ha ribadito il suo sostegno alla comunità Lgbtqi+”.

Non sono escluse però forme alternative di protesta, mentre i calciatori iraniani hanno annunciato che solo all’ultimo momento decideranno se cantare l’inno nazionale, dopo aver già manifestato il loro dissenso verso la brutale repressione in corso da due mesi in patria delle proteste nate dopo luccisione di Mahsa Amini.

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